"Tanto per la cronaca, non porteremo Romeo e Giulietta a fine anno. Non voglio che questo sia un corso pieno di cliché" disse Damiano.
Per una volta, mi trovai d'accordo con lui.
Lo vidi legarsi i capelli, forse per evitare che gli ricadessero sul viso e lo distraessero.
Victoria posò il suo piccolo zainetto su uno dei banchi e si guardò attorno, concentrando la sua attenzione sul palco."Però, Damià, devo ammette che hai fatto un ottimo lavoro st'estate, eh!"
"Cioè, mi stai dicendo che sei stato tu a costruirlo?" domandai, indicando il palchetto.
Damiano si limitò a sorridermi, con un'aria fiera.
"Diciamo che la recitazione non è stato il mio primo pensiero, quando mi sono offerto di aiutare. Avevo altri progetti."
"Del tipo?" dissi.
Oh wow, Sofia, improvvisamente ti interessa sapere di più su di lui? Che coerente che sei, eh.
Vidi il viso di Damiano rabbuiarsi, e mi sentii un po' amareggiata e in colpa per avergli posto una domanda, forse, scomoda. Lui congedò la mia domanda con la mano e porse uno dei fogli a Victoria.
Lei sembrò abbastanza contenta della scelta dell'amico, l'opera sembrava piacerle. Come darle torto? Tutti, o quasi, al sentir nominare Romeo e Giulietta, esalano un sospiro profondo, un po' perché sanno come andrà a finire, un po' perché sognano un amore passionale come il loro.
"Scusa, Damià, ma semo due in sto corso, se tu fai il regista, chi farà Romeo e chi Giulietta?"
Ecco, questo era un particolare a cui non avevo pensato. Per una volta, pensai, non mi sarebbe dispiaciuto interpretare un ruolo maschile, in questo caso Romeo. In passato, avevo sempre chiesto alla mia insegnante di affidarmi un ruolo del genere, ma lei si era sempre rifiutata, dicendomi che dovevo cimentarmi sui ruoli femminili e acquisire, appunto, la femminilità che mi mancava. Non l'avevo mai preso come un insulto, dato che aveva ragione. Da piccola, guardavo mio fratello maggiore giocare con oggetti maschili, guardare cartoni animati maschili, e alla fine mi resi conto che sì, le Barbie mi piacevano, ma amavo anche tutte quelle cose categorizzate come "dedicate ai bambini".
Guardai Damiano, in attesa di una risposta, e lui si limitò a scuotere la testa, ridendo.
"Nun ce arrivi, Vic? Fate pari e dispari e chi vince, si aggiudicherà il tanto anelato ruolo di Giulietta"
"Non ti disturbare, Damiano, non ho nessuna intenzione di interpretare Giulietta, Romeo mi va benissimo" gli dissi io, con un sorriso di sfida.
Lui sembrò colto alla sprovvista, e mi guardò con un'espressione interrogativa.
"E così non vale, eh! Anch'io volevo fa' Romeo!" disse Vic.
Stavolta quella sorpresa fui io.
"Allora fate pari e dispari per Romeo! Siete impossibili!" esclamò Damiano, alzando le mani in segno di resa.
"Colpo secco, principessì? Io scelgo pari"
"Daje! Io dispari" le risposi a tono.
Al tre, io buttai giù un tre, e lei mi rispose con un quattro, contemporaneamente. Sette. Dispari.
"Sì, ho vinto io!" esclamai, facendo un saltello.
Nel vedere la sconfitta nei suoi occhi, poggiai una mano sulla spalla di Vic.
"Guarda il lato positivo, questo non sarà lo spettacolo finale, vero?" domandai, con lo sguardo rivolto verso Damiano, che annuì di rimando.
Vic sembrò convinta, così prendemmo di nuovo i nostri fogli e iniziammo a provare e, tra una battuta e l'altra, mi immersi in quel mondo che tanto mi era mancato. Ma durò poco, il tempo era volato. Uscimmo dall'università, richiamati dai collaboratori scolastici, quando il telefono di Vic suonò.
"Pronto? Ohi, pà! De novo? Arrivo. Aspettami al solito posto"
Chiuse la chiamata e guardò Damiano, con un'espressione arrabbiata.
"Tua madre?"
Vic annuì, e si congedò salutandoci con la mano.Improvvisamente tra me e Damiano calò un silenzio imbarazzante.
"Non male come prima prova, eh?" chiesi
"No, non male, ragazzì!"
Stava cercando di essere gentile, ma vedevo la sua espressione preoccupata.
"Che cos'hai? E' per via di Vic?"
"Sì, ma non mi va di parlarne, quando vorrà, e se vorrà, ti spiegherà lei"
Mi limitai ad annuire, non volevo essere invadente. Estrassi il cellulare dalla borsa e controllai l'orario, scoprendo con sorpresa che si era fatto tardi.
"Quando sarà il prossimo incontro?"
"La settimana prossima, stesso giorno, stesso orario, stesso posto"
"Perfetto. Io dovrei andare adesso, ci vediamo" dissi, sorridendogli.
Damiano mi guardò e ricambiò il sorriso, e io rimasi a fissargli le labbra, ammettendo a me stessa che aveva un sorriso da togliere il fiato.
"Ci vediamo, ragazzì" disse, distogliendomi dalla mia sorta di ipnosi.
Iniziai ad incamminarmi verso la metro, quando una voce attirò la mia attenzione.
"Oh, Sofì!"gridò Damiano "sei stata brava!"
Mi voltai e gli gridai un semplice "grazie", soltanto perché mi aveva colto alla sprovvista. Mi fece piacere.

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Somebody Told Me
RomanceMatita nera, occhi penetranti. Questa è la rappresentazione di Damiano. Chi è lui per me? Beh, questo dovrete scoprirlo da soli.