nove

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it’s like you’re pouring salt on my cuts

cause you can’t bandage the damage

you never really can fix a heart

«Quindi tua cugina ti sta rubando il ragazzo?» mi chiese Gae, accavallando le gambe e tamburellando le dita nervosamente sul tavolino del salotto di Dana. La osservai alzando lo sguardo dal mio bicchiere di succo all’albicocca, mentre Dana spegneva la televisione che ancora trasmetteva un film che avevamo noleggiato quel pomeriggio, ma che avevamo smesso di seguire da quando la conversazione era caduta stranamente su Louis, nome del protagonista del film tra l’altro.

«Louis non è il mio ragazzo - la ripresi - E non importa, è normale che uno come lui vada con una come Evleen. Non sono così idiota…»

«Sei troppo cattiva con te stessa, Zoe, non sei…» iniziò Dana, ma io la interruppi con un gesto secco della mano.

«Non mi stavo autocommiserando - spiegai, gesticolando irritata - Forse avrei dovuto spiegarmi meglio e dire che è normale che un ragazzo debosciato come Louis vada con una peripatetica come Evleen, hanno entrambi una cosa in mente in mente e insieme possono essere felici!»

«Zoe quanto sei carina quando sei gelosa!» strillò Gae con il tono di voce più alto di un ottava, saltandomi addosso e stritolandomi nemmeno fossi appena tornata dalla guerra, dopo anni di assenza da casa. Dana ci fissò per un istante, sorpresa, prima di scoppiare a ridere, allungando le gambe sul divano e buttando la testa indietro.

«Ma gelosa di chi? - strillai, alzandomi e sedendomi il più lontano possibile da entrambe - Vorrei ricordarvi che io ho sempre declinato l’invito di Louis ad uscire e Evleen arriva a fagiolo, una manna dal cielo, per quanto diabolica e fastidiosa sia.»

«A me non sembrerebbe, a dir la verità…» sbottò Gae, offesa per il mio comportamento. Si accucciò accanto a Dana, facendosi accarezzare i lunghi capelli quel giorno stranamente ricci. Ci mancava solo che facesse le fusa e si mettesse a miagolare. Dana continuava a fissarmi con un sopracciglio alzato e un sorriso saccente dipinto sulle labbra fini.

«Tu sei bionda - borbottai più tra me e me - E comunque saprò bene cosa provo! Non ho bisogno che di voi due a  psicoanalizzarmi!»

«Dai Zoe - mi disse Dana con tono scherzoso - Lo sai che stavamo scherzando!»

Le osservai scettica, per poi lasciarmi andare ad un sorriso. Per quanto questa storia di Louis le avesse prese, non potevo arrabbiarmi con loro. Erano le mie migliori amiche e non riuscivo a tenere loro il muso nemmeno se mi avessero accoltellato la madre, subito dopo alcuni secondi sarei saltata loro in braccio e le avrei strette a me come se non le vedessi da anni. Volevo loro troppo bene e nemmeno le loro continue insinuazioni sulla mia gelosia verso mia cugina e Louis mi avrebbero fatta arrabbiare davvero.

«Lo so, lo so.» dissi soltanto, per poi posare il bicchiere di succo lasciato a metà sul tavolino, mentre il suono fastidioso e famigliare dell’iPhone di Gae l’avvisava di una notifica. Lei subito afferrò quell’aggeggio infernale e cominciò a digitare freneticamente sul display quasi a volerlo rompere, mentre altri suoni simili a quelli di prima continuavano a susseguirsi come impazziti, fino a quando lei non mise sul silenzioso.

«Che cosa sta succedendo?» chiesi curiosa, mentre Dana spiava da dietro la spalla della bionda. Mi avvicinai, buttandomi di fianco a Gae come un sacco di patate e osservandola maneggiare il suo iPhone e scrivere così veloce che quasi non capivo come ci fosse scritto in tutti quei continui messaggi.

«Mi stanno scrivendo su Twitter.» mi rispose dopo qualche istante, tirando fuori la lingua a causa dello sforzo che stava compiendo il suo povero ed unico neurone superstite.

69 cose che odio di teDove le storie prendono vita. Scoprilo ora