Capitolo 42 Nina

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La lezione di filosofia del linguaggio è lunga e noiosa, e sono troppo stanca per seguire il prof. Prendo il cellulare e registro la lezione, chiudo gli occhi e poggio la testa sulle braccia intrecciate, se solo potessi dormire un po'.

"ehy dormigliona" aprii gli occhi di scatto trovandomi accanto la ragazza di qualche giorno fa

"ehy" dico con voce rauca

"lezione interessante è?" sorrido e annuisco "non hai dormito molto" non è una domanda è un affermazione

"no.. non ci sono riuscita"

"perché non vai a casa? Ti passo i miei appunti dopo"

"si, ok, ci sto.. grazie.. non saprei come fare senza di te"

"ma va per cosi poco?" le sorrido e prendo le mie cose

"a domani bella!" la saluto ed esco dall'aula.

Arrivo a casa esausta, non appena tocco il letto sono gia sprofondata nei miei sogni.

Apro gli occhi sbattendo più volte le palpebre. "oh finalmente ti sei svegliata" sul bordo del letto Mihaela mangia da una ciotola del gelato con della granella di nocciola sopra "hai dormito per tutto il giorno"

"che ore sono?" dico con voce soffocata

"le sei" mi alzò di scatto e la testa inizia a girare vorticosamente "sta calma, Mark ha chiamato per dire che oggi il locale rimane chiuso, pare che la moglie e il figlio abbiano l'influenza e lui preferisce rimanere a casa" spiega la bionda porgendomi una tazza piena di gelato accanto a lei "dai andiamo avanti" le sorrido e afferro la tazza "ok.. dove eravamo rimaste?"

"ah Mike che fa a botte per te" annuisco, mi infilo un cucchiaio colmo di gelato in bocca e deglutisco prima di iniziare.

Mike ed io non ci vediamo praticamente da quella sera, è passata una settimana, la settimana nella quale Michael è stato impegnato notte e giorno per quei dannati lavori socialmente utili, facciamo sul serio? È stata solo una rissa, ma ovviamente se avesse evitato di rompergli il naso sarebbe stato meglio. Oggi ho deciso di andare da lui, infondo sarà a casa, lo spero almeno. Quando sono fuori casa sua sono immobile a guardare la finestra di camera sua, potrei mandargli un messaggio e fargli sapere che sono qui, nel momento in cui sfilo il cellulare dalla tasca del capotto Lorelay e Drew escono di casa

"ciao" mi saluta lei sorridente

"ciao Lor" la saluto

"sei qui per Mike?" nel corso del tempo Lorelay ha preso un posto fondamentale nella vita di Michael, è la cosa più vicina ad una madre che ha e ne sono felice, Lorelay ha pagato la cauzione di Michael e si è occupata della sua difesa in tribunale, lei si è presa un arrabbiato adolescente sotto la sua ala protettrice e lo ha tenuto con se, proprio come mamma chioccia ed anche se Michael non lo ammetterà mai, le è grato per questo, le è grato per non farlo sentire fuori posto in una famiglia in cui il suo vero parente lo odia e non lo degna di uno sguardo.

"si.. ma non sa che sono qui"

"immaginavo, è taciturno ultimamente.. non ha voluto vedere nessuno, sono venuti più volte Ashton e gli altri ma li ha sempre allontanati, so che con te sarà diverso.." mi stringe la mano e sorride

"beh si lo spero" ammetto il suo sguardo emana calore e le sono grata per questo, ci riesce sempre a tranquillizzarmi.

"beh, sto portando Drew in piscina ed io vado ad un appuntamento con delle amiche, tu e Mike avete casa libera, per piacere non me la distruggete" mi raccomanda ed io annuisco sorridendo. Entro in casa di Mike e salgo le scale fino ad arrivare di fronte la sua camera, busso e aspetto una risposta.

"Lor ti prego" dice attraverso la porta, la apro e mi affaccio trovandolo sul letto

"sei vestito?" dico prendendolo in giro "posso?" incerta faccio un passo avanti mentre i suoi occhi incrociano i miei.

"ehi" si mette seduto "si vieni"

"mi dispiace non essere venuta prima" dico correndo da lui e sedendomi sulle sue gambe, gli stringo le braccia intorno alle spalle e lo sento sorridere per poi abbassare il viso tra i miei capelli

"non fa niente, ora sei qui" dice cosi dolcemente che mi fa sentire male per tutto quello che gli è capitato "voglio che tu sappia" inizia a dire incerto "che se ho fatto quello che ho fatto è perché.."

"lo so è tutta colpa mia mi dispiace"

"no" dice allontanandomi per guardarmi negli occhi "non lo dire nemmeno per scherzo" ha gli occhi tristi ma arrabbiati, ci sono riuscita a farlo arrabbiare di nuovo "è colpa di quel cretino, giuro che se tornassi indietro io.." stringe le mani a pugno e fissa un punto sul muro alle mie spalle

"ehy" dico distraendolo "smettila di decidere in che modo farlo fuori" gli sorrido e sembra rilassarsi, si butta sul materasso lasciandomi a cavalcioni su di lui e arrossisco violentemente, provo a scendergli di sopra ma il suo sguardo mi intrappola, sorride guardandomi e apre bocca per parlare "allora che si dice a scuola?"

"nulla, solite cose" dico facendo spallucce sentendo l'irresistibile voglia di baciargli quelle labbra perfette, mi sento ancora più a disagio a pensare certe cose mentre sono a cavalcioni sulla sua vita. "e.. i ragazzi? Sono arrabbiati con me per non essere andato alle prove?"

"no, non hanno fatto prove, Mike aspettano che tu torni.. non sono loro senza di te" sorride e si porta le mani dietro la testa.

"sei comoda?" mi chiede prendendomi in giro e arrossisco ancora di più

"sei tu che ti sei lasciato cadere indietro dico spostandomi su una gamba e faccio per scendere quando lui mi blocca "dove vai scimmietta?" mi chiede facendomi sorridere

"hai detto che stai scomodo"

"no, non l'ho detto" le sue mani accarezzano le mie gambe e sento i brividi lungo la schiena

"che stavi facendo?" cerco di distrarmi

"guardavo i Pokemon, ora sto perdendo le Ninja's Turtles"

"se è un modo carino per dirmi che sono di troppo sappi che.." scoppia a ridere portandosi le mani sul torace "vuoi vedere i cartoni animati con me?" mi chiede e annuisco, torna a sedersi e si sposta verso la testata del letto portandomi con se, mi alzo in piedi sul letto e mi siedo nella stessa posizione ma stavolta gli do le spalle. Le sue braccia mi stringono circondandomi la vita e intrecciando le mani. Poso le mani sulle sue. Mi sento cosi a casa quando sono tra le sue braccia.

"Mike?" dico in un sussurro con le guance calde ma almeno ora non mi sta guardando

"cosa?" chiede stringendomi più a se, poggio la testa sulla sua spalla e sospiro

"grazie!"

imperfect. || Michael Clifford ||Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora