I got scared, I thought no one could save me
you came along scooped me like a baby
«Perché non ci hai mai detto niente?» chiese scioccata Gae, il labbro inferiore che le tremava. Abbassai lo sguardo, senza sapere cosa rispondere. Ero tornata quella mattina da Londra, ricevendo un pigro ben tornata dai miei famigliari che ancora stavano dormendo. Avevo fatto colazione insieme a Louis, avendolo invitato dentro in casa, poi ero andata a farmi una doccia e, tornata in salotto, con i capelli ancora umidi avevo trovato Dana, Gae e mio fratello seduti sul divano, che aspettavano che gli raccontassi quello che era successo con Nathan. Avevo pensato di uccidere Louis, sul momento, ma poi mi ero accorta delle loro espressioni preoccupate e il cuore mi si era stretto in una morsa, lasciando che le lacrime scivolassero lungo le mie guance. Sapevo che avrei dovuto raccontare loro tutto, sin dal principio, sin da quando lui continuava a darmi fastidio, ma non ne avevo mai avuto il coraggio. Mi ero sempre sentita sbagliata, in imbarazzo. Temevo che non mi avrebbero creduto, temevo che mi avrebbero preso in giro dicendomi che era tutto frutto della mia mente, che era pazza, esattamente come avevano fatto nel periodo poco dopo la mia rottura con Nathan. Non li avevo mai biasimati, probabilmente avrei fatto la stessa cosa se fosse successo a qualcuno a me vicino. Loro conoscevano il Nathan che io avevo sempre creduto di conoscere, quando invece si era rivelato tutt’altra persona, ma solo ai miei occhi era il mostro ch’era in realtà, davanti agli altri era lo stesso Nathan sfigato e timido di sempre.
«Mi vergognavo.» sussurrai, asciugandomi le guance. Alan si sedette accanto a me, stringendomi tra le sue braccia. Mi baciò la nuca, cullandomi dolcemente, come faceva quando ero ancora bambina. Era mio fratello, nel nostro sangue scorreva lo stesso sangue ed io gli avevo nascosto tutto questo. E dire che lui mi aveva sempre avvertito, da quando aveva conosciuto Nathan mi aveva sempre detto che quel ragazzo non gli piaceva. E io che gli ridevo in faccia, pensando che fosse soltanto troppo protettivo nei miei confronti perché ero la sua sorellina. Ma evidentemente era così, ero ancora un’ingenua e stupida bambina indifesa che non riusciva a capire cosa fosse buono o cattivo, che aveva bisogno di una guida, di qualcuno che le spiegasse come vivere veramente senza mettersi nei guai. Ed io, idiota, non avevo afferrato la mano che Alan mi aveva sempre porto - e che probabilmente mi avrebbe porto per sempre - quando ormai stavo già soffocando nelle sabbie mobili, l’ultima possibilità di salvarmi da quell’incubo che mi avrebbe così cambiata.
«Quello stronzo, figlio di puttana.» sussurrò mio fratello con rabbia,stringendo la presa attorno a me senza farmi male. Mi aggrappai alle sue braccia, alzando lo sguardo verso le mie migliori amiche, entrambe ormai in lacrime.
«Sei una sciocca, Zoe Periwinkle - singhiozzò Gae, arrabbiata - Sei soltanto un’idiota!»
Si alzò, prendendo la sua borsa e affrettandosi verso l’uscita, ma Dana la fermò richiamandola severa, con voce rotta. Mi staccai da mio fratello, imitando Gae e fermandomi a pochi passi da lei.
«Mi dispiace - dissi - Non volevo mettervi in agitazione…»
«Non volevi? - strillò - Non volevi, eh? Ed ora, ora mi chiama Louis per dirmi che quel farabutto si è fatto vedere a Londra, che ti ha seguito, che ti ha aggredita… cosa sarebbe potuto succedere se Harry non fosse arrivato? Se ti fosse successo qualcosa, come pensi che mi sarei sentita? Sei la mia fottutissima migliore amica, cazzo… Lo trovo inconcepibile che tu non ti sia fidata di me! Avremmo potuto fare qualcosa… Avremmo potuto presentarci sotto casa sua per picchiarlo, fargli passare quello che lui stava facendo passare a te… se solo tu me l’avessi detto!»
«Non sarebbe cambiato nulla - disse Dana, alzandosi e piazzandosi in mezzo a noi, cercando di sistemare i nostri litigi come al solito - Zoe ora ci ha detto tutto, possiamo ricominciare da zero…»
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69 cose che odio di te
Fanfiction[2012] «Vuoi uscire con me?» mi chiese, lasciandomi di stucco. «Non credo sia una buona idea.» gli risposi, dopo un po'. «Voglio sessantanove motivi.» «Sessantanove motivi?» chiesi confusa. «Sessantanove motivi per cui non vuoi uscire con me, sessan...