diciassette

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theyll be times when everythings not perfect

when we fight do you say things like 

“I hate you” or “its all your fault”

«Ti stai divertendo?» domandò una voce famigliare alle mie spalle. Mi voltai lentamente, notando Goku camminare verso di me con un bicchiere colmo di liquido colorato, molto simile a quello che mi stavo rigirando tra le mani da una buona mezz’ora. Quella sera, dopo essere rientrati dal giro in centro a Londra, avevamo trovato Liam-lo-squartatore nell’appartamento, insieme a quella che doveva essere Danielle - sua fidanzata e probabile prossima vittima, una copia uscita male di Leona Lewis con il dono di aver un fisico da fotomodella e non una voce straordinaria come quella dell’originale - e ci avevano invitati ad una strana festa nell’appartamento londinese di un certo Simon. Appena avevo provato a domandare chi fosse costui, tutti gli occhi dei presenti si erano posati su di me,  incenerendomi e maledicendomi mentalmente. Mi ero stretta nelle spalle e mi ero rinchiusa nella stanza di Louis, accendendo la televisione senza però poter sovrastare le urla isteriche di Danielle e Cespuglio che si disperavano senza sapere cosa mettere. Quando Louis era venuto a cambiarsi, avevo infilato una sua felpa ed ero uscita, ricevendo altre occhiatacce da parte di tutti.

«Da tutto il casino che avete fatto prima, mi aspettavo qualcosa di più.» risposi a Niall, mentre lui si appoggiava con la schiena al corrimano design del piccolo balcone dell’appartamento di questo famigerato Simon. Mi ero immaginata chiunque, persino un pappone messicano con strani legami con la mafia, ma non avevo pensato al fatto che potesse essere un normalissimo uomo dall’aria burbera qual’era realmente. Mi ricordava il nonno di Heidi di qualche anno più giovane e di certo non sembrava essere il tipo da dare feste del genere. Avevo scorto parecchia gente che mi pareva di aver già visto prima, forse addirittura in qualche telefilm famoso, ma sfortunatamente tra questi avevo visto anche Eleanor che appena entrati aveva assalito Louis, rapendolo e portandolo al tavolo degli alcolici. Da quando avevo messo piede lì dentro, mi ero limitata a sorseggiare dal mio bicchiere, nascondermi tra la folla e appena notata una porta finestra, mi ci ero fiondata isolandomi dal resto del mondo per tutto il tempo restante, fino a quando Niall non era giunto.

«Dobbiamo tutto a quell’uomo - mi spiegò Goku senza che io glielo chiedessi - Quindi è sempre bello rivederlo e poterlo ringraziare di nuovo.»

«Impressionante.» fu il mio commento distaccato, prima di avvicinare alle labbra il mio bicchiere nonostante quel cocktail dal colore indefinito non fosse realmente di mio gradimento. Niall continuò a fissarmi con i suoi occhi azzurri, che nonostante il buio della sera parevano risplendere come stelle. I suoi capelli, quella sera, erano più in piedi del normale. Evidentemente si era evoluto di livello ed era arrivato ad essere un Super Saiyan.

«Ti sei divertita oggi con Louis?» mi chiese, come voler per forza fare conversazione. Lo scrutai attentamente, assottigliando gli occhi per poi abbandonarmi ad un pesante sospiro. Mi strinsi nelle spalle, versando il mio cocktail nei vasi nei quali erano piantati dei fiori probabilmente finti, vista l’improbabile rigogliosità tipica della primavera e non di fine dicembre. Niall rise, voltandosi e affiancandosi ancora di più a me, osservando Londra davanti a sé.

«Sì, non è stato male. Peccato che ogni due passi ci sia qualcuno che lo fermi…» mi lamentai, passandomi una mano tra i capelli.

«Già, ho notato…»

«Come scusa?» lo interruppi, non capendo a cosa si stesse riferendo.

«Hey, stiamo parlando di uno dei membri dei One Direction, anche se me ne andassi in Uzbekistan potrei essere informato su ogni suo movimento avendo una connessione Internet. Alcune ragazze su Twitter hanno già messo alcune vostre foto come icon

69 cose che odio di teDove le storie prendono vita. Scoprilo ora