10. Preoccupate, ma felici

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Sono in Istituto, purtroppo. Oggi ho proprio la testa da un'altra parte, sono presissima con il lavoro e non riesco più a trovarmi due minuti per me. Sono tanti giorni che non vedo Silvia e questa mattina mi ha mandato un messaggio. Era molto preoccupata, mi ha detto di dovermi parlare e che solamente io potevo aiutarla. Non nascondo di essere leggermente in ansia. Silvia è una di quelle persone organizzatissime, che fanno sempre tutto nel modo migliore. Riesce sempre a mantenere la calma e trova la soluzione per ogni cosa. Spesso mi piacerebbe che lei e le sue idee folli non esistessero, ma è la mia migliore amica e quando ho avuto bisogno lei c'è sempre stata. Ma ora sono io a doverla aiutare. Per questo motivo la sto aspettando in un bar, lei non è ancora arrivata ed è strano, solitamente è sempre lei a dover aspettar me. È come se fosse fissata con la puntualità, in questo mi ricorda Claudio.

Eccola! La sua gonna fosforescente riesco a vederla anche ad almeno 200 metri di distanza.
"Ciao Ali! Scusa l'ora ma mi hanno trattenuta in ufficio" inizia Silvia con un tono di voce molto teso e poco sicuro.
"Figurati. Ma mi sembri strana, va tutto bene?" le chiedo io molto tranquilla, a differenza sua.
"Veramente no, è per questo che ti ho chiamata...non che io non volessi vederti, ma sono due giorni che la mia collega Laura non si presenta al lavoro" continua lei. Io la ascolto, ma non capisco di cosa sia realmente agitata o di cosa abbia paura.
"E cosa ci trovi di strano scusa?"
"Ieri in tarda mattina, quando ormai era passato un po' dalla solita ora in cui lei timbra sempre, ho deciso di chiamarla, ero in pensiero. Il telefono ha squillato per circa dieci secondi, poi qualcuno ha risposto. Ma sono sicura non fosse lei. Quando le ho chiesto se tutto andava bene e la ragione per cui fosse stata a casa, se era a casa, e soprattutto perché non aveva avvisato almeno la segretaria, non ha risposto nessuno. Si sentiva qualcosa però, sono sicura che qualcuno le stava facendo del male, o comunque che non fosse sola. Probabilmente è riuscita a rispondere, in cerca d'aiuto" Silvia si interrompe, e solo adesso capisco la causa dell'angoscia che portava.
"Io penso che lei sia scomparsa per una strana ragione che non so, ma penso che qualcuno l'abbia obbligata" afferma singhiozzando e ormai in lacrime.
"Stai tranquilla! Vedrai che non le è successo niente. Ma perchè...non hai detto nulla? A nessuno?"
Attende un po' prima di rispondere, poi esclama "Ho avuto paura Alice, non sapevo cosa fare. E adesso, se penso che per colpa mia le è successo qualcosa...io..."
"Tu niente Silvia, respira. Se domani non torna al lavoro, allora sarò io che ti accompagnerò dal vicequestore Calligaris e denunceremo la sua scomparsa" le dico consolandola.
"Grazie" dice.
"Comunque chiamo Claudio e gli dico che stasera dormo da te, almeno non avrai paura e starai un po' tranquilla, tu intanto finisci la cioccolata e dopo andiamo in centro a farci un giro, così non ci pensi almeno per un paio d'ore" lei annuisce.

Intanto mi allontano per telefonare.
"Ciao Cla, ascolta..."
"Ali stai bene? Solitamente quando mi chiami Cla sei preoccupata o hai un problema, praticamente sempre"
"No non ce l'ho io il problema, è Silvia. La sua collega è scomparsa e non sapeva cosa fare. Dato che è molto turbata stanotte dormo da lei, volevo solo avvisarti"
"Va bene, però chiudetevi in casa e per qualsiasi cosa, anche la più stupida, chiamatemi. Ti aspetto domani in Istituto"
"A proposito, se entro domani la ragazza non torna ho promesso a Silvia che l'avrei accompagnata in questura"
"Ok. Buona serata tesoro" Claudio sa che per me le parole sono più importanti dei gesti, e lui è in grado di farmi sciogliere in ogni occasione, anche in quelle più inquiete come questa.
"Ti amo..." aggiunge poi.
"Anche io, tantissimo!"
Attacco la telefonata felice di ciò che mi ha detto CC. Torno da Silvia che intanto ha pagato e ci dirigiamo frettolosamente al nostro negozio preferito della città.

Siamo appena uscite dal negozio. Ormai si è fatto buio, sono le 18:30, così decidiamo di restare fuori a mangiare per cena. Stasera faremo uno strappo alla dieta entrambe, anche se io la dieta non l'ho mai iniziata. Abbiamo voglia di gnocchi alla romana. Ora che giungiamo al ristorante sono già le 19, ci siamo fatte tutta la strada a piedi, nel frattempo abbiamo parlato del tempo, del lavoro e dell'amore. Silvia mi ha confessato di aver conosciuto un uomo nell'ultimo periodo, sono molto contenta per lei, era da tanto tempo che era sola. Mi ha chiesto anche di me, della mia storia con Claudio.
"Alice inizio ad aver paura di te. È mezz'ora che vaghiamo per Roma mentre mi racconti di te e Claudio, e lo fai come farebbe una bambina guardando un lecca lecca, sperando di ottenerlo"
"È che...beh..." non so come fare a non dirglielo.
"Ma è successo qualcosa? Al lavoro? Con Claudio? Aspetta...fammi indovinare. Claudio ti ha chiesto di sposarlo? No ma lui non è tipo da matrimonio...oddio Ali, sei incinta?"
"Spiegami come fai ad averlo capito tu prima di me praticamente! Stamattina ho fatto il test...era positivo! Sono incinta da 6 settimane"
"OMG!!! Sarò zia. Non ci posso credere. Sono troppo contenta Alice!"
Non lo sa ancora nessuno, tranne Silvia ovviamente. Ora sta piangendo, non riesce a controllarsi. Neanche io stamattina ho pianto quanto lei.
"Silvia. Non lo sa nessuno. E non deve saperlo nessuno per ora!"
"Tranquilla, davvero..." mi rassicura.
"Ma quindi neanche Claudio sa nulla?" chiede curiosa.
"Veramente no! È che non so come dirglielo. Vorrei fargli una sorpresa. Ma ho paura. La sola cosa che non voglio è che non sia felice. Perché io lo sono tanto, non lo sono mai stata così tanto nella mia vita" le confido ormai anche io in lacrime.
"Alice mi sa che stasera avremo qualcosa in più a cui brindare!"
"Ahah lo penso anche io, ma non troppo che fa male al bambino!"
Sono davvero emozionata.

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