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Matita nera, occhi penetranti, sorriso furbo e scaltro, zigomi perfetti e fossette che ti facevano perdere la testa. Questa è la rappresentazione di lui: Damiano, front man dei Måneskin.

Chi è lui per me? Questo dovrete scoprirlo da soli.

Il mio nome è Sofia, ho 20 anni e non sono molto brava con le presentazioni. Non sono molto alta, ho i capelli castani e occhi castani. Insomma: la monotonia fatta persona.

Frequento l'università di lingue, uno schifo, non c'è organizzazione, ogni santa volta che devo darmi una materia entro sempre in panico e non ricordo nulla. Ma non mi lamento per l'andamento del mio percorso di studi, anzi; sono in regola e spero di riuscire a laurearmi in un anno. Le materie mi piacciono, specialmente le lingue, ma non è quello che voglio fare da "grande"; che poi, quando sarà mai questo "grande" che tutti dicono. Sin da quando sei piccolo devi studiare per il tuo futuro, ogni anno a scuola è un mattone in più che si aggiunge a quello precedente, verso la strada del successo. Parlare in una lingua straniera mi ha sempre affascinata, ma non vorrei fare di esso il mio lavoro, quello che dovrò trascinarmi dietro per quasi tutta la vita. Ho un sogno nel cassetto, ed è quello di recitare, ma non qui, in Italia, non fa proprio per me. Vorrei andare in America, che sogno sin da quando ho memoria. Chiamatemi noiosa, non originale, come volete, ma non smetterò mai di anelarla. Difficile? Può essere. Impossibile? Mai. Se c'è una cosa che è ricollegabile alla mia personalità è proprio la testardaggine, ed essere nata sotto il segno del Toro non migliora le cose, per niente. Non che io creda molto agli oroscopi, non sto lì a leggerlo tutti i giorni. Al momento mi trovo a Roma, dove frequento l'università: è una città magica, di quelle che non dorme mai, di quelle che ogni giorno ti regala un'emozione nuova. Ma non sono nata qui: sono di Catania, in Sicilia, ed averla abbandonata è stata una delle decisioni più difficili che io abbia mai preso. Non che non ci torni quando ho tempo, eh, solo che mi manca da morire.

Qui ho fatto tante amicizie, ma altrettante le ho perse perché io, con le amicizie, non ci so fare proprio. Non che non riesca a volere bene, al contrario; ma il mio problema è quello di essere incostante, non cercare giornalmente le persone e di conseguenza lasciare che esse mi scivolino via dalle dita. L'unico punto fermo nella mia vita è lui: Francesco.

Il nostro rapporto è nato in maniera bizzarra: girovagavo su Twitter, sono entrata a far parte di un gruppo di persone provenienti da tutto il mondo, unite dalla passione per un film che mi è rimasto nel cuore: Chiamami col tuo nome. E grazie a questo gruppo abbiamo cominciato a parlare. Allora io abitavo ancora in Sicilia, ma gli promisi che prima o poi ci saremmo visti. Chi si aspettava che mi sarei trasferita a Roma anche per lui? Uniti da questa passione sfrenata per questo film, abbiamo scoperto di avere tantissime altre cose in comune, e da allora non ci siamo più separati. Non frequenta la mia stessa università, nel caso in cui ve lo steste chiedendo. E lui capisce i miei silenzi, sa che quando sparisco per un po' è perché ho bisogno di prendere una pausa per me stessa. Ma non lo faccio in malafede, davvero. E' solo che a volte staccare il telefono, staccare internet e accendere la radio con uno dei miei cd vecchi mi fa bene all'anima.

Entro nella camera che l'università mi ha concesso fin dall'inizio, chiudo la porta alle mie spalle e inspiro profondamente, guardandomi attorno e facendo cadere gli occhi sullo scatolo dove tengo tutti i miei cd musicali. Ne prendo uno a caso, lo inserisco nello stereo e mi getto sul letto, supina.

Non appena parte un colpo di basso, sono già lì a piangere.

Hey everybody, this is Måneskin,

you're listening to chosen...

Somebody Told MeDove le storie prendono vita. Scoprilo ora