▶Chapter 5

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Tornata a casa per le 14.00, cercai di trovare una scarpa che si abbinasse con l'abito. Prendevo tutte le scatole che mi capitavano sotto mano e le aprivo. Tacchi neri, alcuni non troppo alti, altri del numero sbagliato... Insomma, si sa che a noi donne le scarpe, come le borse, non bastano mai. Potremmo averne una scarpiera o un mobile stracolmo, per vederlo ugualmente e sempre vuoto.

La tentazione era forte, ma che dico fortissima.

Presi la mia carta di credito prepagata e mi infilai correndo nel primo taxi!

Finito il giro, correvo per le strade della città, intrufolandomi prima in un negozio e poi in un altro spendendo minuti e minuti di vitale importanza senza concludere un acquisto decente.

Si erano fatte le 17.00 e delle scarpe ideali nemmeno l'ombra, così tentai un altro. Mi ero ripromessa che se neanche in quello avessi trovato niente, allora sarei tornata a casa con un pugno di mosche in mano. L'unica alternativa che mi rimaneva era quella di chiederne un paio a Jas. Fortunatamente portavamo lo stesso numero.

Appena entrata feci subito un giro controllando scrupolosamente tutti gli scaffali e provai a girarmi, fino a quando i miei occhi non si fossilizzano su un tacco 12' color tortora.

Erano ineccepibili; le mie retine, ringraziavano di trovarsi dinanzi a quel bagliore smisurato.

Costavano 72 dollari, caspita, però ne valeva la pena ... sarebbero stati soldi ben spesi.

Tornai a casa tutta appagata dall'assurdo acquisto che avevo appena "chiuso"e chiesi a Jasmine di darmi una mano col trucco e i capelli.

Affidai completamente a lei l'esecuzione e la preparazione del mio aspetto per quella sera. Mi fidavo completamente non solo per la sua propensione ma anche per la sua competenza alquanto professionale. Jasmine lavorava in un centro estetico che rimase ben poco sul mercato. Fallì qualche anno dopo la sua apertura, così si accontentò di lavorare come aiuto cuoco per un ristorante giapponese non lontano da qui.

<< Allora mi vuoi dire o no chi sarà il fortunato di questa sera?>> domandava mentre con un pennellino sfumava l'ombretto che aveva applicato sul mio occhio.

<< Non farti film mentali mia furba Cruz, ti ricordo che è per lavoro, in parte.>>

<< E l'altra invece? E' quella che mi interessa davvero!>>

<< Suvvia, continua il tuo dovere schiavetta!>> ridevo, e lo fece anche lei per poi bloccarsi e trattenersi.

<< Smettila Roxy, così mi deconcentri, diamine!>> scherniva lei.

La ragazza posò davanti al mio volto uno specchio per mostrarmi quel che mia aveva combinato sul volto. Schiusi la bocca per lo sbalordimento. Non potevo credere che con delle semplici mosse avesse potuto risaltare così tanto splendore in me. Amavo poter vedere come aveva valorizzato i miei occhi di un ghiaccio glaciale con un semplice ombretto color champagne accompagnato da una sottile linea di eyeliner dal gusto sopraffino. Il blush color pesca luccicava sotto i miei zigomi, e le mie labbra piene furono valorizzate da un rossetto rosso tendente al prugna. Pettinò con grazia i miei capelli color pece racchiudendoli in un piccolo ed altro chignon che irraggiava l'intero aspetto con una certa robustezza.

Mi recai nella camera da notte per indossare l'abito e le mie nuove scarpe, ed infine appoggiai su un comodino i miei occhiali da vista che quella sera non avrei indossato.

Scesi le scale del condominio ed uscita dal portone, c'era Louis che gustava tranquillamente una tazza di tè sugli scalini della sua roulotte in compagnia della ... cagn- stangona. Barbara.

&quot; Goodbye &quot;Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora