Quella mattina mi svegliai con il chiaro intento di far chiarezza su quella situazione assurda dell'altra sera, Jimin era praticamente scappato via con un saluto veloce rinchiudendosi nel suo appartamento, e ad ogni bigliettino che gli lasciavo l'unica risposta era il silenzio assoluto da parte dell'altro, chiaramente forse la mia risposta sbrigativa dell'altra sera poteva averlo ferito in qualche modo e, non nego che poteva essere una spiegazione plausibile, tuttavia non potevo di certo dirgli la verità nuda e cruda, mi avrebbe preso per un maniaco pervertito quale ero purtroppo. Perché dopo averlo visto ballare la mia mente non era esattamente attraversata da pensieri puri nei confronti del maggiore, anzi in quel momento vedendo quel corpo sinuoso e quelle espressioni lascive che erano volutamente mirate a farmi impazzire del tutto, furono capaci di farmi perdere momentaneamente l'uso della ragione, quel ragazzo oltre ad essere dannoso per la mia salute mentale era da dichiarare illegale, e non potevo di certo dirgli che mi aveva perseguitato anche nei sogni e, i risultati erano stati vergognosi. E adesso che mi trovavo di fronte alla sua porta non avevo idea di come affrontarlo onestamente, ma dovevo farmi coraggio e chiarire quella sconveniente situazione e, con quei pensieri in mente decisi di suonare il campanello aspettando pazientemente che il padrone di casa aprisse la porta, dopo un po' da dentro sentii dei passi e forse anche qualche imprecazione che non riuscii a captare, dopo poco la porta fu aperta da un Jimin con i capelli arruffati, gli occhietti ancora semichiusi e assonnati, il tutto contornato da un tenero pigiama azzurro con tanti piccoli conigli neri. Era la visione più tenera che avessi mai visto, tuttavia non potevo perdere di vista il mio principale obiettivo, il corvino sospirò scostandosi di lato e lasciandomi libero accesso nella sua abitazione e poi chiudersi la porta alle sue spalle, probabilmente credeva che la mia fosse solo una delle mie solite visite a casa sua perché aveva compiuto quelle azioni con disinvoltura e, facendo finta che nulla fosse accaduto e mentirei se dicessi che non mi avesse urtato quel comportamento, dopo la sua fuga dell'altra sera, tuttavia non ero un tipo da giri di parole e decisi di andare direttamente al nocciolo della questione.
" Jimin potrei sapere perché sei fuggito via l'altra sera? E già che ci sei potresti anche dirmi perché mi hai spudoratamente evitato?"
Dissi fronteggiandolo senza dargli il tempo di fare nulla, se c'era una cosa che avevo imparato su Jimin era che non dovevi dargli l'agio di scappare dalle situazioni a lui scomode e, l'unico metodo che funzionava con lui era di metterlo spalle al muro, com'era in effetti in quel momento visto che era totalmente confuso e disorientato dalla situazione.
" Scusami e che pensavo di aver sbagliato qualcosa."
Disse lui abbassando lo sguardo e mordendosi il labbro inferiore.
" Jimin perché semplicemente non me ne hai parlato? "
Dissi avvicinandomi a lui accarezzandogli una guancia anche per rassicurarlo, forse ero stato troppo brusco.
" Allora perché non mi hai detto la verità Jungkook? So che quello che mi hai detto non era vero."
A quelle parole sbiancai, cosa gli avrei detto adesso? E tra le mille cose che passavano per la testa nessuna era credibile, Jimin non era un ingenuo questo lo avevo capito quindi a malincuore avrei dovuto dirgli la verità, anche se mi sarei reso ridicolo.
" Jimin ho avuto pensieri impuri su di te quando hai ballato e me ne vergognavo, ecco perché non te l'ho detto. "
Dissi voltando lo sguardo di lato, ma Jimin mi prese entrambe le guance con le mani sorridendomi in modo quasi rassicurante.
" Non te ne devi vergognare Kookie è una cosa normalissima, anche a me è capitato una volta."
Disse lui di getto, ma pentendosene subito dopo visto che si coprì le labbra con entrambe le mani, pensando di aver parlato troppo e, quello mi fece sorridere.
" Ah si? Questa si che è una piacevole sorpresa."
Dissi avvicinandomi al corvino, mentre lui si allontanava trovando la porta come ostacolo alle sue spalle e, a quel punto mi avvicinai al suo orecchio per poi riprendere a parlare o meglio sussurrare.
" E potresti spiegarmi com'erano? Così potremmo fare uno scambio di opinioni, anche se credo che i tuoi siano puri in confronto ai miei."
Sussurrai con un mezzo sorriso sulle labbra e la sua reazione fu adorabile, con quell'espressione imbarazzata e oltraggiata il tutto contornato da quel pigiama azzurro con quei conigli, non riuscivo a prenderlo sul serio.
" Yah Jeon Jungkook."
Disse il corvino alzando leggermente il tono di voce e, ed io dal canto mio per mettere a tacere ogni sorta di protesta da parte del maggiore mi sporsi azzerando la distanza che ci divideva, appropriandomi di quelle labbra di cui non riuscivo a fare a meno, sentendo la loro dolcezza e morbidezza, picchiettai sul suo labbro inferiore per chiedere l'accesso alla sua cavità orale e lui le schiuse, le nostre lingue iniziarono a danzare insieme, ma quel bacio iniziato con dolcezza si fece sempre più passionale e quando ci staccammo per mancanza di ossigeno attaccai la mia fronte a quella di Jimin, cercando di recuperare il respiro e quel poco autocontrollo che ancora avevo, perché mi rendevo conto che se non mi sarei fermato le mie mani avrebbero viaggiato in posti a me ancora proibiti, io e Jimin non stavamo insieme e lui non era ancora ufficialmente mio nonostante ciò lo desideravo davvero tanto.
" Jimin."
Dissi richiamando la sua attenzione.
" Si kookie?"
Disse lui guardandomi negli occhi, ancora con le guance lievemente arrossate.
" Jimin vuoi essere il mio ragazzo?"
Dissi analizzando ogni sua più piccola espressione, tuttavia non rispose subito e questo cominciò ad allarmarmi, ma dopo poco mi sorrise prima di rispondere.
" Pensavo non me lo avessi mai chiesto, Jeon Jungkook."
Disse lui sorridendomi sempre di più facendo così divenire i suoi occhi due adorabili mezzelune e, cavolo se era bello lo presi in braccio alzandolo da terra girando su me stesso, con lui che rideva spensierato tra le mie braccia e quel suono melodioso da quel momento sarebbe diventato il mio preferito. Passammo l'intera giornata a guardare la televisione con Jimin accoccolato a me e, con la sua testa poggiata sul mio petto e con le mie braccia che avvolgevano il suo minuto corpo, dopo tanto tempo e fatica Jimin era finalmente mio.
N.D.A: Buonasera belle donnine, visto che sono una donna di parola eccovi il capitolo come promesso u.u spero che adesso sia tutto più chiaro.
Detto ciò io mi dileguo ci vediamo al prossimo aggiornamento, a presto Baci 😘
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Apartments 38/ 39. Jikook
HumorTratto dal Primo capitolo: mi avviai vero la porta di ingresso aprendola per poi uscire, e attaccai il biglietto alla porta di quel ragazzo fastidioso, e rumoroso e solo allora lessi il nome affianco al campanello: " Jeon jungkook " era quindi que...