“Quanti giorni hai detto che stai via?” chiese per la terza volta Calum, osservando il crepuscolo spegnersi sempre di più alla volta del mare, che ondeggiava e, come noi, sembrava essere inerme al passare del tempo.
“Dieci giorni” ripetei, mentre il rumore delle onde andava a tempo con il battito del cuore di Ashton, che io sentivo perfettamente in sincronia con il mio grazie al suo petto a ridosso della mia schiena.
“Ah, già” disse con il tono sconfitto, come avesse appena abbandonato l’ascia di guerra per una battaglia già da tempo persa.
Il silenzio era colmato solo dallo sbuffare delle onde contro gli scogli e dal silenzioso rumore delle stelle che comparivano nel cielo, riportandomi subito alla mente quelle del riccio, che sentivo perse nella troppo vasta distesa d’acqua.
Strinsi le mani attorno le braccia di Ash, che mi circondavano il collo, facendomi sentire più al sicuro.
C’era più silenzio del solito, come se quella mia partenza fosse davvero sofferta, forse anche troppo per i gusti a cui ero abituata.
“Siete davvero tanto tristi?” chiesi ridacchiando, togliendo lo sguardo dall’orizzonte troppo grande per essere cavalcato con le iridi e troppo invitante per poter sopportare quel senso di limite che t’imponeva la meraviglia del mare, portandolo verso il biondino che destreggiava le dita tra la sabbia, mentre quello che, in quel momento- sottolineiamo il in quel momento-, aveva i capelli neri con le sfumature aranciate era perso, come gli altri due, tra le onde, vagando chissà dove con la mente.
Luke mi rivolse lo sguardo, Ashton strinse la presa, Calum e Michael indurirono la mandibola; forse già sapevano quello che sarebbe successo.
Non risposero, ma quelle espressioni furono abbastanza esaurienti per darmi una risposta.
“Madonna, neanche a dire sto per partire per tutta la vita! Cazzo, torno la settimana prossima!” ridacchiai lasciandomi abbandonare contro il riccio, che ridacchiò con me.
“Sì, ma non è lo stesso senza di te!” Michael parlò con un filo di paura nella voce.
La domanda era: paura di cosa?!
“Capirai! Siete stati senza di me fino a quattro mesi fa!” lo guardai ridendo, con l’eco delle onde e delle risate di Cal e Luke.
“Touché!” ribadì, alzando le mani e ridendo insieme a noi.
Silenzio.
“Poi vabbe’, uscirete, berrete e andrete a puttane, mentre io mi starò girando i pollici a guardare quella rottura di coglioni dei soliti quiz o a dare da mangiare alle galline” continuai con la risatina, ma la verità era che il pensiero di passare anche un solo giorno senza di loro mi distruggeva dall’interno, avendo poi delle pesanti conseguenze sui sorrisi che ancora usavo come scudo.
“Non dirlo neanche per scherzo!” subito Ash pronunciò,stringendo leggermente la presa.
“Cosa?” domandai confusa.
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Red Art
Fanfiction"Certo che ti farò del male. Certo che mi farai del male. Certo che ce ne faremo. Ma questa è la condizione stessa dell'esistenza. Farsi primavera, significa Accettare il rischio dell'inverno. Farsi presenza, significa Accettare il rischio dell'as...