Capitolo 5

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La luce dei lampioni rifletteva sul pavimento di marmo nella grande suite del Plaza Hotel . Un uomo, girato verso le sue grandi vetrate fissava come incantato due pipistrelli che svolazzavano tranquilli nel cielo buio. L'uomo aveva un bicchiere di whisky tra le mani e lo sorseggiava lentamente come fosse sovrappensiero. Poco distante , nel grande letto a baldacchino che primeggiava nella stanza, giaceva immobile una donna. La pelle delicata era coperta di fili che le uscivano da tutte le parti. L'uomo si voltò di scatto e posizionò il suo bicchiere sul piccolo tavolo di vetro in mezzo ai due divani e si precipitò verso la porta. Quando l'aprì, due shadowhunters in tenuta da caccia, fecero il loro ingresso nella stanza. Senza nemmeno voltare un'occhiata alla donna , le diedero le spalle sedendosi sul divano. Erano a piedi nudi, l'uomo gli aveva fatto togliere gli scarponcini sporchi di fango all'ingresso.

-Allora? L'avete trovata?- domandò l'uomo sedendosi di fronte a loro e tornando a bere il suo whisky.

-Si signore, l'abbiamo trovata.- rispose uno dei cacciatori. Erano tesi più delle corde di un violino.

-Ma...- aggiunse l'altro.- è protetta, si trova all'Istituto.-

-Dannazione!- l'uomo si alzò di scatto e buttò il bicchiere contro il muro frantumandolo in mille pezzi. Nessuno di loro sobbalzò, nemmeno la donna sul letto.

-Potremmo farla uscire con un diversivo, potremmo prenderla con la forza.- fece per dire uno di loro.

-No è troppo rischioso.- l'uomo si passo una mano tra i capelli e sospirò.

-Mio signore, proveremo a prenderla , ne saremo capaci.-

-Lo spero, riportatemi mia figlia.- ordinò ai due cacciatori che si alzarono di scatto e lo lasciarono solo.

L'uomo, come se si fosse appena svegliato da un sogno, posò il suo sguardo sulla donna . Le si avvicinò lentamente e le mise una mano sulla guancia. Era fredda pensò.

-Oh Jocelyn! Presto saremo tutti riuniti! Presto potremmo tornare a casa.-

-Non so se ho voglia di andare al Pandemonium stasera- disse Clary strappando un'altra pagina dal suo blocco da disegni. Era seduta sul pavimento dell'armeria, intenta ad osservare Simon allenarsi.

-Perché?- le domandò Simon lanciando un coltello nel centro del bersaglio.

-Non lo so- commentò Clary. Decise di chiudere il suo blocco, non aveva proprio ispirazione quel giorno. Simon le si sedette affianco e le posò una ciocca di capelli dietro l'orecchio. Clary arrossì. Lei e Simon erano sempre stati legati da quando ne aveva memoria, ma ora si domandava se dietro quel piccolo gesto ci fosse ben altro.

Erano soli in Istituto, a parte Hodge che era chiuso in libreria come al solito. Izzy, Alec e Jace erano usciti per andare a comprare il pranzo. Clary diede una rapida occhiata al suo orologio, erano le 12 e 30.

Simon invece le accarezzò la mano e Clary ebbe una fitta allo stomaco. Non aveva mai pensato a loro due in quei termini, e pure se lo avesse fatto, ormai erano parabatai e non poteva accadere niente tra di loro.

-Perché mi fissi? Ho qualcosa sul viso?- le domandò Simon allarmato. Clary sorrise.

-No- si alzò facendo schioccare la schiena. Quel letto stava diventando insopportabile.

-Dove vai?- le chiese Simon vedendola incamminare verso l'uscita.

-Sto andando da Hodge, voglio vedere se ci sono delle novità.-

-Vengo con te.-

Quando misero piede in libreria, Hodge come al solito si trovava intento a leggere qualche manoscritto.

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