Capitolo 2: Luna e Drake

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"Ho paura di chi crede nel potere dell'amore, come fai tu, con il nostro"

19 anni dopo:

Hermione's pov:

Osservo il tappeto arabesco, dalle tonalità rosse e bianche, sotto i miei tacchi neri. Poso i gomiti sulle ginocchia, tendendo gli indici verso le tempie, facendo dei micro cerchi per massaggiarle. Cerco da svariati minuti di riuscire a rilassarmi, senza alcun risultato.

Non riesco a trovare la pace interiore che mi servirebbe in questo momento.

Alzo lo sguardo e noto intorno a me, gli stessi quadri ispezionati qualche ora prima di entrare in questo studio. Cornicioni dorati che contengono gente dipinta a mano. Altri raffigurano solo schizzi di colori.

Questo posto sembrerebbe un museo da come sono esposte le cose.

Qualcuno sta bussando alla porta ripetutamente, da tanto tempo ormai.

Lo noto solo ora però.

Come se fossi stata sveglia e addormentata al tempo stesso.

Quel rimbombo, non ha fatto altro che farmi venire più mal di testa.

Mi appresto così ad alzarmi da questa poltrona di velluto rosso, andando ad aprire la porta dello studio, ricoperto da questa luce soffusa proveniente dalla lampadina sulla scrivania di vetro.
Premo la maniglia in acciaio dorato e davanti a me si presta una figura mascolina, molto esile. Riconosco la giacca broccata dalla tonalità di un verde cactus, e il pantalone a zampa, lucido, di colore rosa; con l'accostamento dei mocassini di camoscio. Un accostamento chic, che solo una persona potrebbe indossare che io conosca.

"Jacob", esulto come se non avesse interrotto il mio flusso di pensieri.

"Bellezza, abbiamo una conferenza", risponde eclatante, pavoneggiandosi nella stanza e continuando a gesticolare.

"È da mezz'ora che cerco di svegliarti...", "...stavi dormendo?", domanda osservandomi incupito, con quegli occhi neri in cui non si distingue la pupilla dal colore. Sorrido e chiudo la porta dietro di me, avvicinandomi al mio assistente.

"No, ero semplicemente assorta nei miei pensieri", butto giù tutto insieme, osservando il suo viso squadrato insospettirsi, mentre si guarda allo specchio per sistemarsi i capelli rigorosamente ricoperti di gel e fissati.

"Sistemati, ti aspetto tra cinque minuti in sala", comanda con un occhiolino, mentre posa lo specchio sulla scrivania. Sorride e mi accarezza il mento prima di svanire dal mio campo visivo.
Il rumore della porta quando si chiude, mi fa sussultare. Mi sistemo il tubino nero e il foulard di seta intorno al collo. Prendo dalla scrivania le ultime cose, dirigendomi verso la sala per la mia ultima intervista di quest'anno.

Sono diventata un simbolo per il mondo?

Ho pubblicato il mio primo libro, non pensando potesse interessare a così tante persone. Inseguito tradotto in molte lingue, che mi hanno permesso di viaggiare e conoscere altra gente.
Nonostante il mio successo, mi sono dovuta allontanare dalla mia famiglia. In questi ultimi sei mesi sono stata impegnata con gli ultimi autografi e le interviste per il libro. Ho incontrato tante persone famose, che mi hanno dato tutte degli ottimi consigli su come poter affrontare la seconda parte del mio libro.

Mentre cammino lungo il corridoio, stringo tra le mani il mio successo, ricordo a me stessa che sia l'ultima intervista di quest'anno e che presto il mio corpo potrà rilassarsi, ritornando alla normalità.
Mi prenderò una pausa da tutto per un po', dedicando la mia piena attenzione ai miei figli e al mio ragazzo.

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