Erano le 07.00 e i primissimi raggi di sole brillavano sull'immensa Philadelphia, città dell'amore fraterno, non molto distante dalla capitale Washington.
Quello sarebbe stato davvero un giorno importante all'ufficio per me e la mia collega Patricia.
Avremmo condiviso il nostro studio con un tizio, forse inglese, trasferitosi da poco negli USA con la moglie.
Non che mi andasse a genio l'idea di dover condividere la nostra "Tana Femminile" con un uomo, ma purtroppo era così che sarebbe dovuta andare e ... Ops, non mi ero ancora presentata?! Che sbadata, il mio nome é Rosanna. Ebbene sì, il mio era un grazioso nome italiano nato dall'unione tra Rosa ed Anna; ma vivendo negli Stati Uniti per un anno con la mia coinquilina di origini portoghesi Jasmine, ma Jas solo per me, la mia identità si era tramutata in Roxanne, meglio conosciuta come Roxy per gli amici, e ... Cavolo! Ero in un fottuto ritardo! Tranquilli, tranquilli, vi avrei sicuramente raccontato della mia vita strada facendo ... Bene, come dicevo vivevo nella splendida Philadelphia da circa un anno con la mia portoghese preferita ... non che ne conoscessi delle altre!
Jas, invece, ci viveva da ben quattro anni.
Io e lei condividevamo l'affitto dell'appartamento poiché sarebbe stato economicamente impossibile possederne uno con i prezzi che schizzavano alle stelle, e mentre scappavo da una stanza all'altra per prepararmi, avrei di certo continuato a raccontarvi un po' quel casino che era la mia vita.
Ero una ragazza di ventiquattro anni e dopo essermi laureata in scienze della comunicazione in Italia, il mio paese, mi ero trasferita nella grande "America" con la speranza di poter coltivare il mio sogno, lavorando poi come opinionista per un giornale di imprenditoria, forse, il più rilevante degli Stati Uniti.
Il "Beesness".
Che dire, proprio niente se si tralasciava la mia altezza non eccessiva, i miei capelli lunghi, mossi e neri come la notte, occhi color ghiaccio, un bel faccino, e quegli odiosi occhiali da vista in stile anni sessanta.
<< Allora Roxy, sei pronta?>> mi chiedeva Jasmine strillando.
<< Sìì! -urlavo io dal bagno- Che ne pensi?>>
<< Perfetta, ma ora và che é tardi!>>
<< Certo! Saluto da amiche?>> le proponevo.
Jas mi sorrise, facemmo una giravolta su noi stesse tenendoci per mano.
Quello lì era il nostro "portafortuna", una sorta di rito abituale tra ragazze insomma.
Chiusi la porta salutandola e scendendo le scale correndo come non mai per non perdere neanche un secondo di vitale importanza. Lì fuori c'era Louis, Louis Tomlinson, il ragazzo che vendeva quotidiani per la strada.
Lui era il nostro amico di fiducia, ed era davvero un gran bel tipetto. Sguardo ceruleo e rude, sdrammatizzato da un candido viso, barba incolta, tatuaggi qua e là, capelli spettinati con indosso le sue amate Superga e t-shirt dai mille colori. Era un ragazzo d'oro, sempre così frizzante e pieno di entusiasmo.
Io e la mia amica Jas lo ribattezzammo "Peter Pan", il nostro Peter.
Viveva ogni giorno come fosse l'ultimo e di ogni attimo cercava sempre di coglierne la vera essenza ... Per quanto superficiale potesse sembrare, ci avrei scommesso, non lo era affatto. Non avevo mai conosciuto un ragazzo più profondo di lui prima d'ora.
Sembrava quasi nascondesse un gran segreto. Certo, chissà quale!
<< Hey Roxy, ti va un bel giornale? >> mi domandava sorridente.
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" Goodbye "
FanfictionTratto dal tredicesimo capitolo: "Sei stata come musica nelle orecchie di qualcuno che non apprezzava il dolce suono della vita." Cover di @erisedharry Copyright © 2014