I love you, Pez.

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Il mattino seguente Perrie si alzò confusa e felice, certa che quella gioia fosse diverso da ciò provato con Jade e osservò il ragazzo steso dietro di lei.

Accolto tra le braccia di Morfeo, aveva un’espressione tranquilla, le labbra un po’ arricciate, come se dovesse mandare un bacio a qualcuno, le guance arrossate e un braccio raccolto a mo’ di cuscino sotto la testa.

Tremendamente tenero, la ragazza fu tentata di stritolarlo e strozzarlo fra le braccia: si ricordò che troppo amore uccideva.

Dopo la conversazione di ieri era rimasta poggiata sul suo petto per qualche minuto, prima che un lampo illuminasse la stanza e le ricordasse di essere in una città americana nel pieno di un temporale e non sulla spiaggia inglese, coi piedi bagnati dal Mare del Nord e il viso dalle lacrime altrettanto salate.

Aveva continuato a scherzare con Zayn come se non fosse accaduto nulla, impegnandosi con tutta se stessa per dimenticare, e mentre il suo sorriso diceva una cosa, i suoi occhi raccontavano tutt’altra storia.

Li tenne chiusi con la scusa del ‘mi bruciano’, per impedirgli di diventare rossi e piangere, di nuovo.

Non era mai stata forte, ma non voleva dimostrarsi larva fino a tal punto.

Accarezzò la guancia del moro e sospirò, pensando a tutti i bei momenti passati con lui durante le ultime settimane.

Dal loro primo incontro, avvenuto nella stanza dell’ospedale, fino alla notte scorsa, ne erano cambiate di cose.

Perrie aveva imparato a conoscere ogni dettaglio, ad apprezzare ogni pregio e a memorizzare ogni difetto di Zayn- oltre a sapere a memoria il suo albero genealogico- e riusciva ad intendersi perfettamente con lui.

Lo spronava a sorridere di più, ‘ma non troppo, altrimenti tutte le ragazze cadranno ai tuoi piedi, e sarò gelosa’, riprendere la sua vita in mano e a impegnarsi veramente nel suo mestiere.

In fondo, si erano conosciuti grazie a quello e lei voleva che fosse riconoscente, in qualche modo.

Si erano scoperti entrambi amanti di Ed Sheeran e cantavano spesso le sue canzoni, mentre lei suonava qualche accordo al piano e lui batteva le mani a terra a mo’ di batteria.

Lui le aveva dedicato ‘Tenerife Sea’ il giorno della loro prima uscita ufficiale- decisero di dimenticare la prima ‘vera’, abbastanza disastrosa- e lei era scoppiata a piangere, rovinando tutto il trucco, ma conservando gelosamente anche quel ricordo.

La sua memoria ne vantava ormai tantissimi, ma nessuno sembrava mai bello come il precedente.

Lei gli aveva suonato ‘Photograph’, scoppiando a ridere quando l’aveva visto entrare nella stanza con una parrucca rossa e una chitarra giocattolo in mano, mentre tentava di imitare il vero Ed.

“Credo che Rupert Grint sia stato un falso Ed migliore di te” dichiarò la bionda strizzando un occhio.

“Peccato che lei si dovrà accontentare di questa brutta copia di Zayn Malik!”

“Già, povera me!” roteò gli occhi sorridendo e gli gettò le braccia addosso.

Si sentiva veramente felice ed era pienamente consapevole che non fosse solo merito delle medicine o delle sedute dallo psicologo.

Aveva trovato una persona al suo fianco, che la sosteneva, la aiutava e, cosa più importate di tutte, la amava.

Ricordava ancora la sua dichiarazione, un po’ stramba ma almeno originale.

Certo, si sarebbe accontentata di un ‘ti amo’ scritto su un fazzolettino di carta del mc, ma Zayn aveva fatto le cose ‘in grande’, alla sua maniera.

room 287 || zerrieDove le storie prendono vita. Scoprilo ora