Capitolo 3

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Da quel battibecco tramite post it passò una settimana e fu la peggiore non solo Jungkook non aveva intenzione di smettere, ma aveva anche raddoppiato la dose, stavo impazzendo avevo delle tremende occhiaie e non riuscivo a studiare, e per poterlo fare dovevo fermarmi all'università fino a tardi per godere del silenzio della biblioteca del campus, ma questo non bastava avevo bisogno di riposare o sarei svenuto da un momento all'altro. Quella storia doveva finire le opzioni erano poche, e per la mia sanità mentale quella situazione non poteva andare avanti oltre, quando tornai a casa suonai al campanello dell'appartamento di Jungkook, la mia rabbia e la mia frustrazione erano alle stelle ero già pronto a dirgliene di ogni, mettendo da parte anche le buone maniere e quando vidi la porta aprirsi diedi sfogo a tutta la mia rabbia, senza neanche guardare chi fosse il mio interlocutore.

" Senti aborto della società, smettila con questi dispettucci da quattro soldi e cresci sono stufo delle tue feste, della musica ad alto volume, e delle grida di quelle galline che ti porti a letto ogni sera, non voglio più ripeterlo dacci un taglio se non vuoi essere castrato seduta stante."

Dissi in un impeto di rabbia cieca, dall'altra parte il povero mal capitato era basito e con gli occhi sgranati da cotanta furia, tanto che fece un colpo di tosse attirando così la mia attenzione, e solo allora lo guardai meglio in viso, di fronte a me si ergeva un ragazzo alto biondo, con un viso fine ed elegante, con spalle larghe, e un sorriso gentile.

" Suppongo tu stia cercando Jungkook, ma purtroppo in questo momento non è in casa ma se vuoi posso fargli arrivare il tuo messaggio."

Disse il ragazzo con tono gentile, mantenendo un sorriso di comprensione, d'altro canto io stavo sprofondando nella vergogna, e arrossendo come un peperone, maledetto Jungkook giuro che se mai lo avrò davanti non so quale pezzo più grande lascerò del suo inutile corpo. Dopo quella figuraccia mi volatilizzai in un secondo, mi chiusi la porta alle spalle più arrabbiato di prima, questa non l'avrebbe passata liscia.

*

Quella stessa sera invitai il mio migliore amico Taehyung a dormire a casa mia, dovevo sfogarmi o sarei impazzito e come un orologio svizzero sentii il campanello suonare e subito andai ad aprire, trovandomi il mio migliore amico di fronte che abbracciai in un impeto di disperazione, azione che lui ricambiò senza pensarci troppo su.

" Vieni Taehyungie accomodati."

Dissi spostandomi di lato una volta sciolto l'abbraccio, lui si accomodò entrando in casa e sedendosi sul divano percependo già il mio stato tormentato, appena chiusi la porta mi accomodai affianco a lui sospirando.

" Allora Jiminie chi devo picchiare? "

Disse lui accarezzandomi i capelli rosa gesto che fu capace di rilassarmi almeno un po', ma risi leggermente a quella domanda, io e Taehyung eravamo migliori amici dal liceo e da quei giorni non ci siamo mai più separati, certo avevamo caratteri opposti, ma dove non arrivavo io interveniva lui e viceversa, di Taehyung amavo molte cose come la sua innocenza, la sua dolcezza, la sua iperprotettività nei miei confronti, ed anche la sua iperattività, tutto questo mi faceva stare bene e mi sentivo protetto.

" Non devi picchiare nessuno Tae Tae è solo il mio vicino di casa che mi sta mettendo a dura prova, non voglio essere cattivo cerco sempre di controllarmi perché non mi piace come divento, e tu ne sai qualcosa ma quel ragazzo mi sta spingendo a valicare quel confine, dopotutto è un ragazzino non vorrei trattarlo male, e ho ragione di pensare che sia più piccolo di me anche se maggiorenne. "

Dissi alzandomi e prendendo i post it che mi aveva lasciato passandoglieli, permettendogli di leggerli ma mentre leggeva si fece scappare un risolino che io subito captai, facendoglielo morire sul nascere grazie ad una mia occhiataccia, lui appena finì di leggere tossì leggermente schiarendosi la voce.

" Però devo ammettere che il ragazzino ha una spiccata ironia, tuttavia visto le poche velate allusioni sessuali nei tuoi confronti mi suvviene una domanda, sei sicuro che non ti abbia già visto da qualche parte? "

Disse pensieroso e a quella domanda negai con il capo, era praticamente impossibile data la mia routine quotidiana che si basava solo su: casa università, ed università casa, era praticamente impossibile incrociarsi poiché uscivamo ad orari differenti.

" No Taehyung è impossibile la mia giornata tipo la conosci, ma il problema non è questo, io devo studiare sto preparando una tesi per laurearmi, ma se lui continua così non ci riuscirò mai, oramai sembro uno zombie sto impazzendo, ed oggi sono scoppiato, ho suonato al campanello e ho fatto una sfuriata non risparmiando parole cattive, il problema era che non era Jungkook ma probabilmente un suo amico che con ogni probabilità gli ha detto tutto. "

Dissi vergognandomi al solo pensiero, ero così accecato dalla rabbia da non essermi assicurato che fosse davvero lui, ma a mia discolpa potevo dire che ovviamente non avendo mai visto il suo viso, non potevo sapere se era lui o meno, solo questo leniva un po' il mio animo. Era appena scoccata la mezzanotte e con essa anche la musica assordante dell'appartamento accanto, guardai Taehyung rassegnato ma lui mi rassicurò con un sorriso dolce, forse accanto a lui sarei stato capace di dormire, magari le sue carezze mi avrebbero fatto dimenticare quel frastuono, e non ebbi più alcun dubbio quando fummo nel letto sotto le coperte, uno di fronte all'altro lui che mi accarezzava i capelli cullandomi con la sua voce profonda, ed io rilassandomi scivolavo pian piano in un sonno senza rumori, udivo solo la melodiosa voce del mio amato Tae Tae.   

Apartments 38/ 39. JikookDove le storie prendono vita. Scoprilo ora