disaster.

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Perrie premette i palmi contro il vetro, lasciando un alone bianco intorno, e schiacciò il naso alitando contro la superficie fredda.

Sospirò, impreparata a quella sensazione.

Aveva trascorso il pomeriggio più bella della sua vita con Zayn ieri e temeva di aver rovinato tutto.

Temeva che il ragazzo avesse potuto percepire la sua paura, tastare la sua pelle d’oca e avvertire l’alone di tensione che l’avvolgeva.

Temeva che dopo il suo ennesimo ‘attacco’, avvenuto subito dopo il bacio, lui avesse deciso di non farle più visita e si fosse rifugiato nello studio.

Non lo poteva di certo biasimare, era solo stanca di essere una specie una bomba pronta e esplodere in qualunque momento.

‘Se solo potessi essere normale per almeno un giorno.’ pensò sospirando.

Osservò le pillole poggiate sul comodino, disgustose e inutili.

Erano passati anni dall’ultima volta che era stata con un ragazzo, ciò la rendeva terribilmente insicura, per di più non era abituata a un contatto umano maschile, avendo abbracciato e baciato solo Jade negli ultimi due anni.

Il modo in cui le loro labbra si erano unite era stato magico, come se fosse scoccata una scintilla fra di loro; un qualcosa che nessuno dei due ragazzi era pronto ad accettare.

Troppo insicuri, troppo immaturi, avrebbero rischiato di ferirsi l’un l’altro.

Lei, coi suoi attacchi d’ansia e l’odio segregato nel petto.

Lui, con la rabbia mischiata alla rassegnazione ancora dentro.

Erano troppo simili, forse troppo pericolosi per amarsi.

Ecco perché non avevano parlato dopo il bacio, ma si erano limitati a guardarsi negli occhi, tentando di immortalare quel momento.

Perrie non aveva avuto il coraggio di avvicinare la sua mano alla guancia del moro; lui non aveva avuto la forza di baciare ancora il suo collo.

Erano rimasti in quella posa per qualche minuto, prima di alzarsi e dirigersi verso casa, mano nella mano.

Perrie tossì, aggiustandosi nervosamente i capelli. 

Pensò a cosa avrebbe potuto dire ora, aveva ancora lo sguardo di Zayn puntato addosso e le sue labbra a pochi centimetri.

Nell’aria si diffondeva un piacevole profumo di pop-corn.

-Sei bellissima- sussurrò il ragazzo avvicinandosi e tentando un secondo approccio.

‘No. E’ stato un errore.’ si ripetè mentalmente la bionda.

Strinse gli occhi e inspirò.

-Tutto a posto, Pez?- chiese preoccupato il moro allontanandosi e osservandola meglio.

Tremava leggermente, teneva i pugni chiusi e sembrava trattenere una forza sovrumana in quel corpicino pallido e magro.

Passò un’unghia sulla gamba fasciata dalla gonna rossa e tentò di scavare più fondo.

-Hai mai pensato alla morte?- sussurrò osservando il prato.

Aveva fatto un piccolo strappo alla gonna.

-Cosa?- domandò il moro grattandosi il mento.- Se vuoi ti riporto all’Heartland. Si sta facendo buio.’

-NO!’- urlò la ragazza. 

Si alzò dalla panchina, avviandosi verso un albero e tirando un forte pugno contro la corteccia ruvida.

Scoppiò in una risata isterica e si gettò a terra, piangendo a dirotto.

room 287 || zerrieDove le storie prendono vita. Scoprilo ora