Sezione Terza - Last Hope

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2020

I passi di Michael riecheggiavano nel corridoio dell'Avamposto Tre, seguiti da quelli di Rachele i quali si confondevano con il frusciare del suo vestito. Era riuscita finalmente a sbarazzarsi dei suoi vecchi vestiti insudiciati dal mondo esterno. Davanti a sé guardava i capelli di Michael ondeggiare lievemente sulle sue spalle, fin quando i passi del ragazzo si fermarono e la sua figura rimase immobile sulla soglia dell'entrata al salotto dell'avamposto, aspettando che lei lo affiancasse nella sua apparizione. Tutti gli occhi erano puntati su di loro, ma Michael e Rachele fissavano la sagoma familiare della Venable dalla parte opposta della stanza. L'ultima volta che si erano visti risaliva a qualche anno prima e da allora erano cambiate così tante cose che sembrava essere passata un'eternità e ora si trovassero a condurre tutt'altra vita. Michael si mosse con alle spalle Rachele che lo seguì fino a trovarsi davanti Miss Venable. Questa li guardò dal basso verso l'alto e si spostò riluttante facendo riecheggiare, nel silenzio della stanza, il battere del suo bastone. Entrambi si voltarono verso gli ospiti dell'avamposto seduti sui divani, con il fuoco dietro a scaldargli la schiena.
-Mi chiamo Langdon e lei è Evans e rappresentiamo la Corporazione- cominciò a parlare -Non voglio indorarvi la pillola, ma l'umanità è sull'orlo del fallimento. Il nostro arrivo qui è cruciale per la sopravvivenza della vita civilizzata sulla Terra- disse unendo le mani davanti a sé -Le altre tre strutture, a Syracuse nello stato di New York, Beckly nella Virginia Occidentale e San Angelo in Texas, sono state invase e distrutte. Non abbiamo avuto contatti con i sei Avamposti internazionali, ma presumiamo che siano stati eliminati anche loro-
E a queste parole Miss Venable e la sua assistente si guardarono allarmate, erano tutto ciò che probabilmente rimaneva della razza umana e ora tutta l'attenzione della Corporazione era su di loro, non potevano nascondere più nulla.
-Cos'è successo alle persone che erano lì?- chiese un ragazzo seduto davanti a loro.
-Massacrate. Lo stesso destino che toccherà a quasi tutti voi- intervenne Rachele inclinando la testa verso il giovane uomo.
-Quasi tutti?- si sentì la lieve voce della bizzarra ragazza vestita di grigio, la cui capigliatura ricordava a Rachele un nido di volatili. Le sue parole attirarono gli sguardi contrariati di tutti i presenti, ma questa subito abbassò lo sguardo sulle sue scarpe ricadendo nel silenzio.
-In previsione di questo momento, abbiamo costruito un'ulteriore struttura di sicurezza: il Santuario- continuò Rachele imperterrita nel discorso che ormai conosceva bene per quante volte aveva dovuto recitarlo al fianco di Michael.
-Il Santuario?- esclamò una donna il cui viso le procurava un non so che di falso e per certi versi la ripugnava non poco.
-Il Santuario è unico. Possiede delle misure di sicurezza che servono a prevenire eventuali invasioni- rispose Rachele rivolgendole un sorriso falso.
-Mi scusi, signorina. Di che misure si tratta? Perché non fornircele?- sentirono una voce familiare al loro fianco e senza nemmeno voltarsi Michael riprese: -È riservato. Quello che conta è che il Santuario sopravviverà, così come sopravviveranno le persone che lo abiteranno, e quindi l'umanità potrà sopravvivere-
-E quali sono le persone che lo abiteranno?- chiese un uomo i cui occhi luccicanti che guardavano Michael, provocarono un moto di fastidio in Rachele.
-Anche questo è riservato. Comunque sono stato mandato qui per stabilire se qualcuno di voi è adatto e merita di unirsi a noi- disse provocando un mormorio che attraversò tutta la sala -La Corporazione ha sviluppato una tecnica di colloquio specifica che noi chiamiamo "cooperazione". Successivamente, userò le informazioni acquisite per determinare se potete farne parte-
-Cosa sono questi? Gli Hunger Games? Sono tutte stronzate. Ho pagato per entrare qui, e quella è l'unica cooperazione che ho intenzione di fare-
-Non siete obbligati a fare il colloquio- rispose diligentemente Rachele assumendo l'espressione calma e serena di cui aveva bisogno per placare il fuoco che cominciava ad arderle all'interno.
-E cosa succede se ci rifiutiamo?-
-Resterete qui e morirete- rispose Michael con forza lasciando tutti a guardarsi per qualche attimo interrogandosi silenziosamente sulla moltitudine di avvenimenti dei quali stavano venendo al corrente solo allora. Avevano trascorso così tanto tempo in balia di loro stessi che, anche sapere che là fuori ci fosse ancora qualcosa, era vissuto in modo anomalo.
-Mi offro volontario per essere il primo- disse l'uomo dai capelli candidi la cui sicurezza esteriore, veniva smentita dal dolore insediato nei suoi occhi.
-E così sia- rispose Michael incontrando il suo sguardo -La prassi richiederà solo un paio di giorni, quindi non vi terrò in sospeso per sempre-
-Per coloro che non verranno scelti, non tutto è perduto- riprese Rachele portandosi le mani in grembo e stringendo tra le dita una fiala -Se dovesse accadere il peggio e dovessero arrivare dei feroci cannibali, ingoiate una di queste- continuò alzando verso gli ospiti il piccolo contenitore contenente piccole pillole bianche -Dopo pochi minuti vi addormenterete, e non vi risveglierete più-
-Non vedo l'ora di conoscervi uno ad uno- disse lentamente Michael prima di prendere Rachele sottobraccio e uscire dalla sala, mentre tutti guardavano la coppia esterrefatti. Solo i colpi sordi del bastone della Venable si avvertivano nell'aria.

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