Illuminati

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Anche solo l'entrata dell'Accademia Hawthorne cominciava a inquietare Rachele, mentre lentamente percorrevano le alte pareti scure che si ergevano su di loro in un labirinto circolare. Quel posto era stato la casa di Michael prima che i due stregoni, Ariel Augustus e Baldwin Pennypacker, venissero catturati e bruciati nello stesso rogo che uccise anche Miriam Mead. In quel momento non c'era nulla che lo legasse a quel luogo, e questo gli sembrava un buon motivo per raderlo al suolo. Ormai tutti sapevano chi fosse, l'Anticristo era arrivato e sicuramente non sarebbe stata una visita di cortesia.
Sentirono la pressione dell'ascensore quando iniziò a scendere dentro il terreno, per fermarsi nei sotterranei di quella scuola di stregoni. Rachele alle spalle di Michael si chiedeva cosa sarebbe successo tra quelle mura guardando i boccoli dorati del ragazzo davanti a lei, poi lo vide sfilarsi qualcosa dai pantaloni e porgerglielo.
-Prendilo e stacci dietro- disse lui chinandosi verso la ragazza e leggendole negli occhi la sua preoccupazione -Spero non ti serva- concluse prima di girarsi verso le porte che si spalancarono davanti a loro.
Nessuno era lì ad aspettarli, solo la fioca luce cupa di quei sotterranei li accolse avvolgendo i loro occhi. Ciò che gli si apriva davanti era lo stretto corridoio che li avrebbe condotti al cuore dell'accademia, lo percorsero in silenzio respirando a malapena. Mentre dall'altro lato quegli stregoni destinati alla morte vivevano ancora indisturbati, altre porte si aprirono ai loro passi e tutti gli sguardi furono catturati dagli intrusi dei quali nessuno si era accorto dell'entrata.
-Buonasera, signori- salutò Michael con un leggero sorriso, mentre le sue mani cominciavano ad alzarsi verso i ragazzi presenti nella sala principale che piano si resero conto di ciò che stesse per accadere. Le iridi di Michael si nascosero dietro le palpebre, i suoi occhi rotearono all'indietro mentre la magia cominciava a defluirgli dalle vene ai palmi delle mani. La forza che ne scaturì sbalzò tutti contro le pareti con forti tonfi che spezzarono costole e colonne vertebrali. Michael si lasciò sfuggire un ghigno lasciando crollare a terra i fantocci senza vita, mentre Rachele stringeva il pugnale la cui ruvidità le era stranamente familiare tra le dita.
-Controllate che siano morti, io devo trovare una persona- sussurrò il ragazzo sorpassandole e dirigendosi verso quegli infiniti corridoi. Il robot fu subito pronto avvicinandosi ai corpi riversi al suolo, mentre lo sguardo di Rachele continuava a indugiare seguendo i passi di Michael fino a quando sparirono dalla sua vista nel dedalo di corridoi bui. La ragazza si accostò al primo stregone seduto con le spalle al muro che ebbe vicino per poi chinarsi accanto alla sua testa per sentirne il respiro assente. Quegli occhi scuri non avrebbero mai più guardato nulla, la sua espressione di sgomento sarebbe sempre rimasta tale, le sue costole per sempre frantumate all'interno del suo addome. Uno sparo la fece sobbalzare e perse, ma spostò giusto in tempo il peso sui suoi palmi prima che cadesse rovinosamente a terra. Poi si voltò verso la Mead che ora stava riprendendo a camminare dopo aver sparato a un cadavere, il suo sguardo puntato sui volti di quei ragazzi per catturarne ogni minimo movimento. Rachele si raddrizzò riprendendo il suo compito e passando accanto a un altro stregone, mentre nella sala regnava il silenzio più assoluto, solo lo scoppiettare del fuoco al centro della stanza spostava la sua mente fuori da lì, come se non fosse veramente presente.
Respirava a fatica, sentiva i suoi polmoni che già si riempivano di sangue, e la sua posizione riversa al suolo lo portava a morire lentamente. Rachele lo guardò afflitta, prima che si sentisse alle spalle la presenza del robot che la sovrastava dall'alto essendosi chinata sullo stregone.
-Sei dalla nostra parte, ragazza?- le chiese, mentre Rachele continuava a guardare il ragazzo agonizzante sotto i suoi occhi.
-Sì- rispose la ragazza in un soffio, alzando la mano che teneva stretto tra le dita il pugnale.
-Allora comincia a comportarti come tale- disse la Mead prima che la lama di Rachele calasse sulla testa dello stregone trapassandogli il cranio.

Jeff fece scivolare un foglio sulla scrivania davanti a Michael spingendolo verso di lui, per poi poggiare il mento sul dorso della sua mano, mentre il ragazzo prendeva il pezzo di carta accigliato.
-Putin, Buffet, Clinton- cominciò a leggere la lista di nomi sconosciuti interdetto scuotendo leggermente la testa. Quei nomi gli erano tanto familiari all'udito, quanto completamente sconosciuti dal momento che non riusciva ad associarli a nessun volto nella sua mente.
-Oh, Bill, non Hillary- precisò Mutt indicando il foglio con il dito, non che quell'affermazione avrebbe potuto far chiarezza nella confusione che quei nomi constituivano per il ragazzo.
-Kim Pyong So- continuò Michael sotto gli occhi di Rachele in piedi poco lontana da lui. Con loro non c'era il robot, ma sapeva perfettamente perché lui l'avesse portata con sé. Non che fosse di grande aiuto, gli serviva solo per turbare Jeff, che si sentiva preso di mira dall'Anticristo per colpa sua.
-Il Generale Kim. Il tizio controlla tutte le armi nucleari nella Corea nel Nord- appuntò Jeff facendo scorrere lo sguardo da Michael a Rachele al suo fianco. Si chiedeva ancora cosa avesse portato l'Anticristo a desiderare con sé quella ragazza, tanto sporca e ammaccata. Si chiedeva cosa lo avesse catturato di lei, o semplicemente se fosse una provocazione, o ancora un passatempo.
-Non capisco come tutte queste persone siano connesse- disse chiaramente Michael rivolgendosi ai due scienziati alzando le sopracciglia e distogliendo Jeff dai suoi pensieri.
-Quella è una lista dei 100 membri dell'organizzazione più potente del mondo chiamata- riprese il ricercatore per poi interrompersi cercando di far trapelare suspence dalla sua voce -la Corporazione-
-Esatto, eccetto che nessuno della Corporazione ammetterebbe mai di far parte della Corporazione. Inoltre, la Corporazione è un nome in codice. Il vero nome è Illuminati- continuò Mutt tentando di imitare ciò in cui il suo collega aveva fallito, sorprendere un minimo l'Anticristo che li guardava dubbioso.
-E, a dire il vero, questa lista non esiste- disse improvvisamente Jeff strappando il foglio dalle mani di Michael -Ciao, lista- per dargli fuoco.
-Voi sareste gli Illuminati?- annuì il ragazzo sentendosi beffato. L'organizzazione mondiale più famosa e potente che veniva nascosta agli occhi dell'umanità. Seriamente pensavano che avrebbe creduto alle loro parole tanto ambiziose da collocarli in quella lista?
-Come dire? Se quel gruppo esistesse veramente, potresti trovare qualche nome familiare sulla lista al numero 69- disse Mutt facendo ridacchiare Jeff che gli battè il cinque, facendo alzare gli occhi al cielo alla ragazza. Anche Rachele era più che scettica, falliti come loro a far parte di un'organizzazione campata sul nulla. A rifletterci non le sembrava affatto incredibile che avessero tanto tempo libero da fare le loro fantasie mentali sugli Illuminati.
-Il punto è che la Corporazione controlla denaro, arte, eserciti, idee, ogni cosa. Governano il mondo intero, cazzo-
Rachele notò che Jeff sembrava una radio, quasi non riusciva a seguire ciò che dicesse, forse erano riusciti veramente a infastidirlo.
-E tutti quelli della Corporazione hanno venduto la loro anima- Mutt ritentò la via della suspence provocando un'accennata impazienza in Michael che inclinò la testa verso di lui -al Diavolo. Questo significa che tu controlli la Corporazione. Papino ti ha sistemato, amico-
-Stavano aspettando l'Anticristo. Basta che gli dici cosa vuoi, quando lo vuoi e loro dovranno farlo. Sono praticamente il tuo esercito, amico- continuò Jeff suscitando non poco interesse negli occhi del ragazzo.
-Cosa dovrei fare con loro? La magia non è bastata a causare la fine dei tempi- disse il ragazzo ricredendosi su tutto ciò che aveva dato per scontato, prima di essere interrotto da Mutt: -No, no, no, no. Non ti serve la magia per distruggere il mondo, amico, non quando hai la scienza-
-E l'umanità. La gente fa schifo. Sono egoisti e poco lungimiranti. Tutto quello che gli interessa è l'immediata gratificazione- si intromise Jeff fermadosi qualche secondo per sniffare una spessa striscia di cocaina sul tavolo davanti a lui -Ed ecco perché accade tutto. Una merdosa azione egoistica alla volta. Moltiplica un pessimo impulso per sette miliardi di persone ed ecco il riscaldamento globale. Ottieni l'estinzione di massa, di certo ottieni il genocidio- continuò lui con in sottofondo la voce di Mutt che confermava tutto -Nel senso, sono solo numeri, amico. La matematica è decisamente più potente della magia. Siamo totalmente pronti a fare il dito medio al mondo e riavviare il genere umano-
Ormai Michael li guardava come fossero due pazzi appena usciti da un manicomio, la matematica era più potente della magia? Tutto ciò non era minimamente concepibile agli occhi dell'Anticristo.
-È la profezia, amico! Regnerai per mille anni di fuoco. È nel libro- intervenne Mutt con forza alzando la voce.
-È nel buon libro. La Rivelazione. Lo hai letto?- riprese in mano la discussione Jeff sbattendo sul tavolo un antico volume di quello che a Rachele sembrò una copia della Bibbia. Le pagine si spalancarono davanti al viso di Michael sulla fine del libro, all'apocalisse di Giovanni, suscitando meraviglia nei volti di Jeff e Mutt.
-Ora che si fa?- disse Michael alzando la testa verso i due rivolgendogli un leggero sorriso complice.

Rachele si guardava attorno seguendo a pochi passi Michael e il robot che passeggiavano sottobraccio, erano immersi nel verde degli alberi in quell'oasi pacifica e insaziabilmente desiderosa di vita.
-Questo posto è troppo strano. Perché gli uomini più ricchi del pianeta vanno in giro con tutta questa flanella e giacconi di montagna?- sbuffò Michael rivolgendosi a nessuno in particolare, mentre camminava teso accanto alla Mead.
-Credono che il vero potere stia nel non sbandierarlo troppo- rifletté il robot e continuò con disprezzo -Idioti-
-Allora spero di riuscire a distoglierli dalle loro cavalcate e dall'hot yoga abbastanza a lungo per convincerli ad aiutarmi- disse il ragazzo voltandosi verso la Mead appena questa si fermò con un'espressione incredula stampata in viso.
-Spero tu stia scherzando- esclamò lei sfilando il braccio dalla presa del ragazzo.
-Sono solo, nervoso- disse Michael titubante, mentre Rachele guardava la scena. A suo parere non avrebbero dovuto essere lì, non voleva affrontare ancora nulla, le serviva tempo per avvicinarsi a Michael, e tutto quel susseguirsi di avvenimenti non glielo stava permettendo.
-Contro ogni previsione, hai trovato la tua strada fino a questo posto e alla possibilità di compiere il tuo destino. E quelle persone là dentro stanno tremando nei loro stivali troppo costosi, perché sanno di star per affrontare la vera grandiosità faccia a faccia-
La ragazza vide il volto del ragazzo cambiare lentamente durante il discorso della Mead.
-Tu sei quello che stavano aspettando. Hanno tutti offerto la loro anima a tuo padre per servire te. E non vedono l'ora perché tu gli mostri la strada- terminò il robot, mentre lo sguardo di Michael si spostava in quello di Rachele in cerca di un appoggio anche da parte sua, e la ragazza sapeva che non poteva tirarsi indietro, non poteva cercare di prendere tempo per fuorviare i suoi piani, doveva agire subito, e per farlo aveva bisogno che entrambi si fidassero di lei.
-Michael, è arrivato il tuo momento per fare ciò per cui sei stato messo al mondo: distruggerlo-
I volti dell'artefice dell'Apocalisse e del suo robot si compiacquero riprendendo il sentiero che li avrebbe portati nella tana degli Illuminati.

Quando entrarono nella sala buia illuminata solo dalla fioca luce bianca delle lampade sul lungo tavolo centrale, Rachele non vide nessuno prima di rendersi conto che le persone in loro attesa stavano aspettando nascosti nell'ombra ai margini della sala. Lei e il robot si tennero alle spalle di Michael, mentre questo cominciava a parlare: -Stimati membri della Corporazione. Capi di Stato, colossi dell'informatica, magnate dei media e influencer culturali- disse lui facendo scorrere lo sguardo sui volti dei presenti coperti da maschere tanto lucide da poter riflettere ciò che ci si specchiava -Le voci che avete sentito sono vere. Il mio nome è Michael Langdon e sono l'Anticristo-
Le sue parole provocarono un mormorio nella stanza che stroncò con il semplice gesto della mano, riportando l'attenzione di nuovo su di lui. I presenti sfilarono le sedie da sotto il tavolo e si sedettero in attesa di ciò che Michael avesse da dire su tutte le sue direttive in cui avrebbero investito tutto ciò che avevano, perché lui era il figlio dell'angelo caduto al quale avevano venduto la loro anima immortale.
-L'umanità si trova a un bivio- continuò Michael rendendosi conto con piacere che i suoi occhi riuscivano a penetrare le maschere, a vedere i veri volti di quelle persone, a leggergli dentro, non trovandoci nulla se non l'anima che già apparteneva a suo padre -Il mondo com'è oggi (la miseria, la fame, l'avidità, la guerra) non è più sostenibile. È giunto il momento per fare tabula rasa. Amici, è giunto il momento per l'Apocalisse-
Il volto di Michael era serio, i suoi palmi fermamente posati sulla superficie liscia e lucida del tavolo. Come sarebbe riuscita a fargli cambiare strada? Rachele si rendeva sempre più conto dell'impossibilità del suo obiettivo, il marcio ormai risiedeva fisso nel cuore dell'Anticristo.

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