Capitolo 41 Nina

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"che vuoi fare?" mi chiede Louis guardandomi con quegli occhi da fine del mondo

"non so, quello che vuoi tu" dico posando lo sguardo sulle mie mani che stringono la tazza di caffe

"uhm.. ok ci sono.. andiamo" dice mettendosi in piedi e mettendosi il capotto, lo guardo curiosa e divertita per cui lo imito, con dolcezza mi aiuta a infilarmi nel mio capotto e dopo aver lasciato la mancia alla cameriera mi prende per mano e usciamo in strada. L'aria fredda e pungente della sera mi pizzica il viso caldo e rabbrividisco, se ne accorge e mi stringe a se.

"di qua" istruisce e mi porta con se. Passeggiamo vicini e silenziosi fino all'entrata del parco.

"è un giardino privato Lou.. non possiamo entrare, l'orario di visita è pass.."

"shhh" dice arrampicandosi su una siepe e scavalcando il muro che recinta il parco

"Lou.. dove sei.. Lou" poco dopo apre un piccolo portoncino e mi chiama

"Dai vieni, conosco i proprietari, ho lavorato qui un paio di anni fa"

"tu sei pazzo" dico correndogli incontro ed entrando nel parco, camminiamo ancora un po' fino ad arrivare ad un piccolo edificio a forma di castello "wow"

"si è un piccolo bar di giorno e una sala ricevimenti la sera" dice

"ecco mi rovina la fantasia" dico sbattendo le mani sulle gambe fingendomi scocciata, ridacchia e mi prende per i fianchi avvicinandomi a se "ok scusa, questo è un castello fatato dove le fatine come te si riunisco per ballare tutta la notte.. cosi va meglio?"

"si molto meglio" sorrido

"ok, vieni"

"oh non mi chiedi di concederti un ballo?" chiedo prendendolo in giro

"un'altra volta Trilly" ride e mi trascina via, ci sediamo su una panchina di fronte ad un enorme lago dove di giorno le anatre sguazzano indisturbate. La luna si riflette al centro del lago rendendo la serata magica.

"wow" mi ripeto osservandomi intorno.

"ti piace qua?"

"quale parte di wow non ti convince?" lo prendo in giro

"tu mi tratti sempre male" dice mettendo il broncio, sembra ferito veramente, ha gli occhi duri e fissi sulle acque del lago

"ehy scherzavo" lo scuoto ma non risponde "no ma fai sul serio?" chiedo, non ricevo risposta per cui lo scuoto ancora di più mettendomi in ginocchio sulla panchina "dai Lou" si volta verso di me e ringhia come una tigre il che mi fa spaventare ma ridere subito dopo, torna a guardare fisso di fronte a se, per cui salgo a cavalcioni sulle sue gambe "non mi parlerai mai più?"

"no"

"nemmeno se.." lascio la frase in sospeso mentre gli do un bacio sull'angolo della bocca

"non mi compri cosi, donna" dice fingendosi un duro. Continuo a lasciargli baci su tutto il viso, per poi scendere sul collo.

"ok.. forse.." la sua voce trema.

Ho bisogno di poggiare le mie labbra sulle sue, ho bisogno di assaporare il suo sapore. Cosi le nostre bocche si uniscono, combaciando perfettamente come le due metà di una mela. Il suo sapore è proprio come lo ricordavo, dolce, fresco, familiare.

"ehy piccola.. vacci piano se non vuoi che ti faccia mia adesso" dice spostandosi leggermente sula panchina "siamo in un luogo pubblico sai?" mi fa sorridere, mi dondolo su di lui stuzzicandolo un po'.

"ok, basta. Ti porto a casa" dice alzandosi tenendomi fra le sue braccia, per poi voltarsi e lasciarmi poggiare i piedi sulla panchina.

Arrivati a casa sua andammo direttamente in camera da letto, mi tolsi le scarpe e le scalciai sotto il letto prima di buttarmici sopra, Louis nel frattempo si è tolto il capotto e lo ha riposto ordinatamente nell'armadio, si toglie le scarpe e i calzini e poi viene verso di me, si ferma ai piedi del letto e prende le mie gambe facendole scivolare ai suoi fianchi, mi metto seduta e mi toglie la maglia, cosi come io faccio con lui, gli accarezzo il torace con una mano mentre con l'altra gli slaccio la cintura dei pantaloni che scalcia via dopo averli sfilati, con le mani gioco con l'elastico dei boxer prima di abbassarli e prendere la sua lunghezza tra le mani, alzo gli occhi e trovo i suoi li a guardarmi. Lo prendo in bocca e lo accarezzo con la lingua senza staccare lo sguardo dal suo "oh Nina" dice quando lo assaporo con più forza, sento la sua mano tra i capelli e l'altra sul viso, mi allontana da se e mi lascia scivolare sul letto

"non cosi in fretta" dice levandomi i jeans e l'intimo contemporaneamente, mi guarda per un secondo negli occhi prima di posare un bacio sulla caviglia scendendo lentamente fino al ginocchio lasciando dietro di se una catena di baci infuocati, scende ancora fino ad inginocchiarsi sul pavimento, portandosi le mie gambe sulle spalle e iniziando a giocare con me, portandomi sempre più verso l'orlo del burrone, chiudo gli occhi e afferro le lenzuola con le mani, il calore mi invade e vengo violentemente.

Louis si sposta su di me e mi da un bacio sulle labbra ancora dischiuse, lentamente mi entra dentro ed entrambi a ritmo dei battiti del cuore raggiungiamo l'orgasmo all'unisono.

È notte fonda adesso, intravedo le luci di Londra dalla finestra semi scoperta dalle tende, un fascio opaco di luce entra nella stanza, illuminando il viso di Louis che dorme tranquillo con le braccia sotto il cuscino. Mi sento tanto bene con lui, ha la capacità di non farmi pensare. Non penso quando sono con lui, per questo motivo preferisco stare qui, con lui, anziché da sola nella mia camera. Guardo l'ora sul display illuminato del mio cellulare, le tre e mezzo del mattino, poi il mio sguardo si sposta sulla foto del display. Isla, Calum, Ash, Luke Celine Sam Mike ed io sorridiamo alla telecamera, siamo al parco in una dei nostri tanti pic-nic all'aperto. In questa foto ha i capelli rosa shocking. Mi ha fatto ridere con le lacrime quel giorno dopo esserseli tinti ed essere venuto da me. Sorrido ancora se ci penso. Oh Michael, dove sei? Non faccio altro che chiedermelo da quando sei andato via.

Mi sveglio troppo presto, ho dormito troppo poco, Louis non è più al mio fianco. Porto la testa sotto le coperte sperando di riprendere sonno ma cosi non è. Mi alzo e prendo un paio di boxer di Louis da uno dei cassetti e me li infilo cosi come per il maglione grigio che ha lasciato cadere sul pavimento ieri, è caldo e profuma di lui. Esco nel corridoio e mi guardo intorno come una ladra prima di scendere al piano di sotto. Louis è sul divano con il cellulare in mano che parla di lavoro con qualcuno che sembri si chiami Smith. Non fa caso a me, è troppo preso dal discorso per farlo. Lo lascio fare e vado in cucina a prendere un bicchiere d'acqua.

"ok, Smith" dice e voltandomi noto che mi sta guardando "ci aggiorniamo più tardi" chiude la chiamata e viene verso di me "buongiorno" dice portando le mani ai miei fianchi e spingendomi contro il bancone

"buongiorno" sorrido prima di lasciargli un bacio sulle labbra.

"che ti va di fare oggi?" mi chiede ed io guardo l'ora nell'orologio appeso alla parete

"eh.. non so te, ma io sono in ritardo per l'università" dico sciogliendo l'abbraccio e correndo al piano di sopra. Prendo i miei jeans e li infilo saltellando su una gamba e poi l'altra, entro in bagno e mi lavo il viso, prendo il suo spazzolino e lo uso per lavarmi i denti, Louis entra in bagno e accende l'acqua della doccia.

"se mi aspetti, ti accompagno in macchina dice entrando nel box doccia con i vetri trasparenti, osservo il suo corpo dallo specchio, è perfetto, ogni centimetro del suo corpo lo è.

"è il mio spazzolino?" mi chiede ed io annuisco "passamelo" dice ed io lo allungo verso di lui, e mi stupisce quando dopo averlo usato io lo infila in bocca senza nemmeno lavarlo e cambiare dentifricio.

"ah Louis" dico e lui sorride uscendo dalla doccia chiedendomi di passargli l'asciugamano. È perfetto e disinvolto nella sua nudità.

Finalmente si è vestito e ha asciugato i capelli, prende le chiavi e la mia mano mentre usciamo da casa sua. Il viaggio in macchina è più breve di quello con la navetta, prima di scendere mi afferra un polso e mi fa voltare verso lui, mi lascia un bacio sulle labbra e sorride malizioso "stasera passo a prenderti al pub.. non vedo l'ora di levarti via i boxer che hai messo stamattina" arrossisco violentemente, allora se ne è accorto. Mi da un altro bacio e lascia andare il polso. Scendo dall'auto incerta sui miei passi. Louis. Sorrido al pensiero e mi avvio in aula"

imperfect. || Michael Clifford ||Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora