Capitolo 3: chi sei?

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Hermione's pov:

Mi è mancata la pace della città.
Stando sempre in viaggio, si vive una vita frenetica. Tutte le città in cui mi sono imbattuta, sono state caotiche, ecco il motivo per il quale abbiamo scelto un piccolo paese dove vivere; inondato di natura e boschi, e non solo di negozi.
La gente è ospitale e tutti ci conosciamo.
In questo posto, si passa dalle feste di quartiere, al silenzio; aiuta a riflettere, quelle volte in cui si è totalmente confusi, come me.

Il lieve gelo che si sente appena svegli e che entra fin dentro le ossa, forse è l'unica cosa che non credo mi sia mancata; ma si respira un'aria pulita, di fresco, che da di libertà e ispirazione per poter affrontare qualsiasi giornata al meglio.

I giorni passano velocemente dall'ultima volta che sono atterrata.

È arrivato dicembre, uno dei miei mesi preferiti.
Il freddo, le coperte, la cioccolata calda, i film, i fiocchi di neve che scendono, si possono intravedere dalla finestra. Mi incanto osservando la natura prendere tonalità di colori tra il bianco, il verde, il giallo e il marrone, mischiandoli tra loro, creando un contrasto perfetto.

Le feste in questo periodo sono tante; l'aria natalizia si fa sempre più vicina.

Mi alzo dal divano scamosciato di grigio topo, a tinta unita. Il bagliore della tv mi acceca; prendo così il telecomando per spegnerla, inquadrando Ron sulla poltrona, che si sia addormentato.

Fuori è buio e i ragazzi dormono nelle loro rispettive camere al piano di sopra. Rimbomba un silenzio quasi inquietante. Il picchiettio dei fiocchi di neve batte sulle finestre, che inondando la stanza, illuminandola.

Salgo le scale di marmo bianco, ritornando nel mio studio alla fine del corridoio. Apro il computer e la luce di esso illumina il mio volto. Noto solo un foglio bianco e un ticchettio che mi esorta a scrivere. L' elaborato del nuovo romanzo è diventato davvero impegnativo. Roteo gli occhi e li indirizzo verso il soffitto di legno, sperando di avere un'idea.

Credo di aver perso l'ispirazione.

Jacob qualche giorno fa mi ha contattata; cerca di comprendermi, ma anche di incoraggiarmi a mettere inchiostro sul foglio o su qualunque piattaforma, il prima possibile, poiché la casa editrice richiede quanto prima il sequel.

È arrivato quasi Natale, penso solo a questo ultimamente.
Questa atmosfera dovrebbe ispirarmi maggiormente, in quanto cerco di stimolarmi, succube da tutti i film guardati fino ad ora, in cui si racconta quanto amore si possa trovare in questa festività. 

Si respira un'aria con valori tradizionali, colori, luci e sapori unici, che rendono speciale questa festa.
Il fascino del Natale cattura davvero tutti, dai più piccini, che attendono con ansia i doni portati da Babbo Natale, ai più grandi che si scambiano reciprocamente regali.

Della festività natalizia però, a parer mio, soprattutto negli ultimi decenni, si è persa la magia che esso porta con sé. Oggi è soprattutto una festa consumistica dove prevalgono i regali e basta.

I miei figli vanno fuori di testa quando si tratti di regali da scartare; nonostante preferisco dir loro che non si deve dare valore al regalo, ma al gesto di essere stati pensati in quel preciso momento; riflettere così sui motivi spirituali, i riti e le credenze tradizionali vere. Non è tanto l'oggetto, ma il pensiero che qualcuno ha nel momento in cui si ferma a meditare, riflettendo che quel regalo lo farebbe proprio a noi.

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