Capitolo 14

698 31 7
                                        


Vivere è la cosa più rara al mondo.
La maggior parte della gente esiste,
questo è tutto. Oscar Wilde

-Oh mio Dio! Julian va a chiamare Jonathan presto!- Emma aveva saltellato sulla sedia, stringendo con forza la mano di Julian.

Clary era immobile, aveva gli occhi aperti ma non ricordava molto di quello che le era capitato. Emma adesso la stava stritolando.

-Non sai quanto siamo stati in pensiero per te.- Aveva le lacrime agli occhi e la stringeva dolcemente. Poi in un nano secondo, quelle braccia furono sostituite da quelle di Jonathan. Erano soli, Julian ed Emma erano sgattaiolati via.

-Mio Dio! Clary, la mia dolce bambina.- Così l'aveva sempre chiamata suo fratello quando erano piccoli.

-Jonathan!- Fu l'unica parola che Clary riuscì a dire.

-Sono stato così in pena per te, ho perso dieci anni di vita. Mi spieghi come faccio io senza di te? Come posso anche solo pensare di respirare se non ci sei tu qui con me?- Jonathan stava piangendo, le sue lacrime bagnarono le guance di Clary mentre si tenevano ancora stretti in un lungo abbraccio.

-Sto bene Jonathan davvero, mi dispiace molto.- Clary si stava mettendo seduta facendosi forza sulle braccia.

-Stai attenta, Valentine ha usato un pugnale particolare, che assorbe il veleno dei demoni. Per questo è stato più difficile curarti. Sei praticamente morta.-

-Jonathan, davvero, mi sento bene, non c'è bisogno che ti agiti tanto.-

-Agitarmi? Clary sei praticamente morta tra le mie braccia, se non fosse stato per Magnus e per Simon, a quest'ora saresti già stata un mattone per la città d'ossa!-

-Io.. Simon?- Clary si sentiva stordita.

-Si, per quanti odi ammetterlo ti ha salvato la vita.-

-Per quanto tempo ho dormito?-

-Una settima, due giorni e 13 ore.- Jonathan le stava stringendo la mano.

-Io non volevo che ti facesse del male. Tu sei la mia famiglia Jonathan! Non ho pensato lucidamente, non volevo vederti soffrire.-

-Sono io quello che dovrebbe proteggerti, non il contrario, tu sei la mia sorellina.-

-La tua sorellina ora è diventata grande.- Clary gli prese il viso tra le mani e gli baciò una guancia.

Jonathan si posizionò sul letto al suo fianco e la strinse delicatamente per non farle del male.

-Ma mamma? Dov'è?- Clary si ricordò solo in quel momento di Jocelyn.

-Siamo ritornati sul posto, o meglio sono ritornati sul posto, io non ce la facevo a lasciarti. Non hanno trovato nessuna traccia né di Valentine né della mamma.-

-E la coppa?-

-L'Inquisitrice la tiene stretta, pronta a riportarla ad Idris.-

-Sono già partiti?-

-Non ancora, stavano aspettando che ti risvegliassi, come tutti del resto.-

-Sbaglio o c'erano Emma e Julian prima?-

-Ci sono tutti Clary e muoiono dalla voglia di vederti.-

Clary sorrise allegramente mentre Jonathan la prendeva in braccio per portala nella sala.

Il piccolo letto malconcio scricchiolò rumorosamente mentre Jocelyn si girava di lato. Aveva parecchie ferite e le rune di guarigione non facevano effetto. Un ragazzo dai capelli mori e gli occhi grigi le poneva una benda bagnata sulla fronte e faceva il possibile per curargli le ferite. Jocelyn aveva gli occhi chiusi e per quanto si sforzasse si vedeva lontano un miglio quanto stesse soffrendo. Aveva una ferita profonda all'altezza del bacino e dei tagli lungo la schiena, come dei segni di frustate. Lo scontro con Valentine era stato duro, lei era così arrabbiata, i suoi figli erano stati feriti e lei era furiosa nei confronti dell'ex marito.

Morning StarDove le storie prendono vita. Scoprilo ora