Capitolo 29 Nina

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Siamo in pieno inverno, Michael ed io ci conosciamo da un po' ormai. Gli voglio bene come se lo conoscessi da una vita, in questi mesi ha cambiato spesso colore dei capelli, da rosso, a rosa, a viola in tre tonalità, oggi li ha bianchi. Mi piacciono questi suoi cambiamenti. Nel corso di questi mesi sono andata a casa sua. La prima volta che ho messo piede nell'appartamento ho conosciuto Lorelay, la moglie di suo padre e con lei c'era il piccolo Drew, somiglia molto a Mike, ha i suoi occhi e anche il sorriso è molto simile.

Sono a casa sua oggi, lo aiuto con i compiti, anche se è due anni avanti, mi piace aiutarlo, mi prepara ai corsi successivi. Ma una matita tra i denti ed è piegato sul tavolo della cucina con le ginocchia piegate sulla sedia. Lo guardo e ispeziono il suo viso come se ogni volta fosse l'ultima. Mi piace guardarlo quando è cosi concentrato, quando lascia il mondo fuori e si concentra solo su una cosa, i suoi occhi passano veloci tra le parole della pagina e sfoglia il libro in pochissimo tempo per poi tornare alla prima pagina e scrivere degli appunti sul suo taccuino.

"ti sei incantata un'altra volta" dice interrompendo i miei pensieri.

"mi capita spesso, lo sai" dico senza imbarazzarmi, ci ho fatto l'abitudine, proprio come l'ha fatta lui. Sorrido e prendo il suo quaderno per darci un'occhiata.

"stai migliorando Mike" ispeziono i suoi scarabocchi e penso di amare quella sua scrittura da maschio. Piena di scarabocchi e lettere messe a caso, non come noi ragazze che impieghiamo ore per trovare la scrittura perfetta e ordinata che vogliamo.

"dici? Io mi sono proprio annoiato"

"per questo devi darti una mossa a superare l'anno" dico e lo faccio sorridere, nel corso del tempo ho visto molto di più i suoi sorrisi che quelli di chiunque altro, e mi piace pensare che sono io a farlo sorridere. Lorelay entra in cucina con diverse buste della spesa e ci saluta con un goffo 'ciao'. Lorelay è una donna giovane, ha i capelli castano chiaro e lunghi fin sotto le scapole, sempre pettinati e in ordine, ha la pelle liscia è perfetta, gli occhi chiari e un bel sorriso. Tutto in lei è perfetto, è una madre amorevole, e mi piace il suo comportamento verso Michael.

"Mike hai preso dalla soffitta gli scii che ti avevo chiesto?" chiede e Mike si irrigidisce

"non ancora"

"Oh Nina, mi dispiace tanto che tu non possa venire, impegni di famiglia vero?" mi chiede ed io non capisco di che cosa stia parlando

"come prego?"

"niente" sbotta Michael guardando male verso Lorelay che si poggia alla penisola e ci osserva

"Michael ha detto.."

"niente, Lorelay" la interrompe Michael

"falla parlare" lo rimprovero e lui ruota gli occhi

"beh il prossimo fine settimana andiamo in gita sulla neve.. abbiamo chiesto a Mike di portare te, cosi che non si sentisse solo, sai certe cose diventano più divertenti se hai un amico, e lui ha detto che te l'avrebbe detto.." si interrompe capendo improvvisamente la reazione di Michael, ed anch'io la capisco.

"ah si.. me ne aveva parlato" dico ingoiando il rospo, guardo il cellulare e fingo un impegno improvviso. Salto giù dallo sgabello è annuncio loro che sto andando via, senza che abbiano la possibilità di replica sono già nell'ingresso ed ho infilato il giaccone "aspetta Nina" dice Michael ma sono già in strada con le cuffie dell'ipod nelle orecchie, tento di accenderlo ma la batteria si è scaricata, ma lui non lo sa. Faccio finta di non ascoltarlo, so che non mi sta seguendo, per cui voltato l'angolo corro verso casa mia.

Mi chiudo in stanza e mi siedo ai piedi del letto. Perché non mi ha chiesto nulla? Sa quanto amo la neve, sa quanto mi piacerebbe prendere lezioni di scii, lo sa, gli riempio la testa ogni santissimo giorno. Bussano alla mia porta ma non mi va di aprire, non mi va di vedere nessuno. Non rispondo magari se pensano che non ci sia smetteranno di bussare, ma cosi non è e poco dopo la porta si apre comunque ed entra Mike.

"ehy" ha il fiatone e si piega poggiando le mani sulle ginocchia. Sento le guance umide e mi affretto ad asciugare le lacrime, non mi ero accorta di aver iniziato a piangere. Maledetta me.

"mi dispiace" dice inginocchiandosi accanto a me, ma evito di guardarlo in faccia "non volevo portarti con me" le sue parole mi tagliano in due "cioè.. vorrei che venissi.. ma non voglio che assisti ad una eventuale litigio con mio padre"

"non mi devi dare una spiegazione.. tanto non ci sarei venuta" dico alzandomi da terra e andando verso la scrivania e prendo un foglietto per mostrarglielo "il fine settimana faccio da baby-sitter a Charlie la figlia della signora Green."

Anche lui si alza e viene verso di me prendendo quel inutile pezzo di carta bianco e immacolato dalle mie dita prima che possa impedirglielo "mi prendi in giro?"

"no, è scritto con l'inchiostro invisibile" tento ma lui mi guarda torvo

"mi sento uno schifo.. puoi per piacere dimenticare questa giornata e chiedere il permesso ai tuoi per venire con noi? In fondo credo che se ci sei tu non litigherò con lui.. dai ti prego" dice e mi accarezza le guance con il pollice, i suoi occhi sono fissi nei miei e vedo attraverso le sue iridi che è dispiaciuto, non sopporto vederlo cosi quindi annuisco e finalmente sorride, mi attira a se e mi abbraccia. Amo quando lo fa, adoro il suo profumo.

Al piano di sotto mio padre è appena rientrato dal lavoro e mia madre gli da un bacio sulle labbra, la cosa sarebbe disgustosa ma a me piace vedere che dopo tanti anni si vogliano ancora bene. " Michael" mio padre saluta il ragazzo tinto e poi da un bacio a me "signore" risponde Michael a disagio. Anche se frequenta più casa mia che la sua è sempre a disagio davanti a mio padre, credo sia una questione psicologica, come biasimarlo, non ha mai avuto una vera figura paterna e nemmeno il rapporto che io stessa ho con mio padre.

"papà, mamma posso chiedervi una cosa?" dico e mia madre lancia un'occhiata a mio padre ma non dice niente. "Lorelay mi ha chiesto se voglio andare nel loro chalet di montagna il fine settimana.. so che è imprevisto, ma sul serio non ho mai imparato a sciare, ogni volta che facciamo una vacanza andiamo al mare, non che mi dispiaccia, ma la neve? Ne vogliamo parlare? E poi a scuola sono brava, ho il massimo dei voti in tutte le materie.. dai ti prego papino" dico portandogli le braccia al collo e mia madre ride

"le dirai di si vero?" dice e mio padre mi guarda, sbatto le ciglia come se fossi bambi e sorride

"Michael" chiama il mio amico che drizza la schiena e lo guarda "ti prendi cura della mia bambina? Se torna con un solo capello fuori posto è la tua fine"

"è una minaccia papà?" chiedo e un piccolo, quasi impercettibile sorriso arriccia le sue labbra

"dov'è finito papino?" mi chiede prendendomi in giro

"le posso assicurare che non le succederà nulla" dice Michael guardando me e non mio padre che suo malgrado annuisce e mi guarda "se mi resti incollata non preparerai mai la borsa da viaggio" mi punzecchia ed io mollo la presa "ok papino" trascino le parole e sorrido salendo sul primo gradino delle scale

"Mike ti fermi a cena?" dice mia madre prendendo qualcosa dalla credenza

"io.." inizia Mike

"Si mamma" dico io e poco dopo lo afferro da un braccio e saliamo al piano di sopra.

Venerdì mattina sono sveglia gia dalle cinque, ho preparato le mie cose e ho riempito due borsoni da viaggio, ho un sonno pazzesco, non faccio altro che sbadigliare, intorno a me c'è solo silenzio, Mike e i suoi passeranno a prendermi verso le cinque e mezzo, per cui decido di provare a prendere il caffe, di solito nei film dicono che aiuti, che ha un buon sapore, vedo gente bere caffe in continuazione, come la madre di Rory in 'Una mamma per amica'. Porto alle labbra la tazzina e ingoio il caffe caldo. È amaro anche se ci ho messo due zollette di zucchero, ha un sapore troppo forte, perché quelli dei film non fanno altro che chiedere caffe? Ah devo finire di credere a quello che dicono i film. Il mio cellulare si illumina ed è Mike, sono fuori casa mia, per cui scrivo un biglietto veloce a mamma, apro la porta trovando Michael sulla veranda e gli passo i miei borsoni "saremo via solo tre giorni.. cos'è tutta questa roba?"

"lo stretto necessario" lo zittisco ed esco di casa chiedendomi la porta alle spalle.

Ok montagne innevate, Nina sta arrivando!

imperfect. || Michael Clifford ||Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora