Stranezze

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Parola del giorno: stranezze

Si, stranezze, partendo dai capelli.

Quella mattina i capelli non avevano alcuna forma, ne volevano prenderla. Non sopportavo più quella chioma lunga castana, avevo bisogno di un nuovo look.

Si, ma non in quel momento. Era ora di andare a scuola.

Magari avessi avuto i poteri di Selena Gómez nei "Maghi di Waverley" e invece no.
Avevo il potere di un bradipo in sovrappeso.

Scesi a fare colazione ignorando la mia chioma e sperando che prima o poi prendesse forma.
Mi sedetti al bancone della cucina e notai un biglietto: " stamattina siamo usciti prima, la colazione é nel microonde".

Che dolce  mia madre, mi ha lasciato la colazione nel forno a microonde sperando di aver fatto un gesto carino, e invece no; la colazione era fredda. Vi starete chiedendo tutti cos era? Ve lo spiego io

Un croissant spiaccicato alla crema pasticciera e una tazza di latte e caffè scremato di marmo.

Se il buongiorno si vede dal mattino, quella per me non era giornata, mese, addirittura anno.

Lasciai la colazione all'interno del forno e andai in bagno, aprii l'acqua calda ma non ne usciva una singola goccia.

Avvicinai il getto dell'acqua alla mia faccia è improvvisamente l'acqua iniziò a schizzarmi in faccia come se non ci fosse un domani, allora chiusi il tutto tentando di non creare danni.

Avevo gli occhi appannati per via dell'acqua gelida che mi era entrata all'interno, tentando aggrapparmi alla tenda, ma ahimè mi crollò addosso e caddi sul pavimento.

"Ottimo" urlai arrabbiata nera.

Presi un asciugamano dal mobile in bagno e la misi attorno. Uscii dalla camera dei disastri e mi diressi nella mia, peggio di quella di prima.

C'era il letto disfatto, il cuscino a terra e dei vestiti da piegare sulla sedia della scrivania.

-today, it's a good day!- esclamai.

Presi dei vestiti puliti dall armadio, li indossai in fretta e furia e uscii di casa, lasciandola così. Abbandonata a se stessa, ma ero in ritardo e non potevo permettermelo.

Varcai il cancello come un uragano avventandomi su altri ragazzi senza alcuna meta.

-dove vai così di corsa? Non é ancora suonata- disse la mia amica bionda alle mie spalle.

-ah no? Ma il mio orologio porta le 08:1..

-porta avanti, sono solo le 07:59- continuò Marlena.

-qui c'é qualcosa che non va, e io devo scoprire cosa.

Finalmente la campanella suonò portandomi alla realtà.

Entrai in classe sorridendo, contenta del fatto di non essere entrata in ritardo.
I miei compagni di classe si guardavano tra di loro per poi rivolgermi un'occhiataccia.

Mi sedetti al mio banco e Shawn mi si avvicinò sussurrandomi delle parole indecifrabili all'orecchio, tentando di non farsi sentire dagli altri.

-Shawn cos é che hai detto?- dissi ad alta voce.

-hai la maglia al contrario- disse ridendo sotto i baffi.

-oh porca vacchetta.

Mi alzai dal mio banco diretta in bagno, ma la porta mi si apri di fronte e la prof Wandervall mi scrutò severa.

-dove tenti di scappare?-mi disse l'anziana signora davanti a me.

-vede professoressa, stamattina ho indossato il mio indumento al contrario e vorrei andare a rincipriarmi il naso se é possibile.

- certo che é possibile signorina Russo, nell'ora successiva però.

Le rivolsi un occhiataccia e ritornai al mio posto.

La lezione proseguí noiosamente noiosa e lentamente.

Nel cambio d'ora entrai in bagno ma subito sentii delle voci quindi rimasi allo stipite della porta tentando di ascoltare.

Era Blaire.

-ascoltami piccola mocciosetta. La protagonista del musical devo assolutamente essere io e non quella piccola fiammiferaia, come avete deciso.

-Blaire, io non posso farci nulla- disse una voce a me sconosciuta.

Un momento, era un componente dei gemelli Parker, la sorella di Jonathan Parker, Rose.

-Hey Barbie sgonfiata, prenditela con qualcuno della tua stessa misura.- dissi inviperita.

-oh ma qui non é successo niente, eh piccola Rosmary?

Rosmary? Ma che razza di nome era Rosmary, io pensavo si chiamasse Rose e basta, Okay piccola parentesi.

-Rose, esci di qui, a lei ci penso io- le indicai la porta e lei scappò via in preda al panico, povera.

- eh quindi, tu fai la bulla con quelli del secondo anno a quanto pare, eh piccola Blaire?

-non osare chiamarmi piccola Blaire. É da perdenti.

-sul serio piccola Blaire?- marcai le ultime parole e lei cercò di afferrarmi un braccio, ma mi spostai così aggrappò una saponetta facendosela scivolare sulle scarpe griffate Chanel.

-mi dispiace per le scarpe.. o forse no, la prossima volta cerca di non fare il fenomeno con i più piccoli. Adiós-

Andai negli spogliatoi femminili e fu li, che finalmente misi la maglia nel verso giusto.

Tornai in classe e il professore di economia aziendale era già seduto intento a spiegare.

-quale onore signorina Russo.

-prof in verità io ero ad aggiustarmi la maglia, l'avevo rigorosamente messa al contrario.

-signorina, non faccia la spiritosa.

-mi scusi prof.

Ritornai al mio posto senza obiettare.
Blaire mi fulminò con lo sguardo e stavolta Logan se ne accorse.

-come mai ti ha guardata così?- mi sussurrò l'essere alla mia destra.

-piccola discussione in bagno.

-oh d'accordo.- disse quella specie d'essere umano.

Quella giornata sembrò non finire mai.

Uscii da quell'incubo e cercai un parrucchiere vicino da poter raggiungere a piedi.

-cosa cerchi?-
Mi scivolò il telefono dalle mani.

-ma sei impazzito o cosa?- dissi a Logan, ancora lui.

-cosa cerchi?- mi richiese.

-un parrucchiere, ti interessa?

-mh vediamo, io ne conosco uno, il migliore della città. Vieni con me.

-io in macchina con te? Oh non ci penso proprio, dammi le indicazioni lo raggiungo da sola grazie.

-ma come mi sono offerto di accompagnarti in macchina e tu rifiuti? Quando ti ricapiterá mai ricevere un invito dal capitano della squadra di football?

-spero mai più.

-non essere antipatica.

-oh, non lo sono affatto.

Portami al mareDove le storie prendono vita. Scoprilo ora