Il ragazzo era appoggiato sul muretto della scuola, con le mani in tasca. Indossava degli occhiali da sole neri, e guardava davanti a sé, mentre continuava a pensare a questo stupido gioco.
A lui non gliene importava niente di lei, non gli importa più di nessuno, oltre a sé stesso. Sembra buffo ma è così. Non lo biasimo. Il suo passato non è uno dei migliori. Non è facile vivere ogni giorno con la paura di perdere i cari. Per questo motivo è diventato ciò che è, forse era già destinato ad esserlo, freddo, lunatico. Vive ormai nel suo guscio. Ormai da quanto tempo sia passato, non si ricorda neanche come è essere spensierato e sorridente come una volta. Semplicemente non sa più come si fa. Ha perso l'abitudine da anni ormai.
Picchietta i piedi contro il marciapiede freddo sotto di lui. Ormai il freddo è iniziato, ma a lui non sembra importarsene.
Il freddo e lui sono simili, ma non sentimentalmente, ma caratterialmente. Al 'freddo' non importa se alle persone non piace, non importa se si lamentano. Sa comunque che ad alcuni piace, ma non fa differenza. Il 'freddo' non sente, non ha sentimenti. Proprio come lui. Non gli importa se alle persone non piace, non gli importa se si lamentano di lui, tantomeno gli importa delle persone che gli vogliono bene. Lui è proprio così, non ha sentimenti.
I suoi occhi guardavano davanti a sé, alla figura che sta osservando. Semplice nei suoi movimenti. Indossa una semplice giacca di pelle, con delle piccole borchie ai lati della cerniera. Jeans neri aderenti strappati, una semplice maglia grigia e nera e le sue amate vans nere. Il tracco non molto pesante.
Il ragazzo a quella visuale non può fare altro che sorridere.
La ragazza si guarda attorno prima di attraversare la strada, guarda da destra a sinistra per assicurarsi che non passino le macchine. Da lontano nota una figura a lei troppo conosciuta che le sorride, mentre si passa la lingua in bocca.
La ragazza lo guarda, senza sorridergli, mentre gli si avvicina.
Il moro, che era nascosto dietro il muro, guarda divertito la scena. Indossa una maglia nera aderente e un paio di jeans.
Guarda ancora i due ragazzi, passando una mano tra i capelli neri e rimettendosi apposto il ciuffo.
disse
-Vado a rovinargli la festa.- borbotta il moro tra sé, ghignando.
Il biondo, guarda la ragazza, davanti a sé, passandosi l'inidice più volte nel labbro inferiore, sorridendole.
La ragazza non parla, non sorride, non fa niente. Guarda solo il ragazzo davanti a sé, che sembra abbastanza divertito, anche se di divertente non c'è niente.
-Sapevo che saresti venuta.- disse il ragazzo sicuro di sé stesso, mentre ripete ancora lo stesso gesto con il labbro inferiore.
La ragazza rimane ancora zitta. È ancora imbarazzanti dal fatto che sia andata a quel che lui definiva un 'appuntamento', ma non poteva dire di no.
La ragazza lo fissava. Fissava i suoi lineamenti perfetti. Fissava quegli occhi azzurri come il cielo, ma allo stesso tempo talmente scuri che potevi capire, che il suo passato non era uno dei migliori. Quegli occhi azzurri talmente belli, quanto pericolosi. Quegli occhi in cui puoi rischiare di annegarci.
Il ragazzo, invece, la guardava. Guardava i suoi lineamenti, la sua pelle bianca. I suoi occhi, verdi, verdi e basta. Lui non aggiungeva nessuna descrizione alle cose che guardava. Poi infine le guardò le labbra, quelle labbra rosse, pitturate con del rossetto.
La ragazza si fermò a fissare le sue labbre. Quelle labbre rosee, contornate dalla sua pelle chiara, lo rendevano ancora più bello.
Il ragazzo le mise la mani sulla nuca, e con l'indice iniziò ad accarezzarle la guancia. con l'altra mano le teneva i fianchi.
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Heartbreak || Niall Horan
Genç Kurgu"-Smettila di guardarla, non la conquisterai mai Horan.- sputò il moro seduto accanto al biondo nel loro tavolo, nella mensa. Ma la verità lui la sapeva, sapeva che se il biondo la voleva, l'avrebbe avuta, lui lo sa bene. - E perché lo dici Malik...