Capitolo 7: Scorpius

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"È in te
che ho conosciuto
così tanto
di me"

Ninfa's pov:

Non so quanto tempo è passato dalla mia esplorazione in questa villa. È immensa, come le sue stanze presenti qui, e ci si perde facilmente. Continuo a vagare con i libri tra le mani recuperati da un'antica libreria. La stanza era ricolma di scaffali con numerosi volumi, pubblicazioni, edizioni, romanzi, saggi, trattati.
Ci si perdeva in un mondo ripieno di diverse storie. Sembrava di vivere lo stesso sentimento che sentì Belle, quando si ritrovò davanti l'immensa biblioteca della Bestia.

Dove saranno mia madre e Draco?

È da un po' che non li vedo e non li sento.
Il tempo sembra essersi fermato qui dall'ultima volta in cui siamo piombate senza sapere né come e né perché. La mente ripassa il momento in cui Draco mi ha chiesto aiuto.

Sono in camera mia, mentre il monitor illumina il mio volto. È da giorni che scrivo e le idee non mancano per completare il mio romanzo.
Nessuno è a conoscenza che anch'io, come mia madre, abbia intrapreso la sua stessa strada. Non sono ancora esperta come lei, ma è grazie ai suoi consigli e letture, che ho imparato molto.

È notte fonda, ma non riesco a prendere ancora sonno. Sento improvvisamente dei passi dietro la porta.

Chi sarà?

Con un tremore, osservo la porta aprirsi e far comparire un'ombra nel buio, non riconoscendo la figura. Quando quest'ultima viene illuminata dai raggi lunari, intravedo quel viso sconosciuto, ma così familiare al tempo stesso.

Draco.

Si avvicina a passo lento, vicino al mio letto, sedendosi su un lato, facendo sprofondare la parte circostante.

"Ho bisogno del tuo aiuto...", esorta parlando a bassa voce, per non svegliare nessuno.

Come può aver bisogno del mio aiuto se non so neanche il motivo per cui sia ancora in casa nostra?

Ricordo solo che la mamma era svenuta e al tempo stesso papà si era apprestato ad andare verso la porta, in cui c'era Draco in condizioni disperate che cercava aiuto; forse dovuto ad un incidente stradale.

"...conosco da tutta la vita tua madre", continua distogliendomi dalla vista di lui ricoperto di sangue, "...ho scoperto recentemente che lei non si ricordi niente, nemmeno di me!", afferma con voce roca, inghiottendo un rivolo di saliva che sembrerebbe un macigno.

Gli fa così male che lei non ricordi di lui?
Perché?

"Il destino ha voluto che l'incidente succedesse vicino casa sua!", sospira, guardando fuori dalla finestra, incutendomi una sensazione di vuoto. Non so se posso fidarmi, ma il mio sesto senso, ripete di sì.

Non riesco a non crederli. 

"Come potrei aiutarti?", domando, cogliendo la sua attenzione. Indugia su di me, osservandomi come se stesse cercando qualcosa in me.

"Sei così...", si interrompe, distogliendo lo sguardo.

Cosa starà pensando?
Perché non mi preoccupa questa situazione?

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