sunset.

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You’ve got the words to change a nation, but you’re biting your tongue, you've spent a life time stuck in silence afraid you'll say something wrong: if no one ever hears it how we gonna learn your song?” cantò Perrie passando delicatamente un dito sulla pellicola della foto.
“Cosa?” domandò Zayn arricciando il naso.
La bionda scosse la testa sorridendo “Niente. E’ solo una bella frase. Mi ricorda un mio vecchio amico.”
Osservò il solito panorama e si accorse che, miracolo, oggi non pioveva.
Dopo una settimana intera di temporali e fulmini, vedere anche un momentaneo raggio di sole riusciva a far sorridere.
“Fammi vedere la foto.” disse il moro indicando la pellicola che Perrie teneva in mano.
Era venuto a farle visita due ore prima, e aveva assistito alla ‘restaurazione’ di tutta la sua stanza, ‘L’ha già fatto in precedenza, vedrai che caccerà fuori le cose dai cassetti, le guarderà per un po’ e le rimetterà dentro.’ gli aveva assicurato Jade scettica.
Non sapeva il vero motivo che l’aveva spinto a restare e osservare quello ‘spettacolo’, fatto sta che si era seduto a gambe incrociate sul letto e aveva osservato la ragazza muoversi freneticamente avanti e indietro, alla ricerca disperata di un qualcosa d indefinito durante le ultime ore.
Ora teneva una piccola foto in mano, e canticchiava canzoni lente guardando la finestra.
“Tieni.” allungò la mano e la porse al moro, che la osservò per qualche secondo.
L’immagine ritraeva due giovani ragazzi, con le teste vicine e i sorrisoni a trentadue denti: uno aveva gli occhi verdi e le fossette, l’altro gli occhi piccoli e azzurri, e dei tratti estremamente delicati.
Il riccio dagli occhi color smeraldo teneva la macchina fotografica e Zayn riusciva a intravedere un braccio muscoloso ricoperto di tatuaggi, mentre l’altro era poggiato sulla spalla del moro.
Restò ipnotizzato da quell’immagine, non aveva la minima idea di chi fossero, ma ebbe come l’impressione che fossero nati per stare insieme.
Erano spettacolari.
Il verde combaciava nell’azzurro, i loro sorrisi si completavano, erano così felici che.. “Erano così belli che credevo che, se il mondo fosse mai sparito, loro non se e sarebbero accorti. Avrebbero potuto creare un loro mondo e vivere lì felici, insieme, per sempre.” disse all’improvviso Perrie girandosi.
“Chi sono?” era come se la ragazza gli avesse tolto le parole di bocca.
Le restituì la foto, mentre prendeva fiato.
“Il ragazzo coi capelli lisci è Louis, l’altro è Harry. Louis era il mio vicino di casa dall’età di quattro anni, siamo cresciuti insieme ed era il mio migliore amico. Non nego di non aver avuto una cotta per lui.” rise “Un giorno incontrò Harry ad una festa di fine anno, e fu amore. Avevano paura ad uscire insieme, paura di farsi vedere dalla gente, di essere derisi o picchiati. La situazione in casa non aiutava nemmeno. Le loro madri erano contrarie a questa relazione, quasi schifate. Non dimenticherò mai la faccia di Johannah quando scoprì che suo figlio era gay. Louis è venuto a casa mia in lacrime e abbiamo dormito insieme. Avevamo sì e no sedici anni.
Erano costretti a vedersi di nascosto, ad amarsi in pubblico tramite sguardi e trattenere ogni carezza.
Non erano fidanzati, non erano amici. Gli amici non dormono nello stesso letto, non si comportano in quel modo, non si amano in quel modo.
Immagina essere costretto a nascondere la tua ‘natura’, la tua essenza. Non saresti più tu. La cosa durò un anno e mezzo, nessuno dei due riusciva più a reggere la scenata. Si lasciarono, tra mille lacrime e tante parole non dette, e non so come andò dopo.” raccontò tutto d’un fiato Perrie. “Ho solo una foto, testimonianza di un amore incompiuto. L’ho presa di nascosto dal suo cassetto, ogni volta che la guardo non posso fare a meno di sorridere.”
Anche Zayn non poté non fare lo stesso, intenerito dalla storia.
Sembrava quasi una favola, e sperava veramente avesse avuto il suo lieto fine.
Si passò la mano fra i capelli, non trovando la cosa giusta da dire e sorrise imbarazzato.
Erano le due passate e il tempo sembrava volare, fra quelle lenzuola profumate e il fruscio lieve delle carte.
Il ragazzo non voleva passare la giornata chiuso all’Heartland e decise di concedersi una passeggiata all’aperto: l’aria fresca non gli di certo avrebbe fatto male, e non usciva da tanti giorni.
Non era sicuro di voler invitare Perrie, si sentiva ancora un po’ in imbarazzo dopo l’incontro dell’ultima volta, quando aveva dovuto pulirle il sangue dai polsi, tranquillizzarla e ammettere di tenere a lei.
Le ricordava terribilmente Najiya, e la cosa gli incuteva tanto timore.
Non voleva facessero la stessa fine.
“Hey Pezz, ti va di fare una passeggiata?” chiese tutto d’un fiato.
L’espressione della ragazza fu un misto di felicità e sorpresa, ma non riuscì a reprimere un enorme sorriso “Certo!”
Zayn sentì il cuore più leggero e, in qualche modo, era felice.
Poteva trascorrere del tempo extra con la bionda, prendersi cura di lei e aiutarla.
Non ricordava questo suo lato caritatevole, ma gli piacque.
“Dammi dieci minuti, e sono pronta.” urlò chiudendosi la porta del bagno dietro.
Il moro osservò la stanza e, si, Jade aveva avuto ragione, era esattamente come prima.
Non capiva proprio tutto quel lavoro inutile, lui non l’avrebbe fatto neanche sotto costrizione.
Forse era per questo che si era portato solo un piccolo trolley all’Heartland: non voleva molti oggetti con sé perché non era un tipo ordinato e sapeva che prima o poi avrebbe messo a soqquadro la camera.
Perrie uscì qualche minuto dopo, i capelli legati in una coda alta e una lunga gonna rossa a fasciarle perfettamente i fianchi tondi.
Aveva un bel fisico e ne era sempre stata consapevole.
Forse era meno cosciente dell’effetto che faceva agli altri.
 
 

room 287 || zerrieDove le storie prendono vita. Scoprilo ora