secrets (pt.1)

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Un lampo che illumina tutta la stanza.

Bum, ecco il tuono pochi istanti dopo.

“L’unica cosa che ricordo di scienze a scuola era che la luce era più veloce del suono”

“Basta guardare i temporali”

“Mh”

Tre lampi consecutivi.

“Aspetto un enorme tuonata”

Che non arrivò mai.

“Ah, non mi guardare così, mica ho studiato scienze io!”

Perrie rise.

Era in una strana posizione semi sdraiata sul lettone con Zayn- la testa di lei sulla pancia di lui e il suo braccio a circondarle il seno- e avevano aperto le tende delle finestre per osservare meglio il temporale; stavano così da circa mezz’ora.

Dopo la strana confessione di Perrie- che aveva suscitato non poche paure in Zayn- i ragazzi si vedevano praticamente sempre e iniziavano a considerarsi una coppia a tutti gli effetti.

Certe volte il moro prendeva un permesso speciale e riusciva a scappare dalla sua camera, di notte, per intrufolarsi in quella della bionda, che gli aveva dato una copia della sua chiave.

Facevano colazione, pranzo e cena insieme e il ragazzo ascoltava in tutti i modi la sua fidanzata, consigliandola e supportandola.

Sembrava perfino che i suoi periodi delle varie psicosi fossero più rari e certe volte riuscivano perfino ad uscire, sotto lo sguardo gelido di Jade.

La donna, dal giorno della ‘scusa della pinza’ non aveva rivolto la parola a Perrie, ma aveva tentato di ignorare qualunque contatto con lei.

Non veniva più in camera sua, non le rivolgeva più i soliti sorrisi affettuosi e non si preoccupava di chiederle come stesse.

Da essere la sua unica amica in quella struttura era passata a essere l’unica persona che la odiava.

Spiava la coppia da ogni angolo dell’edificio e tramava i modi più strani per farli litigare o, al massimo, far soffrire davvero tanto la bionda.

Credeva di aver sviluppato una sorta di istinto omicida, ma non capiva come. Insomma, Perrie non le era mai appartenuta e una semplice notte di sesso non poteva far nascere quella follia nella mente della donna.

Tentava di ignorare il pensiero e sfogava la rabbia su piccole bamboline vo-doo fatte a mano che poi nascondeva nel ripostiglio delle scope al quarto piano.

Zayn starnutì e la testa di Perrie sobbalzò seguendo il suo stomaco.

“Scusa”

La bionda rise e tracciò in aria i contorni di un animale.

“Cosa stai facendo?”

“Una volta ho letto che Pablo Picasso, da piccolo, è riuscito a disegnare un perfetto delfino tracciando un solo segno sulla sabbia, magari anche io ho questo talento” disse facendo del suo meglio per imitare l’impresa del pittore.

“Non penso, Pez. Non sembra nemmeno un delfino” rispose il moro osservando le dita della ragazza muoversi sinuose in aria.

“Beh, grazie dell’incoraggiamento!”

“Quando vuoi!”

Il loro rapporto era più o meno così, si prendevano in giro a vicenda, scherzavano sulle insicurezze e difetti dell’altro e tentavano di prendersi così com’erano, perfettamente imperfetti.

room 287 || zerrieDove le storie prendono vita. Scoprilo ora