8. Un'insolita gioia di lunedì

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Sono passati un paio di giorni dopo l'ultima volta che sono andata a trovare Sergio. Così ho deciso che questo pomeriggio andrò da lui verso sera, dopo essere stata da Calligaris, che ormai sta benissimo e corre come un bambino, per sapere se ci sono novità per quanto riguarda il caso dell'incidente. Stamattina ho ricevuto pure un messaggio da Visone, il quale mi chiedeva di andare da loro il più presto possibile. Non mi ha accennato nulla, ma spero che abbiano trovato qualcosa di compromettente per scagionare il colpevole.

In Istituto, meglio conosciuto da noi specializzandi come "Santuario delle umiliazioni", stamattina è pieno di gente. Probabilmente questa settimana c'è stata un'elevata quantità di omicidi. Non lo so.
Nell'ultimo periodo sto lavorando a un caso particolare con Claudio, che fortunatamente mi permette di passare più tempo insieme a lui.
Si tratta di un caso di interdizione. Una donna sulla ventina voleva far interdire la madre a tutti i costi, ricca signora di Roma. Probabilmente per ereditare tutto il patrimonio, fatto sta che pur di ottenere quello che voleva, la figlia è stata in grado di soffocarla con un cuscino in pieno sonno. Non solo dobbiamo avere analisi scientifiche certe sulla morte, dobbiamo anche eseguire analisi tossicologiche sulla figlia, pare che avesse reagito così date le circostanza in cui si trovava. Gli esiti aiuteranno la magistratura per aumentare o diminuire il tempo da farle scontare in carcere.
Sembra un lavoretto alla mano come quelli inutili che può assegnare solo la vecchia racchia, ma in realtà si tratta di un lavoro di grandissima importanza e soprattutto di estrema fiducia da parte del Supremo. Infatti al termine dell'incarico sarà proprio lui a valutarmelo come esame pratico. Claudio mi sta aiutando, ma cerca sempre di mettermi in difficoltà, non so per quale motivo. Forse perché spera di ottenere qualcosa, magari per spronarmi a fare meglio, o forse semplicemente perché è uno stronzo.

Ormai sono le 17. Giacca e zaino e sono pronta per andare da Calligaris.
"Un caffè dottoressa? O forse preferisce un tè? Dei biscottini? Sono ottimi, li ha preparati stamattina mia madre, davvero squisiti. Se vuole posso dargliene alcuni per la sera" mi accoglie in questura un gentilissimo Visone, dall'aria totalmente felice e soddisfatta.
"Buongiorno Visone! Spero solo che questa sua gioia inspiegabile di lunedì derivi da ottime novità sul caso di Sergio..." chiedo interrogativa nel vedere così allegri parecchi carabinieri. Sono quasi tutti amici di Sergio qui, potrebbe essere che siano semplicemente orgogliosi e sollevati nell'aver trovato qualche buon indizio ancora a me ignaro.
"Vedrà signorina, vada dall'ispettore...che l'aspetta impaziente!" mi dice prima di salutarmi.
"Alice! Che piacere" Calligaris è maledettamente estasiato. Che io ricordi non si era mai alzato per salutarmi.
"Salve ispettore. Intuisco ci siano buone informazioni su cui dovremo lavorare"
"Proprio così cara Alice! Novità ne abbiamo, ma non penso che questa volta avrò bisogno d'aiuto. Grazie a delle telecamere di sorveglianza del benzinaio a fianco al luogo dell'attacco siamo riusciti a sapere la targa della vettura su cui viaggiavano i colpevoli dell'attentato. Sappiamo a chi è assegnata l'auto" sono troppo euforica.
"Scusi ma se la macchina fosse stata rubata?" chiedo dubbiosa.
"Ma la macchina non è stata rubata. Ne abbiamo la certezza" sono sorpresa. Non pensavo sarebbe stata così veloce e sbrigativa la questione.
"Quindi il caso è chiuso?"
"Purtroppo non ancora. Dobbiamo prendere l'uomo, ma abbiamo rintracciato la macchina e siamo anche sicuri che lui non stia scappando dalla paura di finire dentro. Come pensavo, è un comunissimo attacco di stampo mafioso. Peccato Sergio non ci abbia detto nulla, avremmo potuto in qualche modo aiutarlo"
Un espressione cupa si dipinge sul mio viso.
"Alice, quando ti dicevo che tu non potevi farci nulla, era solamente perché non penso che ti armerai di pistola e giubbino antiproiettili alla ricerca del colpevole. Secondo me saresti anche in grado, però meglio evitare!" dice scherzosamente.
"Ahah, forse è il caso che io resti a casa a fare la signora in giallo come sempre, senza cimentarmi in qualcosa che non conosco per niente" concludo la conversazione salutando e mi appresto a varcare la porta dell'ufficio per andare da Sergio, quando Calligaris riceve una chiamata, apparentemente come le altre. Qualcosa dentro di me mi spinge ad aspettare altri secondi, così rimango per qualche istante. Lui è paralizzato, ma non riesco a capire se sia contento o meno, lo spero.
Termina velocemente la telefonata e urla il mio nome a squarcia gola, spaventando me e tutti i poliziotti.
"Alice! Alice! Alice forza!" ha l'aria affaticata e il fiato corto, manco avesse corso una maratona.
"Si calmi ispettore, e mi spieghi, sempre con calma"
"Che calma Alice! Sergio. Si è svegliato. Era la moglie al telefono" sono esterrefatta. Ne ero convinta che non ci avresti lasciato, Sergio.
"Chiama Claudio e avvisalo. Io vado in ospedale. Raggiungimi in bici. Forza forza!" conclude.
"Io lo sapevo. Lo sapevooo! Lo-sa-pe-vo!" replica a se stesso mentre esce e scandendo bene le sillabe, cantilenandole.
Sono felicissima! Dopo una giornata così frenetica ed intensa come quella di oggi era proprio ciò che ci voleva.
Chiamo Claudio e neanche lui può crederci.
Ci diamo appuntamento lì.

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