dieci

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it’s like you’re pouring salt on my cuts

cause you can’t bandage the damage

you never really can fix a heart

«Hey Tommo - sentii la voce di Alan, poco dopo essersi alzato per andare ad aprire la porta d’ingresso - Qual buon vento?» gli chiese, per poi ridacchiare divertito. Mi voltai impercettibilmente verso Evleen, che aveva subito drizzato le antenne nel sentir pronunciare il soprannome di Louis, sistemandosi la canottiera bianca e striminzita che indossava per mettere in bella mostra il suo seno prosperoso e il suo reggiseno nero di pizzo, talmente fine e semitrasparente da lasciar poco spazio all’immaginazione. Alzai gli occhi al cielo, tornando a leggere uno dei giornali di mia madre senza in realtà prestare grande interesse a quello che vi era scritto. Percepii dei passi avvicinarsi, mentre le voci di Alan e Louis si facevano più forti, fino a quando non divennero chiare non appena la porta del salotto venne aperta. Evleen si aprì in un sorriso forzato, mentre si riavviava i lunghi capelli rossi dietro le spalle, gonfiando il petto. Sembrava un pavone, in quella posizione.

«Ciao Eve - disse la voce squillante di Louis - E buongiorno anche a te, Carotina.» finì. Mi voltai verso di lui lentamente, con uno sguardo omicida che però lo indusse solamente a ridere a crepapelle.

«Come mai sei venuto qui?» chiese con voce melliflua Evleen, cercando di attirare l’attenzione di Louis su sé stessa e non su di me. Sorrisi fra me, gongolando. Certo avrei preferito che Louis dedicasse più tempo a mia cugina, così da lasciarmi in pace, ma la mia parte maligna e perfida era contenta di prendersi per una volta una piccola rivincita, nel vedere il bel volto di Evleen diventare verde per la gelosia.

«Avevo voglia di passare un po’ di tempo con i miei Arancioni preferiti - disse, facendo scatenare l’ilarità forzata di mia cugina - E sono passato anche per invitarvi personalmente alla mia maestosa e attesissima festa di compleanno!»

Alan ed Evleen puntarono lo sguardo su di lui, sconvolti ed entusiasti allo stesso tempo, mentre io mi limitai a sospirare, annoiata da quella scenetta ridicola. Non avevo motivo per essere elettrizzata per quella festa, visto che di principio non ci sarei andata. Parteciparci implicava doversi vestire per l’occasione, dover rimanere in un locale gremito di persone famose e antipatiche, che non mi avrebbe calcolato di striscio lasciandomi per tutta la sera in disparte, ma il motivo principale sarebbe stato farsi vedere e farsi fotografare, ciò implicava pettegolezzi su Zoe-la-ragazza-dai-capelli-rossi-Periwinkle che partecipa alla festa di compleanno di Louis-la-star-internazionale-Tomlinson e ciò avrebbe alimentato le teorie su di un rapporto segreto tra noi due. E non era decisamente il caso.

«Wow, ma è fantastico! - squittì Evleen, mettendosi in ginocchio sul divano, con gli occhi che le brillavano - E quando sarebbe?»

Evidentemente lei la vedeva diversamente da me, forse addirittura pensava totalmente il contrario di quello che pensavo io. Andare alla festa di Louis Tomlinson significava conoscere, prima di tutto, gli altri quattro babbei del gruppo e secondo, avere il pass per conoscere qualunque star possibile che fosse andata almeno dieci secondi in televisione, con la quale mia cugina avrebbe potuto fare una foto per poi postarla in tempo reale su Facebook.

«Beh, il mio compleanno è il ventiquattro dicembre, ovvero fra due giorni… quindi fra due giorni!» rise Louis, buttandosi sul divano accanto a me e posandomi una mano sul ginocchio, che frettolosamente spostai, allontanandomi da lui, mentre Alan rideva davanti a quella scena.

«Tu Carotina hai intenzione di venire?» mi chiese Louis, voltandosi e sorridendomi sornione. Chiusi il giornale, buttandolo di fianco a me.

«No - risposi secca - Preferisco stare in famiglia!»

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