IX CAPITOLO

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-Ciao...- la saluta affacciandosi alla porta del suo ufficio, senza però entrare.
-Buongiorno Leo.-
-Come va?-
-Bene, grazie. Ho un sacco di lavoro da fare.- sorride lei.
-Vado di là allora.- saluta con la mano prima di raggiungere il resto della squadra.
-Buongiorno capitano.-
-Ciao ragazzi. Novità?-
-Stiamo seguendo i movimenti di Panari ma sembra piuttosto tranquillo. Iaconi e Giorgi gli stanno dietro e per ora è passato solo in banca e poi dal ferramenta.- spiega Galliani.
-Forse per prendere qualcosa che dovrà servirgli per provocare il cortocircuito. Telefonate dal Cacciatore?-
-Nessuna. Stiamo controllando anche le email.-
-Perfetto. Vieni con me. Andiamo a farci una passeggiatina va.-

***

In auto Leo è al volante e Valentina alla sua destra.
-Capitano, ma seguiamo anche noi Panari?-
-Ovviamente no.-
-Ha qualche idea?-
-Più o meno. Diciamo che ho una certa ipotesi sul caro Sartori e credo sarà meglio levarci ogni dubbio.-
Lei annuisce e il viaggio continua fino all'azienda dove, qualche settimana prima, Leo e Flo avevano piazzato microfoni e telecamere.
Il ragazzo parcheggia nel piazzale davanti l'ingresso.
-Ascolta. Io troverò un modo per imbucarmi. Tu dovrai starmi dietro, ovviamente senza dare nell'occhio e senza far intendere che ci conosciamo.-
-Capitano, non si preoccupi. Copro spesso Flo. So come si fa.- sorride lei.
-Ottimo! Tieni.- dice porgendole un piccolo microfono da posizionare nell'orecchio -Ci teniamo in contantto. Andiamo.-
Leo scende dalla macchina, si dirige verso l'entrata e Valentina lo segue a qualche metro di distanza.
-Buongiorno.- saluta la segretaria all'ingresso.
-Salve, posso aiutarla?-
-Sto cercando l'ufficio del signor Sartori. Dove posso trovarlo? Avrei un certo...affare da proporgli e vorrei parlarne con lui di persona.-
-Ora purtroppo non è possibile, non è in ufficio. Ma può aspettarlo qui se vuole.-
-Ah...- rivolge un'occhiata complice a Valentina che intanto si è seduta su un divanetto poco distante -Va bene...allora lo aspetto qui, grazie.-
-Si figuri, intanto gli comunico la sua presenza. Signor...?-
-Andrea Neri.- mente lui, per scansare qualsiasi tipo di problema ed evitare di essere riconosciuto.
-Perfetto.-
Leo si accomoda su una sedia, accanto al divanetto, e comincia a pensare ad un modo per riuscire ad entrare nell'ufficio di Sartori che sapeva già essere in fondo al corridoio.
-Scusi signorina...c'è un bagno qui?- chiede poi con un sorrisino.
-Certo. In fondo al corridoio, la penultima porta sulla sinistra.-
"Bingo!" pensa; poi ringrazia e si incammina per il corridoio.
Si guarda intorno prima di aprire e varcare la porta dell'ufficio di Sartori.
Una volta dentro si mette a cercare tra i fogli sulla scrivania e nei cassetti mentre si mette in contatto con Valentina.
-Galliani, sono dentro. Sto cercando una cosa. Avvertimi in caso arrivasse qualcuno.-
La ragazza non risponde per non farsi scoprire dalla segretaria, ma continua a guardarsi intorno per carpire ogni singolo movimento.
-Sono sicuro che siano da qualche parte...- si ripete lui controllando alla rinfusa fra tutte le carte.
Si avvicina all'armadietto e lo apre, ma anche lì sembra non esserci nulla.
-Che cazzo!- richiude tutto e sta per uscire quando sembra notare una sottile cartellina gialla infilata nel minuscolo spazio fra l'armadietto e il muro.
La tira fuori e la apre, dando un'occhiata al contenuto.
-Trovati! Lo sapevo.-
-Capitano! La segretaria sta per alzarsi, potrebbe andare in ufficio.- lo avverte all'improvviso Vale, uscita fuori per poter parlare liberamente.
Leo si precipita fuori la porta ed entra nel bagno immediatamente davanti.
Pochi secondi dopo sente i tacchi della segretaria attraversare il corridoio, poi si ferma davanti alla porta e bussa.
-Signor Neri? Si sente bene?-
-Oh si, non si preoccupi...Va tutto bene.-
-Ok...- risponde lei per poi tornare indietro.
Leo infila la cartellina sotto la giacca e poi esce dal bagno tornando verso l'ingresso.
-Mi scusi signorina, ma non sono proprio in gran forma, come avrà capito...Passerò in seguito per parlare con il signor Sartori.-
-Non si preoccupi, non c'è problema.-
-Grazie signorina, gentilissima.- replica porgendole la mano.
-Arrivederla!-
-Sicuramente...- sorride, per poi uscire.
-Allora capitano? Tutto bene?-
-Si, grazie Galliani. Ottimo lavoro. Torniamo alla centrale!-

***

-Signori...Abbiamo l'affarista!- afferma orgoglioso facendo cadere la cartellina al centro del tavolo.
I ragazzi la aprono, prendendo ad osservare i fogli uno ad uno.
-Ma quati diamine di soldi ci sono?!- considera Iaconi ad alta voce guardando le esorbitanti cifre scritte accanto a ciascun conto.
-È Sartori! Era quasi ovvio, ma ci ho pensato solo oggi. Sartori ha un'azienda e può far girare soldi con facilità senza risultare sospetto. E tramite lui che il Cacciatore e tutta la gang del bosco si procurano le armi e tutto il resto che sappiamo. Pagano tramite lui! Ed ovviamente questo sarebbe dovuto rimane un segreto...ma purtroppo per lui, non è andata così.- spiega.
-Bravo Leo. Ottimo lavoro.- si congratula Floriana prima che le squilli il cellulare e si ritiri in ufficio per rispondere.
Lui la segue e ascolta da dietro la porta la conversazione.
-Pronto? Cosa?! Ma che stai dicendo?!- sembra inalberarsi, e poi la sua voce viene leggermente rotta dal pianto -Non lo so...Non credo...Non lo so. Scusami, ma no. Preferisco stare sola. Ok...Ciao.- mette giù, poggia le mani sulla scrivania e tira il telefono sul divanetto.
Leo socchiude la porta.
-Tutto bene...?-
Lei si volta presa alla sprovvista e si asciuga in fretta le lacrime.
-Si tutto bene, grazie.-
-Perché piangi?- chiede serio avvicinandosi.
-Niente di importante.-
-Evidentemente non è così...Vuoi parlarne?-
-Se ti va...- risponde lei inaspettatamente e Leo annuisce.
-C'è poco da dire. Mio padre è molto malato ed ha deciso di non volersi curare...Io non ho mai avuto un buon rapporto con lui, non lo vedo quasi mai. Ma la sua è una follia. Si vuole lasciare morire.- spiega, mentre le lacrime riprendono a rigarle il viso.
Leo si avvicina ancora, asciugandole le guancie con un dito e poi la tira a se, stringendola forte.
-Mi dispiace tanto Flo...Tantissimo...- le dice accarezzandole la schiena -Perchè non provi a convincerlo? Magari sentirlo dire da te gli farà cambiare idea.-
-No, è troppo superbo per accettare una proposta non sua...- cerca di rispondere con il viso sulla sua spalla.
-Flo io sono qui...qualsiasi cosa accada.-
-Saresti così sicuro da poterlo promettere?-
-Te lo prometto...- sussurra, spostando il viso fra i suoi capelli e strusciando delicatamente il naso contro il suo collo.

Poi fa salire le mani fino sulle spalle della ragazza e quasi senza farci caso comincia a lasciargli delicati baci sul collo, spostandosi fino alla guancia fino a che i loro nasi si sfiorano

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Poi fa salire le mani fino sulle spalle della ragazza e quasi senza farci caso comincia a lasciargli delicati baci sul collo, spostandosi fino alla guancia fino a che i loro nasi si sfiorano.
Poggia la fronte contro la sua e nel silenzio riesce quasi a sentire il respiro corto di Flo che, invece di opporsi, stringe ancora di più le braccia sulla schiena di Leo.
Lui si avvicina titubante alle sue labbra e poco dopo le sfiora, spostandosi subito.
Cominciano a scambiarsi baci fugaci, come se entrambi si ritraessero l'uno dall'altra, fuggendo.
Fino a quando Leo le poggia la mano dietro la nuca e inizia a baciarla sempre più intensamente, allontanandosi di tanto in tanto solo per riprendere fiato.
Le morde il labbro e poi riprende con i baci, fino a quando percepisce chiaramente che anche lei si sta lasciando trasportare.
E allora lascia andare la lingua, che si intreccia con la sua in una danza movimentata da far perdere il fiato.
Dopo qualche minuto si staccano, tenendo i nasi vicini.
Poi si abbracciano forte rimanendo l'una nell'altro, come per paura di separarsi.
Perché è in questo momento che si ricordano quanto il loro mestiere, purché affascinante, sia pericolo.
E in mezzo a tutto lo schifo e la cattiveria del mondo in cui sono costretti a lavorare, a voltale ci si dimentica la potenza di un abbraccio.



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