XIII - Bianca • Ti va di pattinare? •

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Vedo Alice gettarsi nel vuoto, con gli occhi chiusi ed un sorriso ad ornarle il volto. È così bella quando non è divorata dai suoi demoni interiori. Damien è sul masso più alto, che la fissa orgoglioso. Non lo ammetterà mai ma tiene a lei più di quanto sia disposto a credere.
La mia amica fuoriesce dalle acque come una sirena maledetta, i capelli rosa le contornano il viso, gli occhi sono resi ancora più verdi dallo specchio d'acqua.
Mi abbraccia stretta: «Ce l'abbiamo fatta». Non giurerei che quel noi si riferisca a me.
Quasi come attratta da un richiamo sconosciuto, volge lo sguardo verso il dirupo. Damien flette i muscoli, pronto al balzo..quando una mano lattea gli sfiora la spalla. Maurizio è dietro di lui, un'espressione così stranamente seria per il suo volto. Gli sussurra qualcosa sommessamente.
Il ragazzo dai capelli azzurri si sporge verso di noi: «Devo scappare ragazzi, ci si vede in giro stasera okkei? Oh e..Elis: il tuo culo non è niente male quando salta» l'occhiolino che segue mi fa scoppiare a ridere e guadagnare un'occhiataccia dalla mia miglior amica, che è diventata di un colore indistinto.
«Non starei con te nemmeno con l'apparato riproduttivo di un'altra!»
Damien cerca di trattenersi, ma fallisce miseramente. L'eco della sua risata è l'ultima cosa che sentiamo.
«Sicuramente ci sarà Debbie a telefono o via Skype» le parole di uno dei due estranei in acqua cattura la nostra attenzione. Alice tentenna; non vuol dar a vedere che le importa. Le corro in soccorso: «Chi sarebbe Debbie?»
Il suo sguardo grato mi suggerisce che ho preso la decisione giusta.
Il secondo dei due prende parola: «Debbie è la sorella minore di Damien, avrà circa 14 anni. Sono molto legati»
A sospira di sollievo, sommessamente.
Ha perso veramente la testa per quel ragazzo.
«Beh, saliamo anche noi allora»
Muffin mi guarda confusa, non immagina neppure l'interrogatorio che ho in serbo per lei.

Sono su un asciugamano stesa sul letto quando lei rientra con una faccia stralunata.
Sollevo un sopracciglio in segno di domanda.
Scioglie il nodo al petto e sfila il turbante; non è né la prima né l'ultima volta che la vedrò nuda.
«Damien, a quanto pare il tragitto roulotte docce prevede il passaggio davanti alla sua di roulotte»
Non posso far a meno di lasciarmi sfuggire un risolino: «Che ha detto stavolta?»
«Oh nulla!»
La osservo confusa.
«Ho fatto il giro per il boschetto..»
Il mio facepalm la fa imbronciare.
Si siede accanto a me, con una tutina logora della Adidas.
È arrivato il momento.
«Ti va di parlarne?»
La vedo tormentarsi le pellicine al lato delle dita, un vizio identico al mio. Non c'è bisogno che le specifichi il topic, sa benissimo a cosa alludo.
«Li chiamano piccoli gesti. Ma io non credo che siano piccoli sai? Credo siano importanti e dannatamente preziosi. Un sorriso, una frase, uno stupido discorso di incoraggiamento per convincerti a saltare da uno scoglio. Lui è sbagliato per me. È spezzato, ed io non sono in grado di sanare nemmeno me stessa. Lui è una continua sfida. Mi perdo a guardarlo, crea dipendenza. È come se nel mio mondo dove tutto taceva all'improvviso un suono meraviglioso avesse fatto irruzione. Sto vaneggiando?»
Sento gli occhi pizzicare.
Sapevo fosse presa ma non avrei mai detto fosse..innamorata.
Alice è innamorata cavolo.
Le accarezzo la guancia.
«Non stai vaneggiando per niente tesoro. E se proprio vuoi saperlo, non credo neppure tu gli sia indifferente. Magari dovresti dargli una possibilità»
«Tu dici?»
«Io dico»
«E se va male?»
«E se invece va bene?»
Posso vedere dietro quella maschera di fredda calma la battaglia che le infuria dentro.
Avvolgo il telo su cui sono posata intorno al corpo; ha bisogno di stare sola.
Recupero il necessario: «Vado a farmi una doccia, a dopo»
Non mi risponde.
Nella sua mente c'è spazio solo per un paio di occhi neri.

Infilo il mio accappatoio lilla e mi godo la sensazione della spugna a contatto con la pelle bagnata. Esco di malavoglia dal tepore dell'abitacolo e vado a lavare i denti.
Ho quasi finito di asciugare i capelli quando una piccola ombra fa capolinea nella mia visuale.
«I tuoi capelli sono lunghi quasi quanto i miei!»
Una cadenza terribilmente britannica, accompagnata da un piccolo elfo dai capelli biondo cenere, le labbra piccoline e gli occhioni azzurri.
Le sorrido.
«Direi proprio di sì tesoro, ma i tuoi sono molto più belli!»
E dicendo questo, le accarezzo le punte.
La piccola mi mostra una fila di denti perfettamente dritta e mi porge la mano.
«Sono Clary»
Quel nome..mi ricorda qualcosa, ma non so cosa.
«Bianca»
Mi guarda con uno sguardo complice: «Sai farle le trecce Bianca?»

Dieci minuti dopo, ho finito di intrecciare i lunghi capelli di quell'angioletto, che si ammira felice allo specchio.
«Oh grazie mille»
Le sue braccia mi avvolgono il collo e senza pensarci due volte la sollevo da terra e la stringo forte.
La cullo dolcemente tra le braccia.
«Clarissa..principessa dove sei?»
«Sono qui papà!»
La risposta della ragazzina rompe il nostro silenzio, ma non è quella a colpirmi. Quella voce..la voce che la chiamava..io quella voce la conosco.
Dopo pochi secondi, vedo entrare nell'anticamera un paio di occhi blu circondatati da una folta massa di capelli biondi e una ridicola camicia hawaiana.
Il suo sguardo rimanda per un attimo la confusione del mio, spazzata immediatamente da un grosso sorriso.
«Vedo che le mie piccole hanno fatto conoscenza!»
Clary si volta immediatamente nel sentire il padre: «Daddy!» e in un istante non è più tra le mie braccia ma fra le sue.
«Hey principessa, hai conosciuto Bianca vedo»
Annuisce, studiandomi.
«Siamo diventate amiche papà, guarda cosa mi ha fatto» dice, mostrando vanitosa la treccia: «lei mi piace» aggiunge guardandomi.
«Anche a me» la voce profonda di Nathan mi colpisce come un pugno allo stomaco e non posso fare a meno di arrossire.
«Piaciuta la favola di ieri sera?»
Gli occhi le si illuminano.
«Come fai a saperlo! Sei una fata!»
Sorrido e le stringo la guancia : «Proprio così tesoro»
Sì acciglia.
«Ecco perché le tue trecce sono così belle..»
Nathan ed io sogghigniamo.
Mi volto a fissarlo e resto incantata da quegli occhi così dannatamente azzurri.
Una manina mi tira una ciocca di capelli.
Cavolo, devo aver fatto colpo.
«Sei libera stasera?»
Nathan per poco non si strozza con la sua stessa saliva alle parole della figlia.
È così tenera.
Annuisco.
«Perfetto! Ti va di pattinare con me? Papà mi porta al centro sportivo ma lui cade sempre..»
Mi scappa un risolino e Nathan mi guarda imbarazzato.
«Non è vero che cado sempre!»
Clarissa borbotta qualcosa di incomprensibile sotto voce.
L'uomo mi porge la mano e mi lancia un'occhiata complice: «Quindi signora fata, le andrebbe di pattinare con noi?»
«Ne sarei onorata messere»
Nathan ride mostrando i denti, un gesto identico a quello visto poco prima. 
«A stasera allora»
La sua mano mi stringe il fianco e le sue labbra mi sfiorano lo zigomo.
Lo vedo allontanarsi con quell'essere adorabile tra le braccia.
Non sono certa di essere una fata, ma in questo momento potrei tranquillamente spiccare il volo.
Nathan Stewart ma cosa diavolo mi stai facendo?

Clarissa Stewart

Prossimo capitolo: giovedì

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[IT] • ELIS • [ Borderline's Chronicles #1 ] {Wattys 2019}Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora