XVII • So baby don't cut •

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10 Luglio 2019

Lo sapevo. Oh io lo sapevo caro diario.
Lo sapevo che finiva tutto a puttane.
Nonostante ciò non imparo mai.
Non imparo mai che non sono mai abbastanza per restare.
Mai abbastanza per combattere.
Non imparo mai che le persone lasciano perdere quando è più comodo, quando è più semplice scappare.
Che le promesse sono parole, solo stupide parole, e che le parole non valgono nulla.
Figurarsi un “Sei stupenda”.
Non imparo mai a non aspettarmi più niente.
Io non sono facile da voler bene.
Non imparo mai a lasciar andare chi non vuole rimanere.
Non imparo mai a smettere di lottare ed arrendermi.
Ma una cosa l'ho imparata: nessuno mi  può salvare.

Una lacrima cade dalle mie ciglia e si posa sulla pagine. Chiudo l'agenda nera.
Eppure non riesco a scrollarmi di dosso la sensazione che manchi un pezzo.
Okkei, Damiano Santorini è sicuramente il ragazzo più stronzo, egocentrico, irritante e lunatico che abbia mai incontrato ma..non è un bugiardo.

Le sue mani sui miei fianchi tremanavo al pari delle mie sul suo petto.
Nasconde qualcosa.
Lo leggo dentro di lui, nei suoi gesti, nel suo sguardo talvolta assente, c'è qualcosa che non dice, qualcosa che custodisce gelosamente.
Quando celi chi sei davvero riconosci a vista chi fa lo stesso.
Abbasso lo sguardo verso il mare e senza volerlo cala sul polso.
I braccialetti sono posati di lato e due lunghi tagli attraversano la pelle.
L'autolesionismo.
C

ome lo spieghi l'autolesionismo a qualcuno che non c'è mai passato?
Come lo spieghi il bisogno di farti del male, pur di sentire qualcosa, qualsiasi cosa, che sia puro dolore?
Tu sei morta dentro ma fingi comunque di essere felice.
Fanno male quando ti spogli.
Fanno male quando ti fai la doccia.
Fanno male quando ti asciughi.
Fanno male quando ti vesti.
Fanno male sempre.
"Però fa dannatamente bene l'idea di controllare almeno qualcosa di tutta 'sta merda"
Sento dei passi dietro di me e mi volto di scatto, presa in contropiede.
Non mi aspettavo qualcuno mi trovasse qui.
La luce della torcia mi acceca e non riesco a capire da dove provenga..fin quando una figura slanciata non si accovaccia al mio fianco e non annego in un paio di occhi neri.
Sospiro: «Che ci fai qui Damien»
La mia voce è roca e spezzata, conseguenza di tutte le lacrime che ho versato.
«Ti ho portato questa» mi passa quello che al buio mi sembra essere un tubicino bianco e verde.
Lo fisso confusa.
«Quando mia sorella si tagliava le spalmavo questa crema sull'escorazioni, cicatrizza in fretta»
Sussurro un “grazie” e comincio a stendere la lozione sulle ferite.
Guardo di fronte a me, combattuta.
Sono incazzata, delusa, ferita.
Ma aprirsi, anche se di poco, non è da Damien e non posso sprecare questa occasione.
«Come si chiama?»
Domando, nonostante io già lo sappia.
Sorride. Deve tenerci davvero parecchio: «Si chiama Debbie. A Febbraio ha compiuto 14 anni» si gira ad osservarmi: «sai, tu me la ricordi molto. Deb sembra fragile ma nel suo cuore è una guerriera»
Prende fiato, incerto se continuare o meno.
Resto in silenzio.
«Io e mia sorella siamo figli della stessa madre ma di padri diversi. Ed è qui che comincia la storia di come la mia vita sia andata a rotoli. Tre anni fa, abbiamo scoperto che il compagno di mia madre era affetto da HIV e dopo pochi mesi mia madre è morta di AIDS. Debbie è nata sieropositiva. È da allora che giriamo il mondo in cerca di una cura definitiva»
Sfrega le mani sentendo un groppo salirmi in gola.
Il ragazzo dai capelli turchesi guarda dritto dinanzi a sé.
«Qual'è il tuo di segreto, Elis»
Senza nemmeno rendermene conto, inizio a pensare con quale delle mie tante storielle ingannarlo. Fin quando la sua mano mi sfiora poco distrattamente e le sue dita si intrecciano alle mie.
Mi ritrovo a sospirare e il mio castello di carta retto da menzogne crolla.
«BPD. Borderline Personality Disorder»
«Il mostro di cui parlava By..»
Ghigno amaramente.
«Scappa. È tutto ciò che ho da dirti»
Lo sento alzarsi e in pochi secondi la sua mano mi tira su il mento: «Menomale che sappia ascoltare anche i silenzi allora»
Come una bomba ad orologeria, scoppio.
«È così devastante avere una così fottuta paura dell'abbandono causata da un disordine mentale, quando è lo stesso a causare la fuga delle persone che ami. A volte credo di avere una forza immensa, ma non nel senso che le persone comunemente intendono. Io do molto più amore di quanto mai né potrò ricevere e ne sono consapevole! Ma nonostante tutto, non getto la spugna. Tutti cercano di salvarmi e salvarmi ma la vuoi sapere una cosa, a me non serve essere salvata. Basterebbe che qualcuno mi trovasse e mi apprezzasse esattamente per chi sono davvero. Non ho idea di cosa significhi possedere una stabilità emotiva: quando sono triste non piango, grondo sofferenza; quando sono felice non sorrido ma splendo di luce propria; quando sono arrabbiata porca miseria brucio viva. E quando il cuore si rompe non è semplice dolore, è la mia anima che si disintegra in frantumi.
Essere borderline è come essere eternamente all'inferno. Pena, rabbia, confusione, strazio, non ho mai la benché minima idea di come mi sentirò da un minuto all'altro. So solo ferire coloro a cui tengo maggiormente. Mi sento constantemente incompresa. Analizzo ogni piccolo dettaglio di ciò che mi circonda, sono ossessiva cazzo. La mia via d'uscita deve essere bloccata da un grosso macigno, altrimenti non si spiega» mi asciugo le lacrime al bordo delle palpebre «Benvenuto nel mio mondo tesoro»
Senza pensarci, lo guardo negli occhi e comincio singhiozzare con un filo di voce. Un attimo prima ero rannicchiata su me stessa, l'attimo dopo ero tra le sue braccia muscolose, stretta come non mai. Le lacrime cominciano a scorrere senza sosta fino al collo e per la prima volta dopo mesi esplodo in un pianto liberatorio, stretta al suo petto come non mai.

Non so quanto tempo sia passato, forse dieci minuti, magari un'ora, siamo ancora attorcigliati in quell'abbraccio, nonostante abbia smesso di piangere.
Damien è seduto con le gambe divaricate e me accartocciata nel mezzo, incollata a lui.
Mi posa un bacio dietro l'orecchio: «Posso parlarti dolcezza?»
Annuisco, inspirando un'altra boccata del suo profumo.
«Marika»
Istintivamente, i miei muscholi si irrigidiscono e la sua presa si fa più salda.
«Mi ha baciato lei. Ero andato lì per dirle che era tutto finito, che non ne volevo saperne più nulla. Lei deve averti visto passare e si è avvinghiata a me. Cazzo Elis, se fossi rimasta due secondi in più mi avresti visto scrollarmela di dosso, te lo assicuro»
Alzo la testa incatenando il suo sguardo al mio cercando di carpirne la sincerità.
Il suo viso si avvicina di più al mio.
«È la verità»
Il suo sfiato mi sfiora.
«Dimostramelo.»
Vedo una scintilla passare nei miei occhi e riflettersi nei suoi.
Percepisco l'aria farsi improvvisamente più elettrica.
Le sue pupille sono fisse sulle mie labbra, e in un gesto involontario morde le sue, rischiando di farmi rinunciare a qualche anno di vita.
Si avvicina, fissandomi come nessun uomo mi aveva mai fissata (non che ci sia stata questa gran lista dopotutto) e il suo respiro caldo mi sfiora la bocca.
In un movimento lento, dolce, timido, le sue labbra si posano sulle mie.
Come se lo avessimo già fatto, la mia bocca si schiude e la sua lingua sfiora il mio labbro inferiore, mordendolo e succhiandolo in un modo che dovrebbe essere dichiarato illegale.
Damien ribalta la situazione. In pochi istanti, mi trovo premuta sotto di lui. Le sue mani bollenti sui miei fianchi scoperti dal top mi mandano scariche come lava. Il mio cardigan vola via. Ed anche la sua maglietta. Oh Signore santissimo.
Le mie dita affondano nel suo petto come desideravano fare dal primo momento in cui l'avevano visto, il bacio si fa sempre più profondo e dalla sua gola escono dei mugugni che basterebbero a farmi venire.
Le sue labbra si spostano sul mio collo dove inizia a mordere e succhiare, per poi lenire il tutto con la lingua.
So già che se non mi fermerò adesso, non lo farò fino a domattina.
E non vorrei.
Ma diamine, devo.
«Dam Dam DaDaDaDam»
Lo vedo allontanarsi dal mio corpo, sorreggendosi sui gomiti.
«Sì?» la sua bocca è gonfia per i miei baci ed io sto per impazzire.
«Ti voglio» la mia schiettezza stupisce anche me a 'sto giro: «ma non qui, non così. Voglio..Voglio che sia speciale»
Il sorriso che si allarga sulle sue labbra potrebbe illuminare a giorno tutto il campeggio. Mi carezza i capelli,
«Vorrà dire che aspetteremo. E sai perché? Perché sei un essere speciale. Ed io avrò cura di te»

Weeeila!
Spero di avervi emozionato anche solo un quarto di quanto mi sono emozionata io a scriverlo. Questo è il capitolo del venerdì.
Da oggi in poi però la programmazione cambierà e per la precisione avremo:
• lunedì : capitolo in italiamo
• martedì : capitolo in inglese
mercoledì : [WIC] capitolo in italiano
• giovedì : [WIC] capitolo in inglese
• venerdì : capitolo in italiano
• sabato: capitolo in inglese
La domenica mi riposo come Dio.
Bye❤️
Magari fatemi sapere con qualche stellina se il capitolo vi è piaciuto!

P.S. TORNERÒ SU WATTPAD IN DATA 11/02
STAY TUNED!!

*WIC ➡️ when I can*

[IT] • ELIS • [ Borderline's Chronicles #1 ] {Wattys 2019}Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora