十三 (thirteen)

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Yoongi mi odia.
Gli ho ridato le sigarette che mi ero preso e lui le ha accettate con un espressione impassibile.
A volte mi spaventa vederlo così arrabbiato.
Mi fa sentire in colpa.
Mi manca parlare con lui.
Il suo profumo.
Il suo sorriso.
Quegli stupidi capelli dalle tinte scolorite coperte dal cappuccio della giacca.
Le dita affusolate.

Mio dio basta.

Sono seduto su una panchina fuori scuola, fisso la bozza del mio disegno dentro al raccoglitore che tengo sulle ginocchia. La carta è ruvida sotto i miei polpastrelli e profuma di legno.

Taehyung e Jungkook oggi sono in ritardo, spero che arrivino in fretta perché se arriva prima Yoongi con i suoi amici la tensione sarà palpabile e io potrei scoppiare a piangere per la frustrazione.
E non ne ho proprio voglia di fare una scenata davanti a lui.

Le mie preghiere non vengono ascoltate, Yoongi scende dalla sua auto seguito dai suoi amici e io ficco nel mio zaino il raccoglitore.

<<Buongiorno Jimin!>> alzo lo sguardo verso Hoseok e lo saluto con la mano, non apro bocca. Lui e Taehyung starebbero bene insieme. Spero che arrivi presto.

Saluto gli altri due, ma mi fermo quando i miei occhi si posano su quelli di Yoongi, dal modo in cui mi guarda capisco che è ancora arrabbiato per le cose che gli ho chiesto senza nemmeno parlare.
Che poi non capisco perché si è arrabbiato solo questa volta e non anche la prima, quando mi ha trovato a piangere sulla spiaggia.

Gli sorrido leggermente, lui in risposta grugnisce.
Per ammazzare il tempo prendo una sigaretta dal mio pacchetto e l'accendo.
Sulla faccia di Yoongi compare una smorfia.

Fumo indisturbato mentre Yoongi mi lancia svariate occhiatacce, Jungkook e Tae arrivano e tutti tranne il ragazzo dagli occhi scuri vanno a salutarli.

<<Mi spieghi cosa devo fare per vederti sorridere senza una sigaretta in bocca?>>

Torniamo a come eravamo prima. Ti prego.

Ma non glielo dico. Che poi non capisco cosa gli interessi di come e quando sorrido.
Rimango con la sigaretta in bocca mentre lui corruccia la fronte in attesa di una mia risposta.

<<Regalami un rametto di lavanda>> lui alza un sopracciglio, lo so è una richiesta in solita è che quando ero piccolo la mia stanza profumava sempre di lavanda e col tempo quel piacevole odore è sparito per far posto a quello della vernice, libri, legno e tempere e tempeste.

<<Tutto qui? Solo questo per farti sorridere?>>

Sarei felice anche con un tuo bacio ma non penso tu lo voglia.

<<Si. Tutto qui>> e non riesco a capire se il sorriso che mi rivolge è per deridermi o per ammirazione.

<<Oggi vieni da me>> dice, e non è una domanda.
Tuffa le mani nelle tasche della giacca e assume una posizione più rigida.
<<Perché?>> lui increspa le labbra.

<<Perché mi manchi>>

Mi manchi anche tu, da morire.

<<Va bene>>

𝐒𝐈𝐀𝐌𝐎 𝐋𝐈𝐋𝐋𝐀 𝐂𝐎𝐌𝐄 𝐋𝐄 𝐎𝐍𝐃𝐄 𝐃𝐄𝐋 𝐌𝐀𝐑𝐄 [M.Yg, P.Jm]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora