Capitolo 11: cuori di un'altra epoca

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"Scelgo te anche senza lieto fine. Perché ho imparato che il valore di una storia non dipende dal finale"

Hermione's pov:

Devi essere così stupido da provocare lacrime a chi ti ha provocato il miglior sorriso.
E ti chiedi perché lo sto perdendo?
Lo perdi, quando lui ti regala l'alba nel suo sguardo e tu gli rendi grigi i suoi giorni.
Lo perdi, quando lui diventa arcobaleno solo per dipingere il tuo mondo e tu in cambio gli dai indifferenza.
Lo perdi, quando lui è ancora pieno di dettagli e tu in cambio gli menti.
Lo perdi, quando lui aspetta un tuo messaggio, e tu scrivi a qualcun altro.
Lo perdi, quando lui ancora ti vede con ammirazione e tu lo vedi come quello che vieta la tua libertà.
Lo perdi, perché semplicemente le fiamme gemelle sono nate per trovarsi, e tu non meriti qualcuno che è l'anima di qualcun altro.

Non importa quanto sia difficile e neanche quanto il cuore ci creda. Bisogna a volte soffermarsi ad osservare le cose per come sono e renderti conto che, in certi spazi stretti, non si può stare. Trovare il coraggio di mostrare il tuo cuore anche a qualcuno che sembrerebbe non meritarlo. Che se è destino, questo troverà sempre modo di trovarti e investirti nuovamente della sua luce. Una fiamma che arde in un tempo illimitato.

Ron perdonami.

Non so da quanto tempo io sia abbracciata a Draco. Forse secondi o forse ore. Ho trovato dentro di lui un angolo di cielo, un'anima che mi abbracci, che mi conti i battiti sulla punta delle dita, un posto dove chiudere gli occhi, dove sentire una carezza, un ritaglio di tempo e di vita in cui correre, giocare, ridere, sognare e fare l'amore.

Perché mi incendi l'anima al sol pensiero, Draco?

Le parole si sciolgono lente, dentro un respiro fra labbra e ciglia. Mi tiene stretta, mi ha attraversata.
Si è infranto dentro di me e in quel rumore mi sono persa.

Per un istante o per sempre?

Ci allontaniamo anche se i nostri corpi restano vicini abbastanza da poter sentire il suo respiro su di me.
Dal momento in cui ricordo tutto, qualcosa mi è preso. Non mi riconosco più adesso, mi sento persa. Sembra che stia in una stanza in cui i muri si stiano restringendo. Soffoco.

È il diavolo che bussa alla mia porta?

Sembro fuori di testa.

Quante volte ancora questa sensazione?

Mi guarda negli occhi, come se non servissero più parole tra noi. Come se fino ad adesso stessimo parlando ugualmente attraverso le nostre emozioni.

"Quante volte ti ho detto che non sono bravo a stare da solo?", domanda in un sussurro che arriva dritto al cuore, martellandolo. Mi mette a dura prova, facendo del mio meglio per non cedere, per mantenerlo.

"Mi hai strappato la pelle dalle ossa. Quando è iniziato questo dolore? Da quando mi hai fatto male? Non lo sai?", chiedo, con un tono basso anche se sovrasto la sua voce e i miei pensieri; con gli organi che sembrerebbero esplodere all'interno.

"Perdo il controllo quando si tratta di te...", inizia premendo il suo pollice sul mio zigomo, accarezzandolo e sentendo il vento avvolgermi a quel tocco, "...ho perso il controllo quando ti ho rivista con lui!", conclude lasciando la presa e togliendo la sua essenza dentro di me.

Come riparerò questo vuoto?

Si allontana, offrendomi la vista delle sue spalle. Cammina in avanti e poi ritorna indietro, venendomi contro, arrabbiato.

"Sto cadendo a pezzi davanti a te, non vedi?", aggiunge urlando, alzando le mani in due pugni, colpendo la siepe davanti a me, facendomi barcollare e chiudere gli occhi per frazioni di secondo. Una rosa rossa ricade a quel tocco. La vedo per terra, da sola, lontana dalle altre.

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