II - Fuga.

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Near prese il suo cellulare e chiamò Irena Lawson

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Near prese il suo cellulare e chiamò Irena Lawson.

Quest'ultima non rispose subito, occupata com'era da altro.

-Sì, Near?

-La tua originale posizione su Kuro Kira e King Kira era che desiderassero uccidersi a vicenda, e se invece non fosse così, se i due in realtà si piacessero?

-Se Kuro Kira è Raiko Masakuro e King Kira Darius Montpelliére non mi meraviglio che questo sia accaduto. Sono così simili, sono di sesso opposto e eterosessuali. Non sarebbe di certo un amore normale il loro. A questo punto penso proverebbero a convincersi a vicenda dei propri punti di vista, con l'intenzione di far cambiare idea all'altro sul suo operato.

-Cosa mi sapresti dire sull'intensità di tale sentimento?

-Non saprei dirti con sicurezza del ragazzo, ma Raiko Masakuro sicuramente ne diverrebbe ossessionata.

-E di lui?

Irena ci rifletté leggermente.

-Non ne sono sicura, ma potrebbe essere una cosa seria. Molti uomini si interessano seriamente alle donne che reputano difficili da conquistare. La soddisfazione del conquistare completamente il cuore di qualcuno che sembra impossibile alimenta la loro stima e il loro ego. Darius sicuramente è qualcuno del genere, tentato e attratto da una tale sfida. Immagina come potrebbe sentirsi potente se fosse proprio lui a controllare le azioni e le emozioni di Kuro Kira, se diventasse il centro del suo mondo e la sua ragione di vivere...

-E Raiko sarebbe in grado, secondo te, di tale amore?

Irena rise leggermente, non per divertimento.

-Sì, ma solo se ha ricevuto una dichiarazione chiara da parte del ragazzo. Hanno mai passato del tempo da soli?

-Sì. Ascoltami, Irena, questa storia finirà molto presto. Fidati di me.

-Cosa te lo fa affermare?

Chiese lei leggermente spaventata.

-Ho i miei assi nella manica.

Near chiuse la chiamata prima di poter ricevere ulteriore risposta dalla donna.

Nella sua piccola casa mal ridotta, Raiko si sentiva sola e completamente circondata dalla paura e dal disgusto.

Continuava con molto dispiacere la sua opera e faceva attenzione a qualsiasi movimento da parte di Darius e Near. Sicuramente presto avrebbero agito e lei non vedeva l'ora che questo accadesse.

I volti continuavano a comparire sullo schermo del Death Phone, fino a che, per ironia del destino, esattamente dopo che Near aveva avuto quella conversazione con Irena, gli occhi scuri della ragazza non si posarono sul viso un bambino di tre anni, il quale nome era Kyle Byron Lawson.

Era ormai un'operazione automatica quella che svolgeva.

Ci volle meno di mezzo secondo per connettere quei tratti angelici con quelli di Irena Lawson. Stessi capelli castani, stessi occhi chiari, stessa bellezza, stesso cognome.

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