® IV - Flashback (1 year ago) • Un disturbo di personalità •

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[REVISIONATO]

Il ticchettare dell'orologio scandisce i battiti del mio cuore. Uno. Due. Uno. Due. Arrivo quasi a convincermi che se il pendolo si fermasse esso anche cesserebbe di battere.
La stanza è asettica, di un tenue azzurro scrostato ai margini, fantasma di quello che debbe essere stato un tempo. Le sedie sono di colori diversi, disalternanti. Cerco di non farci caso e di convincermi che la cosa non mi disturbi. Ma lo fa. Mi disturbano i numeri pari, le forme non geometriche, le pendenze, gli oggetti che si sfiorano. Cazzo, è così difficile far stare ogni cosa nel proprio spazio? L'ordine diverso dal mio [dis]ordine e le sfumature. Insomma che senso hanno le sfumature? Perché perdere tempo dietro una scala di grigi di cui non individuerò mai il nome quando esistono il bianco e il nero. Il bianco e il nero sono sicuri, immobili, statici..fermi. Come vorrei fossero quelle maledette lancette il cui ticchettio mi sta letteralmente portando sull'orlo di una crisi di nervi.
«Olivetti»
Il mio cognome riverbera, come un pallone lanciato da muro a muro fino a cadere tra le mie mani.
Ingoio a vuoto.
Seguo l'infermiera lungo un corridoio infinito fino a giungere ad una porta in legno d'acero, sulla quale targhetta in oro massiccio si legge "Alessandro Capasso. Neuropsichiatra". La porta si apre ed un uomo alto, con gli occhi verde bottiglia ed i capelli brizzolati mi stringe piano.
«Ciao coniglietta» le sue braccia sono salde e sono la cosa più simile ad una casa che io riesca ad immaginare.
«Zio Sandro così mi stritoli» scherzo, ricambiando l'abbraccio.
Sandro è sempre stato come un padre per me..ironia della sorte, se si pensa le circostanze che ci hanno portato a conoscere.
Una stretta al cuore mi toglie quasi il fiato.
Il fatto che non ricordi il giorno dell'incidente non significa che ogni singola cicatrice non sia insita in me.
«Allora come stanno Armando e Veronica? E Bianca? Come va con quel suo..ragazzo? Lo sa vero che la mia porta per lei è sempre aperta?»
Sarà pure un neuropsichiatra ma è terribilmente apprensivo.
«Gli zii stanno benone. L'altro giorno zia Nica mi ha chiamata disperata che il marito aveva quasi dato fuoco alla cucina nel tentativo di replicare la sua torta di mele»
Sandro sorride, piccole rughette gli si creano intorno agli occhi.
«Bianca è ancora sotto lo schiaffo di Saverio..ed io ho il serio timore che questa frase sia più letterale di quanto io stessa immagini. Continuo a ripeterle di tornare da te ma lei dice che basta una malata in famiglia» finisco ridendo.
Ma Sandro non ride.
È congelato sul posto.
«Hey zio qualcosa non va?» la mia voce è meno ferma di quanto vorrei.
«Devo raccontarti una storia» e alzandosi, si incammina verso la porta, chiudendola.
Non chiude mai la porta.
«Sai Alice» comincia lui, la voce incrinata da un'emozione che non riesco a percepire a pieno; le mani stringono forte il termosifone: «Quando i tuoi zii ti portarono da me era per un semplice percorso da stress post-traumatico. E credimi bambina mia, avrei voluto tanto che fosse solo questo. Ma i giorni sono passati e poi i mesi e poi gli anni e tu eri sempre qui, per un consulto, per una crisi depressiva, un attacco di panico o semplicemente un malessere a cui nessuno dei due sapeva dare un nome. Ho controllato e ricontrollato la tua cartella clinica, le analisi del sangue, l'encefalogramma»
Ho il respiro mozzato in gola, la fronte perlata di goccioline.
«Soffri di un disturbo della personalità di tipo borderline, Alice. Tendi a sperimentare emozioni e stati d'animo intensi che possono cambiare rapidamente. In genere i soggetti affetti da questa patologia presentano difficoltà a calmarsi quando sono preda delle loro emozioni. Di conseguenza, ci possono essere frequenti scoppi d'ira e comportamenti impulsivi.. come ad esempio autolesionismo, binge eating e» posso vedere come sia dura tanto per lui quanto per me: «tentati suicidi. Le parole chiave per questo disturbo sono "impulsività e instabilità". Inizieremo da subito la terapia, con psicofarmaci a base di litio e antidepressivi. Questi farmaci a lungo termine condurranno alla sterilità nell'89% dei casi. E nel caso riuscissi a concepire, vi è un alto rischio di trasmettere lo stesso disturbo nella prole»
Sento le lacrime solcarmi il viso: non potrò mai dare un figlio a Marco..né a me stessa.
«Molti individui con tale disturbo sono persone intelligenti e dotate, il lato marcio della medaglia sono le crisi relazionali, e su questo ci tengo a sottolineare una cosa: non è mai stata colpa tua sotto questo punto di vista Alice, mai, tienilo bene a mente»
Sospira: «La maggior parte dei pazienti si fa del male e spesso abusa di sostanze, come forma di auto medicamento»
La sua mano si posa sulla mia spalla: «Mi dispiace, Alice.»
Percepisco le sue parole ovattate, distanti. Ho le guance bagnate ed il fiato corto. Vedo davanti agli occhi una donna con i capelli biondi ed il suo amato bibliotecario, una donna con in braccio una bambina anch'ella bionda e gli occhioni del caldo color nocciola del padre. Poi non la vedo più. Vedo me, su di un palco, il pubblico che acclama, gli occhi fieri di mio marito nell'avermi vista esibire le mie sinfonie. Vedo tutto ciò che non avrò mai. Vedo Bianca e il suo viso spezzato dal dolore. Ed infine, con un tonfo sordo sul pavimento, non vedo nulla più.

Prossimo capitolo: sabato pomeriggio

[IT] • ELIS • [ Borderline's Chronicles #1 ] {Wattys 2019}Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora