Will you go out with me? Check yes or no
Will you go out with me? It's all I got to know
«Quindi Louis è tornato?» chiese Dana, seduta dietro il bancone del bar dei suoi genitori, dove era solita lavorare durante le vacanze e dove le mie due migliori amiche ed io ci trovavamo sempre quando il tempo non ci permetteva di uscire. Mescolai lentamente il mio cappuccino, annuendo poco interessata, mentre Gae sorseggiava il suo tè alla rosa canina con troppo zucchero e limone, senza distogliere lo sguardo da me.
«E com’è parlare con una rockstar?» mi chiese stupidamente. Alzai gli occhi al cielo, bevendo il mio cappuccino e pulendomi la bocca con un tovagliolo. Ero un disastro a bere qualunque cosa fosse più denso dell’acqua, mi si creavano sempre dei baffi di schiuma sopra il labbro superiore. Orripilante.
«È solo Louis, Gae, non mi sembra una cosa sensazionale. E non è una rockstar, ma un membro di una boyband, che significa essere lo sputo di una rockstar, più o meno.» le dissi con tono piatto ed esausto.
Le mie amiche erano sempre state eccitate all’idea di conoscere qualcuno che era diventato così famoso. Il pensiero che Louis Tomlinson avesse varcato lo stesso cancello che avevano varcato loro, che si fosse seduto su una sedia di un banco in un aula della loro stessa scuola, che avesse sputato dove loro probabilmente avevano messo piede, che avesse fatto cose sconce nei bagni dove loro probabile avevano fatto pipì, le rendeva entusiaste.
Non che a me non importasse, certo, ma Louis non era uno scienziato pronto a prendere un Nobel, era solamente un ragazzo che stava vivendo un sogno, cantando canzoncine squallide con basi musicali tremende, quindi non trovavo motivo di quella apoteosi mistica che colpiva le mie amiche - e sfortunatamente quasi tutto il popolo di Doncaster - non appena Tomlinson metteva piede in città.
«La tua è solo invidia, Zoe.» disse Gae, pettinandosi i lunghi capelli biondi, perfettamente arricciati, buttandoseli poi alle spalle con un colpo secco, ma di classe. Scossi la testa, incredibile quanto le bionde potessero essere davvero stupide e frivole, alle volte.
«In fondo ha ragione Zoe - mi difese Dana, preparando un caffè ad un vecchio signore - È sempre il solito Louis, non ha nulla di diverso.»
«Se non soldi, fama, un milione di followers su Twitter e un bel contratto con una casa discografica…» sbottò Gae, finendo il suo tè e osservando il cellulare, nella speranza che qualcuno le avesse scritto. Probabilmente sperava fosse Carl, il suo ragazzo, con cui aveva litigato e da cui stava aspettando delle scuse, nonostante non fosse completamente colpa di quel poveretto. Non avevo detto niente a Gae, non ero il tipo da intromettermi nelle faccende amorose delle mie amiche, non ne avevo nessun diritto.
«Beh, non hai tutti i torti nemmeno te.» ripensò Dana, sorseggiando un succo all’albicocca. Tipico di Dana, cercava sempre di mediare i discorsi miei e di Gae, evitando di farci litigare. Io avevo i capelli rossi e, come era ben risaputo, ero una testa calda, mentre Gae, essendo bionda, era solamente troppo ottusa per capire che avevo ragione io. Nonostante tutto, le volevo bene, nella sua testardaggine, era una ragazza tremendamente simpatica e quando voleva, sapeva dare dei buoni consigli. Pochi, ma buoni.
«Vedi?» mi fece la linguaccia Gae, ammiccando poi verso Dana che scosse la testa, tornando al suo lavoro per evitare di dover intromettersi ancora nella discussione.
«Dici che starà qui per molto?» mi chiese Gae, alzandosi per sistemarsi la gonna, per poi risedersi nuovamente, accavallando le gambe.
«Chi?» domandai, finendo il mio cappuccino.
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69 cose che odio di te
Fanfiction[2012] «Vuoi uscire con me?» mi chiese, lasciandomi di stucco. «Non credo sia una buona idea.» gli risposi, dopo un po'. «Voglio sessantanove motivi.» «Sessantanove motivi?» chiesi confusa. «Sessantanove motivi per cui non vuoi uscire con me, sessan...