Capitolo 8 Nina

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Mi sta ancora fissando, apre la bocca ma non dice niente, con un dito prova a toccarmi la clavicola ma le sue mani rimangono sospese in aria.

"come te le sei provocate queste?" chiede

"non sono nulla" mento. Quelle cicatrici sono esattamente la ragione per la quale ho cambiato parte della città, sono il motivo per il quale non lavoro più in quella pizzeria italiana ad est del Tamigi.

"mi prendi in giro?" chiede

"Louis, sono semplici cicatrici e non sei carino a fissarle come se fossero una specie di alieno extra-terrestre" dico stizzita

"scusa" tenta di sorridere e mi fa tenerezza, mai nessuno si era soffermato a chiedere cosa ci fosse dietro quelle cicatrici, i suoi intensi occhi azzurri mi fanno capire che non è uno che si arrende

"ehy voi" dice Harry "vi fate il bagno o no?"

"si arriviamo dice Louis" ad Harry "se vuoi puoi mettere la mia amglia, cosi non si notato"

"ok, grazie" Louis corre verso la piscina e si tuffa mentre io afferro la sua maglietta nera e vado ad indossarla tra i cespugli, lascio la felpa su una sedia a sdraio e li seguo timida in piscina sperando che la maglia mi stia aderente ai fianchi e non si gonfi. "oh finalmente" dicono in coro Mihaela e Perrie e mi fanno ridere.

Mentre i ragazzi combattono in una specie di lotta che include Niall ed Louis sulle spalle di Liam e Zayn, noi ragazze ed Harry parliamo nell'idromassaggio. Delle luci intermittenti blu e rosse riempono il buio ed Harry si guarda intorno "cazzo" impreca e fischia ai ragazzi "c'è la polizia, datevela a gambe e si salvi chi può" solo alle sue parole capisco ciò che stiamo facendo. Questa è intrusione in residenza privata, se mi prendono sarò arrestata. Non possono arrestarmi perdo la borsa di studio. Mi rendo conto di essere pietrificata dalla paura quando vedo Louis prendermi di peso e trascinarmi via dalla piscina. Corriamo lungo il giardino della villa e mi trascina dentro un piccolo capanno degli attrezzi. Inizio a tremare. Ho freddo e sono bagnata fradicia.

"tranquilla, andrà tutto bene, non aver paura" dice vedendomi tremare

"non ho paura Louis" dico e lo penso veramente "ho solamente freddo" ammetto

"oh" dice e abbassa la zip della sua felpa

"la mia felpa l'ha presa Mihaela" dico senza pensare al suo corpo nudo a pochi centimetri dal mio.

Mi levo la sua maglietta e la canottiera fradice e mi copro il corpo nudo con le braccia. Mi aiuta ad indossare la felpa e rimane a guardarmi, il suo corpo inizia a tremare involontariamente, per cui prendo i lembi della felpa e lo copro stringendolo in un abbraccio, un po' incerto Louis ricambia, forse sorpreso dal mio abbraccio. Ringrazio il buio dello stanzino per non rendere visibile il mio rossore "dicono che il calore corporeo funzioni nei casi di ipotermia" cerco di spiegare il mio gesto di intimità

"shh" mi zittisce Louis e mi porta con se sedendosi su uno sgabello. Mi fa sedere sulle sue gambe senza sciogliere l'abbraccio. Ha i capelli bagnati e sgocciolano alle punte.

"quanto pensi dobbiamo continuare a nasconderci?" gli chiedo

"non so.. come ti sei procurata quei tagli?" chiede e mi sento sconfitta, sapevo me lo avrebbe chiesto l'intensità dei suoi occhi mi ricordavano lui. Sapevo non si sarebbe arreso, ed io non potevo farci nulla, dovevo dirglielo, ma perchè? Non sono i suoi occhi. Non lo sono. Eppure Louis mi fa sentire come mi sentivo con lui. Mi manca Michael, ogni giorno di più.

"è stato circa otto mesi fa"

...

"Vado a buttar via l'immondizia" avevo detto ad Ash uscendo sul retro della pizzeria in cui lavoravamo. Eravamo rimasti solo noi, non c'era stato molto movimento e Aldo il proprietario ci aveva dato il compito di chiudere il locale. Stavamo aspettando Calum e mia sorella Isla. Dovevano portarmi a far un giro tra i locali, per evitare di rimanere a casa, come avevo fatto per i precedenti sei mesi, a piangermi addosso. Michael mi mancava ogni santo giorno.

imperfect. || Michael Clifford ||Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora