Capitolo 19

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Non avrei potuto essere più disperatamente cieca se fossi stata innamorata. Ma è stata la vanità, non l'amore, che mi ha perduta.

-Jane Austen

L'odore di incenso e sangue grondava nell'aria, tutti i fronti erano occupati e le grida di dolore non cessavano di vibrare. Valentine con un colorito più rosso del solito , brandiva la spada mortale avvicinandosi al Lago Lyn, nonostante il suo volto fosse segnato dalla battaglia. Clary, ferita alla spalla lo rincorreva, cercando con tutta la sua forza a chi lasciava indietro.

Un ghigno soffocato , la fece voltare di scatto, Simon la stava inseguendo , forse per aiutarla oppure per fermale.

Clary fece per parlare, quando sua madre le tagliò la gola.

Clary si svegliò di scatto ansimando. Il suo cuscino era zuppo, così anche come il suo corpo. Jonathan era ancora profondamente addormentato al suo fianco. Scese di fretta le scale per andare a bere un bicchiere d'acqua. La battaglia si stava avvicinando. Da quando Valentine aveva rubato anche la spada mortale ormai le speranze di poterlo battere erano diminuite notevolmente. Bevve un sorso lungo d'acqua e si pulì la bocca con il dorso della maglia, quando vide un leggero bagliore attraversare la cucina. Si mise la vestaglia e uscì a piedi nudi nel viale. All'inizio non si accorse di nulla, forse ancora un po' frastornata dagli avvenimenti, ma poi strizzò per bene gli occhi e lo vide. Jace, completamente ubriaco, faceva avanti e indietro con la stregaluce puntata sulla mano. Clary si avvicinò cautamente e cercò di evitare le innumerevoli mele che stava lanciando contro la sua casa.

-Jace! Cosa diavolo stai facendo!- Clary urlò indispettita.

-Cccciao splendore!- Disse Jace voltandosi verso di lei.

-Jace per cortesia, smettila di lanciare le mele!-

-Sono distrutto!- Disse inginocchiandosi e prendendola per la vita.

Clary sobbalzò sorpresa, e abbassò lo sguardo verso quella chioma bionda. Provò un motto di pietà e compassione assurda verso di lui.

Lo aiutò delicatamente ad alzarsi e lo accompagnò dentro casa. Lo fece accomodare verso casa e gli diede un secchio vuoto per vomitarci, cosa che tra l'altro fece immediatamente.

-Grazie Clary.- Disse dopo essersi ripreso.

Clary di tutta risposta lo fece stendere e gli prese una coperta, quando ritornò lo trovò già profondamente addormentato. Gli si avvicinò cautamente e lo baciò sulle labbra. Poi si sedette al suo fianco e lo guardò dormire.

-Sei un folle, pensavi che avremmo lasciato la spada incustodita!- Imogen aveva bloccato le mani di Valentine.

Valentine rise, rise a crepapelle e si portò le mani allo stomaco.

Imogen si guardò attorno stordita, era stata raggiunta dalla guardia ed erano in netto vantaggio, almeno secondo le carte.

-Oh Imogen, quanto sei sciocca! Pensavi davvero che sarei venuto da solo? Il mio esercito di demoni circonda la città, non ci sarà più nessuno al sicuro, né oggi né mai.- ed attaccò. Imogen morì sul colpo, le tagliò la gola e lasciò che il suo sangue scorresse sull'altare. Poi fu la volta degli altri, il suo esercito entrò in scena quasi come richiamato da un suono, il suono della guerra. La spada mortale tra le sue mani vibrò nell'aria. Fratello Zacharia si mosse in fretta e cercò di guarire Imogen, ma era già morta. I guerrieri Shadowhunter erano in svantaggio numerico, ma Valentine decise di risparmiarli.

-Mandate un messaggio al vostro caro Console. Che mi consegni mia figlia entro domani notte, altrimenti non ci saranno più Shadowhunter ad Idris.-

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