†24 Capitolo†

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Pov. Jimin.

"Tsk.. sei tutto fumo e niente arrosto Jimin" Mi disse con tono quasi derisorio, portandomi involontariamente ad abbassare lo sguardo e stringere un po i pugni. Perché doveva farmi sentire così? Così stupido e debole con soltanto poche parole. Lo odiavo davvero tanto e volevo soltanto tornarmene nella mia città natale, con i miei amici, i miei posti preferiti e la mia tranquillità e invece no. Doveva starmene qui, in una casa non mia, con mia madre che stava per risposarsi e un coglione come fratellastro. Mi chiedevo seriamente come potesse essere figlio del Signor Min, persona abbastanza tranquilla e docile a parer mio. A differenza del figlio che era l'opposto, presuntuoso, antipatico, cazzone e molti altri aggettivi.

Alzai di poco lo sguardo, notando il suo ghigno divertito e innervosendomi ancora di più. Cercai di muovermi ma la sua gamba contro il mio cavallo dei pantaloni non mi rendeva così facile la vita.
"Ti conviene toglierti" Dissi guardandolo negli occhi, con una sicurezza tirata fuori da chissà dove, mentre lui mi guardò alzando un sopracciglio.
"Che c'è? Cosa credi di fare? Prendermi a calci in culo?" Chiese con tono divertito portando sta volta me a ghignare leggermente.
"No, di meglio. Raccontare a tuo padre della strana visita che hai ricevuto l'altra sera e la schifosa scena vista in bagno poco fa a causa del fatto che fossi completamente fatto" risposi tranquillamente, mentre la sua espressione divenne seria in un istante e ciò mi portò a sorridere vittorioso, sopratutto quando lo vidi serrare la mascella, segno che avessi colpito al punto giusto.

"Dovresti imparare a farti i cazzi tuoi Jimin" Disse con tono duro e con il nervoso ben palpabile, mentre io incrociai le braccia al petto.
"E tu dovresti smetterla di trattarmi in questo modo. Non sono un giocattolino e mi da fastidio la tua sola presenza" Risposi guardandolo anch'io seriamente, stanco di tutta quella situazione e volendo soltanto vivere in santa pace, senza sentirsi così stupido ogni santa volta davanti a lui.
"Ti da fastidio la mia sola presenza, ma non la pensavi allo stesso modo quando mi hai baciato" ribattè, facendomi sospirare, per l'ennesima volta dopo avermi ricordato di nuovo quella scena.
"È stato un errore" Risposi solamente, mentre mi irrigidì quando lo vidi diminuire la distanza dei nostri visi improvvisamente, portando le mani al suo petto così da cercare di fermarlo, ma inutilmente, perché lui continuò a fare ciò che voleva e a me mancò quasi il fiato quando si fermò soltanto a pochi centimetri dal mio naso.

"Un errore mh..? In realtà non lo è stato vero? Avresti potuto spostarti e andartene, ma non lo hai fatto e nemmeno adesso.. sicuro sia stato soltanto uno sbaglio?" Chiese con quel suo dannato tono provocatorio e quella voce roca, che mi fece soltanto rabbrividire un po, mentre le gote presero ad arrossarsi involontariamente e deglutì, perché maledizione.. aveva ragione poteva benissimo staccarsi e andarsene quella volta, ma invece lo aveva baciato e anche adesso bloccato fra il suo corpo e il viso così vicino, non gli sarebbe dispiaciuto, ma non poteva mica permettersi di svelargli questa cosa, sarebbe sembrato ancora più ridicolo e patetico. Ma a quanto pare Yoongi aveva anche la capacità di leggerlo nella mente senza che se ne accorgesse.
"Immagino, anzi no. So cosa stai pensando in questo momento. So che vorresti soltanto rifarlo in questo momento" Disse senza un briciolo di insicurezza nel tono, facendomi distogliere lo sguardo e abbassarlo leggermente, sentendo il viso a fuoco e la voglia di sparire farsi sempre più grande.

Presi un bel respiro, alzando lo sguardo su di lui e un attimo sulle sue labbra che un attimo prima avevano toccato chissà quelle di chi e un espressione disgustata mi apparì in viso, prima di alzare lo sguardo su i suoi occhi, notando la sua espressione confusa in quel momento per via della mia faccia.
"Non ho intenzione di baciare qualcuno che ha già baciato qualcun'altro. Quello è stato un errore e spero di non dovertelo ripetere mai più." Dissi con non so quale coraggio, mentre dentro di me il cuore stava esplodendo per quanto battesse forte, per via dell'ansia e sperando con tutto se stesso che si togliesse sta volta. E sorprendentemente si tolse davvero e ciò mi provocò un grandissimo sospiro di sollievo, mentre lui mi passava malamente il casco e si metteva il suo in completo silenzio e poi saliva in moto, aspettando soltanto me che salì poco dopo, reggendomi dietro sta volta, mentre lui partì e guidò verso casa in totale silenzio.
Mi lasciò lì una volta arrivati, aspettando solamente che scendessi, per poi vederlo partire di nuovo, sfrecciando chissà dove, senza nemmeno accennare ad una parola.
Che sta volta lo avessi zittito per davvero?
Non potevo  quasi crederci e il sorriso vittorioso che avevo sul viso mi accompagnò per il resto della giornata, anche se in una piccola parte dentro di me non era pienamente d'accordo con quello che era successo.

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