Sento la cinghia dello zaino che mi sbatte sulla schiena ad ogni singolo passo, lo chignon disordinato danza ad ogni passo e gli occhiali mi scivolano sulla punta del naso. Odio correre. Ma quando si è cugine della frenetica Bianca Olivetti non è che si abbia molta scelta.
Arriviamo in anfiteatro ambedue col fiatone; per essere mezzanotte meno venti, la sala pullula ancora di gente. L'aria è fresca, per nulla afosa ed il cielo stranamente stellato. Lo osservo con trasporto e senza rendermene conto travolgo una povera ragazza indifesa.
«Oh mio Dio scusa, ero con la testa totalmente da un'altra parte» le dico, porgendole una mano per rialzarsi.
«E guarda dove metti i piedi, stracazzo di Lollipop ambulante!»
Okkei, mi correggo, una povera stronza indifesa.
Resto lì con la bocca spalancata, e quasi non mi accorgo di Bianca che mi viene in contro. Che poi quando cappero si era allontanata?!
«Cosa voleva la biondina?» mi domanda indicandola con la testa.
«Mah..probabilmente stava cercando qualcuno che le togliesse la scopa che ha palesemente in culo»
Posso vedere il gin tonic quasi uscirle dal naso per le troppe risate.
«Ti adoro quando diventi crudele»
Abbozzo un sorriso falsamente dolce e scoppia a ridere ancora più forte.
«Oh, ti ho preso questa!» mi porge una lattina di soda. Dopotutto, è riuscita a scendere a patti con il mio essere astemia.
«E adesso, l'ultima canzone per questa serata, scatenate i bacini bellezze!»
Vedo Bianca voltarsi verso il DJ sculettando in automatico. Non riesco nemmeno ad immaginare quanto debba mancarle la danza.
«Puoi andare se vuoi, ti aspetto in terrazza. È da quando siamo arrivate che muoio dalla voglia di vederla»
La osservo palesemente tentennare: «Ne sei sicura?»
«Ma certo, va!»
Mi stringe le mani e mi molla un dolce bacio sulla guancia e poi, così come era arrivata, si dilegua tra la folla.
Mi incammino verso la terrazza, un enorme spiazzale che affaccia direttamente a strapiombo sul mare.
Giungo al muretto e lo osservo; so che se Bianca vedesse ciò che sto per fare mi ci getterebbe lei stessa da quello strapiombo.
Mi siedo sul largo muretto e getto le gambe a penzoloni sul mare, con la brezza che mi filtra fin dentro le ossa attraverso i jeans. Brividi freddi mi percorrono la schiena e sorrido. Sì, quello è decisamente il mio ambiente.
Frugo nella borsa che Bianca mi ha lanciato addosso prima di correre in pista e ne tiro fuori un pacco di Marlboro e un accendino dalle dubbia tonalità di rosa.
In realtà tutto quel posto è decisamente il mio ambiente. Le luci, le persone, i rumori, gli applausi, le macchine fotografiche, le scenografie, gli spalti..ed infine lui, il palco. Sciolgo i capelli dalla morsa dello chignon. Pensare quante persone prima di me lo avevano calcato, a partire da Dickens a Pirandello, a De Filippo, Beckett..
Una mano mi sfiora delicatamente la spalla.
Sobbalzo appena e mi giro per dire a Bianca che non è esattamente il caso di spaventare una persona mentre è con metà corpo già nella fossa.
Ma la persona che mi si para davanti non è Bianca.
Tutt'altro che Bianca.
Magari fosse stata Bianca.
Un viso ovale, allungato, con due occhi neri come l'ebano..senza alcuna distinzione tra pupilla ed iride. Un nasino appena accennato, delicato, beh, per quanto delicato possa essere un naso tagliato in due da un septum. Che gli stava schifosamente bene tra l'altro. Il lobo era tirato da un dilatatore di qualche mm all'orecchio sinistro, leggermente più grande del mio. A completare il tutto, una massa di capelli indomabili gettati su di un lato, di un colore che oscillava tra il verde e l'azzurro.
Era diverso da chiunque altro avessi mai visto.
Ed era bellissimo.
«..ed è per questo che hai palesemente attentato alla mia vita.»
Oh Dio Santo, ma che voce aveva? Ma siamo seri? Roca ma con quell'accenno di sarcasmo che ti fa subito volare mentalmente al giorno delle nozze.
Nozze. Qualcosa dentro di me si spezza e posso quasi sentirlo.
Lo sconosciuto riprende a parlare.
«Oh andiamo, di nuovo non mi stavi ascoltando? È la terza volta che provo ad attaccare bottone, alla quarta comincerò seriamente a prenderla sul personale»
Si porta una mano al petto in un gesto teatrale.
Bofonchio delle scuse a mezza voce, devo risultare patetica.
«Scusa, è che..a volte sono sovrappensiero sai, e mi capita di rinchiudermi totalmente nel mio mondo. Cosa mi avevi chiesto?»
Voce più ferma di quanto mi aspettassi, complimenti vivissimi Alice.
«In realtà ti avevo accusata di omicidio preterintenzionale»
Alzo un sopracciglio confusa.
Scoppia a ridere.
Sorvoliamo sulla sua risata.
Davvero, sorvoliamo.
«La tua cipolla, quando l'hai sciolta stavi per strozzarmi»
Sorride. Un sorriso sincero e divertito.
Sorrido anch'io. Solo un uomo puoi chiamare con un banalissimo cipolla uno chignon.
«Io e la mia cipolla chiediamo umilmente perdono» dico, gettando gli occhi al cielo.
«Ah, non ve la caverete mica così facilmente» e con un balzo, supera il muretto e si siede accanto a me, troppo lontano per sentirlo vicino ma abbastanza per percepire il calore emanato dal suo corpo. Con un gesto fulmineo della mano mi prende la sigaretta dalle labbra e tira una lunga boccata: «Ecco, ora siamo pari».
Continuo a sorridere: «Grazie messere, adesso dormirò sonni tranquilli»
Stende le labbra.
«Insomma, a cosa pensavi di così importante da rischiare di finire al fresco?»
«Prometti di non ridere?»
«Posso provarci»
Soppeso le sue parole e alla fine sputo il rospo: «Pensavo agli anfiteatri. Sai, a quanta storia hanno visto, a quanta ne hanno fatta..ai grandi del passato, potremmo dire» mi volto a guardarlo: «mi credi matta?»
«Oh sì, ma sai..è tutta colpa della luna; quando si avvicina troppo alla terra fa impazzire tutti» si gira verso di me, ammiccando.
«Pensavi al mio stesso autore, ma non alla mia stessa opera»
«Ci credi che indovino dolcezza?»
Le mie guance si arrossano. Dovrà essere la calura estiva.
Annuisco.
«Non giurar sulla luna, l'incostante luna che si trasforma ogni mese nella sua sfera, per tema che anche l'amor tuo si dimostri al par di lei mutevole» recita il versetto di Romeo e Giulietta e tira un'altra boccata di nicotina mentre io lo fisso, stralunata, con la mascella quasi al livello del mare.
«C-Come hai fatto?!»
«Semplice zuccherino» scavalca il muretto tornando in terrazza ed io mi volto mezzobusto a guardarlo: «sei scontata»
E così dicendo, comincia ad allontanarsi verso la pista.
«C-Come prego?!» gli urlo praticamente dietro. Volto a guardare nuovamente la linea sbiadita dell'orizzonte e sussurro: «è la mia opera preferita. Mi fa credere che resti qualcosa di vero per cui combattere nonostante tutta questa merda»
Sento un fruscio alle spalle e poi una presenza. Sobbalzo e la presenza mi stringe al suo petto abbracciandomi da dietro per non farmi cadere. Riesco a sentire la linea definita dei muscoli che mi poggia sulla schiena.
Ride tra i denti:«Vedi che sei scontata dolcezza?»
Si accosta al mio orecchio.
«Amami o odiami, entrambi sono a mio favore.
Se mi ami, sarò sempre nel tuo cuore,
se mi odi, sarò sempre nella tua mente»
E con queste parole si scosta.
Resto immobile nonostante mi sia voltata a fissarlo.
«Tu mi hai citato la tua opera preferita, ed io ti ho citato la mia»
«Sogno di una notte di mezz'estate»
«Non è quello che stiamo vivendo dopotutto?»
La musica cessa. Ed io ritorno a pensare lucidamente. In cosa diavolo mi sto andando a cacciare?!
«Meglio che vada, la mia amica mi starà cercando»
«Già anche la mia..amica» il suo tono è strano.
«È stato un piacere conoscerti..»
Solo allora mi rendo conto che non ci siamo nemmeno presentati.
«..Damiano, ma qui tutti mi conoscono come Damien»
«Alice» porgo automaticamente la mano.
«Beh» mi dice stringendola: «alla prossima sigaretta, Elis»
E con questa frase si dilegua.
Mi volto a fissare il mare.Ma tu chi sei che avanzando nel buio della notte inciampi nei miei più segreti pensieri?
Rullo di tamburi signore e signori:
lui, l'unico, il solo, l'irreplicabile
Damien SantoriniProssimo capitolo: sabato
(spero apprezziate l'aggiornamento anticipato di qualche ora! ^-^
..per farmi perdonare del ritardo madornale dello scorso capitolo)
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[IT] • ELIS • [ Borderline's Chronicles #1 ] {Wattys 2019}
Romance• TRAMA DEL ROMANZO • Ognuno ha i propri demoni, ma alcuni di essi incombono su noi più minacciosi di altri. Alice lo ha imparato lo scorso inverno, quando le è stato diagnosticato un disturbo della personalità di tipo borderline e quando l'amore de...