VI • Paradise Lost •

32 4 0
                                    

Stropiccio gli occhi ancora mezza assonnata, mentre Bianca entra all'interno del camping. Ci accoglie un ragazzo moro, alto, con un piercing al labbro e un cappellino da baseball logoro: «Buongiorno ragazze, sono Joshua e sono l'addetto all'accoglienza nei giorni festivi. Se girate a sinistra dopo la reception e proseguite dritto per circa 100m troverete una piccola rotonda, terza uscita e vi troverete dinanzi lo spiazzale per le vetture. Questo è il pass» dice, porgendo a Bianca un piccolo rettangolino azzurro. «Appena avrete sistemato l'auto, tornate qui e vi mostrerò la vostra roulotte» con un sorriso cordiale ci liquida e passa ad una moto dietro noi ripetendo lo stesso identico mantra.
Bianca si volta verso me: «Simpatico no?»
«Direi piuttosto esaurito» le rispondo ridendo.
Seguiamo il tragitto indicatoci da Joshua superando una piccola area picnic con delle amache e un'altra dedita al tiro con l'arco. Mi prometto mentalmente di tornarci. Parcheggiamo la nostra malandata Seicento arancione sotto un grosso pioppo, sperando che l'ombra riesca a tenerla il più possibile al fresco.
Nel giro di 10 minuti, siamo nuovamente alla reception.
«Allora..» esordisce sfogliando una grossa pila di cartelline. «Olivetti, eccovi qui! Una doppia, giusto?»
«Giustissimo» è Bianca a parlare, sfoggiando il suo sorriso più ammaliante.
«Oh..ehm..tieni..c-cioè volevo dire e-ecco a v-v-voi le chiavi» ha praticamente superato ogni tonalità di rosso umanamente conosciuta. «Volete che vi accompagni?»
Interrompo Bianca prima che possa parlare tentando di salvare il poverino dalle sue grinfie: «La troviamo da sole grazie!», e con queste parole trascino via la vipera assassina.
Dopo circa 20 m mi strattona il braccio: «Uffa perché non mi hai lasciato giocare?»
«Lo stavi torturando quel piccoletto B!»
«Mi allenavo» mette su un broncio da finta bambina.
«Volevo solo vedere se so ancora essere donna» sussurra a fil di voce.
L'abbraccio senza pensarci due volte; a volte dimentico come sia brava ad ostentare una sicurezza che non le appartiene minimamente.
Camminiamo per altri 200m circa, superando i bungalow e i campi da tennis, un longe bar super moderno, l'anfiteatro e le docce all'aperto.
«Sezione D, piazzola 213, ci siamo!»
Faccio per entrare quando B mi mette le mani sugli occhi: «Aspetta aspetta aspetta A io..potrei averti fatto una piccola sorpresa» e con queste parole comincia a camminare portandomi con sé.
Dopo qualche passo, le sue mani scivolano via.
«Sorpresa..»
Come primo step sbatto le palpebre senza riuscire a credere a ciò che mi si para davanti. Come secondo, mi giro verso Bianca e urlo, urlo a pieni polmoni. Come terzo, le salto praticamente in braccio.
Ciò che mi si para davanti è qualcosa di spettacolare.

La roulotte di Alice e Bianca: esterni

La roulotte è di un bianco sporco, con dipinta al centro una striscia marrone nella quale vanno ad incastrarsi delle figure rosa geometriche

Oops! Questa immagine non segue le nostre linee guida sui contenuti. Per continuare la pubblicazione, provare a rimuoverlo o caricare un altro.

La roulotte è di un bianco sporco, con dipinta al centro una striscia marrone nella quale vanno ad incastrarsi delle figure rosa geometriche. La porta è in legno chiaro con dei rettangoli vuoti che percorrono tutta la lunghezza, facendo trasparire la luce all'interno. La roulotte è contornata da piccole lucine e dinanzi, a completare il tutto, vi sono due sedie bianche, un puffo marrone ed una chitarra acustica. Ed è proprio quella ad incuriosirmi.
Mi avvicino e la prendo tra le mani soppesandola, suonando un giro di Do veloce. Fisso negli occhi Bianca che annuisce. Quella non è una semplice chitarra acustica. È la mia chitarra acustica.
Bianca mi cinge da dietro posando la testa sulla mia spalla: «Insomma non li vuoi vedere gli interni?»
Gli occhi mi si illuminano e un grosso sorriso si estende sulle labbra.

[IT] • ELIS • [ Borderline's Chronicles #1 ] {Wattys 2019}Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora