7. Io e te

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Sono le 9:00 e tra poco meno di due ore raggiungeremo la chiesa per il funerale.
CC si è ripreso, ma non è ancora in forma. Questa notte abbiamo dormito poco, così ho lavorato un po' al computer, mentre Claudio è rimasto disteso sul letto. La mattina mi ha detto di aver riflettuto molto. Mille pensieri affollavano la sua testa.
"Non ho motivo di stare male, io. Era mia madre che soffriva, non io. La malattia le aveva portato via anche la felicità e l'allegra, la sua voglia di vivere. Forse è stata proprio la malattia però ad averla salvata. La vedevo e sentivo poco, ma si capiva che non ce la faceva più. Alla fine sono contento che ora sia felice." mi dice Claudio. "Sono d'accordo con te. Non so se sarei stata in grado anche io di reagire come hai fatto tu, per questo sono molto orgogliosa di te" "Ali...grazie!" "Di cosa?" gli chiedo. "Di tutto. Per me ci sei sempre stata. Hai visto il peggio e sei rimasta, sempre. Con te sono diverso. Sono un'altra persona. Ed ora non posso proprio immaginare una vita senza di te" le mie guance iniziano a bagnarsi dalle lacrime, ma senza asciugarle abbraccio CC, sporcandogli camicia e giacca.

Stiamo uscendo dalla chiesa. Claudio sostiene la sorella ed io gli stringo la mano. Durante la celebrazione non si è mai abbattuto. Ogni tanto mi guardava dritto negli occhi e mi accennava un sorriso.
Ormai fuori abbraccio la mia famiglia, che ci ha raggiunto come promesso. Sono contenta che siano qui.
Nonna Amalia mi prende da parte ed io la seguo. Ci allontaniamo per pochi metri e Claudio se ne accorge, ma occupato con le condoglianze non ci raggiunge.
"Stellina mia, devi stare molto vicino al tuo dottorino in questo momento. Non lo lasciare. Si vede che è proprio innamorato." "Nonna. Non lo lascio, tranquilla" "Mi raccomando!"

Io e Claudio stiamo mangiando in un ristorantino del centro, nel tardo pomeriggio torneremo a Roma, ma prima di andare a casa decidiamo di passare da Sergio. Così verso le 18:00 siamo quasi arrivati.
Entriamo nel reparto e vediamo seduta Martina. Ci guarda dispiaciuta per la perdita, ma l'unica cosa a cui sta realmente pensando è la condizione del padre, immobile ormai da un po' di giorni.
Ha esaurito tutte le lacrime possibili, ma continua a credere che si risveglierà, ora o tra poco.
Parliamo velocemente col dottore, vecchio amico di Claudio, che però, stando attento a non farsi sentire dalla ragazza, ci conferma che Sergio potrebbe anche non risvegliarsi. Entro da sola nella stanza, continuo a ripensare a quella sera, quando Sergio mi ha salutata davanti all'Istituto.
Dopo pochi minuti esco, lasciando a Martina il posto a fianco il letto. Resto fuori con Claudio, ad osservarli dalla vetrata, ed improvvisamente CC si gira verso di me, frustrato.
"Ali, non so cosa farei io senza di te. Se ti capitasse la stessa cosa io...io morirei.
Sei la cosa più preziosa che ho, sei tu che mi dai la forza di fare quello che faccio, come lo faccio. Ti amo più della mia vita!"
Non ho parole. Le lacrime che scorrevano, continuamente, a vedere Sergio sofferente, si sono trasformate in lacrime di gioia. Sono lacrime d'amore.
"Claudio, io...non so proprio cosa dire" gli dico emozionata, in lacrime e completamente persa nei suoi occhi.
"Anche tu sei la cosa più bella che ho, è per questo che non so spiegarmi una vita sen..." non riesco a terminare la frase che mi prende per la vita e mi bacia.

Nel frattempo ci hanno raggiunto nel reparto Lara e Paolone, per trovare Sergio.
Io e Claudio ci congediamo e torniamo in macchina.
Siamo stanchissimi, e appena torniamo a casa ci travolge un sonno profondo.
Non vedevo Claudio dormire così da tanto tempo.

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