XIII CAPITOLO

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-Buongiorno cucciola...- le accarezza la schiena nuda, sedendosi sul letto.
Lei si stiracchia, rotolandosi fra le coperte.
-Che ore sono?-
-Le otto, abbiamo ancora tempo. Tranquilla.-
Apre gli occhi cercando la sua mano fino ad afferrarla; poi si mette a sedere, tenendo le lenzuola intorno al petto.
-Ma...mi hai portato la colazione!- dice, notando il vassoio al lato del letto.
-Mhmh.- annuisce lui continuando a guardarla estasiato.
Poi si avvicina a lei fino a toccare le labbra della ragazza con le sue, fino a sdraiarsi sopra di lei, con la mano lungo la sua coscia, lasciando lentamente intromettere la lingua in quel bacio.
-Vorrei fare l'amore di nuovo, adesso, così...- le sussurra in un orecchio con voce bassa e un pò roca, forse per l'eccitazione.
-Ma non abbiamo tutto questo tempo...per fare le cose per bene...- risponde lei, passando le mani fra i suoi capelli, scompigliandoli.
Lui si fionda sul suo collo, baciandola fino al petto.
-Allora facciamo così, a te la scelta: o facciamo l'amore, adesso, oppure mi fai arrestare Panari. Non che abbia necessariamente bisogno della tua autorizzazione, ma so già che mi terresti il muso per una settimana.- sorride toccandogli il naso con l'indice, come fosse una bambina.
-E farei bene!-
Lui scoppia a ridere.
-Allora? Cosa scegli?-
-Ma mi stai ricattando?!-
-Mmm...no, è più che altro un accordo.- la prende in giro lui.
-Ma non vale! Non abbiamo tempo ora!-
-È la tua scelte definitiva?-
-Leo...- ride alzando gli occhi al cielo.
Lui le strappa un altro bacio e poi si solleva, lasciandola alzare.
-Ok dai...sono serio...ci hai pensato?-
-Sei sicuro che possa funzionare?-
-Quasi. Ma bisogna rischiare no? E poi potrebbe essere un modo per smuovere un pò le cose.-
-In effetti se mettessimo fuori gioco Panari il Cacciatore sarebbe costretto a tirare fuori qualche altra carta...che magari non conosciamo.-
-Vedi che cominci a ragionare come me?-
Lei riflette qualche altro istante, per poi dare la sentenza.
-E va bene...Prendiamolo.-
Lui sorride; poi afferra il vassoio, porgendoglielo.
-Grazie, sei stato carino.-
-Assaggia.- le dice Leo, prendendo il cucchiaino e avvicinandolo alle sue labbra.
-È buonissima!-
-Come me la faceva sempre mia mamma...Andavo pazzo per la cioccolata.-
Lei prende un'altra cucchiaiata, ma questa volta la dà al ragazzo che sorride, assaporando la cioccolata.
-Sei più buona tu però.-
Il cellulare di Leo squilla e lui va a recuperarlo in salotto.
-Pronto?...Adesso?! Manda Lupo a seguirlo e due pattuglie a sirene spente a distanza. Io arrivo. Lo prendiamo.-
-Che è successo?!- chiede
-Panari sta andando fuori città. Lontano dal Cacciatore e dai suoi scagnozzi è l'occasione giusta per acciuffarlo. Devo andare Flo.- le spiega mentre infila velocemente la camicia -Ci vediamo dopo al Gico. Ti tengo aggiornata.-
-Ok. Mi raccomando, prudenza.-
-Stà tranquilla, non faccio lo scemo.- dice prima di correre fuori da casa e precipitarsi in auto.

***

-Raoul, dammi le cordinate.- chiede tramite ricetrasmettitore.
-Siamo in via Caltanissetta, gli sto dietro. Le volanti a distanza.-
-Non lo mollate, vi raggiungo.-
-D'accordo.-
Leo accelera all'impazzata facendo sorpassi in tutte le direzioni possibili e in un quarto d'ora riesce a raggiunge Lupo.
-Raoul, ci sono. Mi vedi?- chiede, lampeggiando con i fari dell'auto.
-Si Leo.-
-Io vado in testa tu continua a stargli dietro. Avvisa le pattuglie di fiancheggiarlo.-
-Ok!-
Dati gli ordini, Leo accellera ancora di più cercando di raggiungere l'auto di Panari, mentre le pattuglie accendono le sirene.
Una volta di fianco abbassa il finestrino.
-Fermati! Guardia di Finanza!-
Quell'altro sembra preso alla sprovvista, ma poi dopo qualche istante accelera cercando di seminarlo.
-Bastardo! Ma che cazzo fai!- impreca continuando a stargli dietro.
Le cinque auto si rincorrono a suon di motori fino a quando Leo, ricordando una scorciatoia, decide di svoltare a sinistra.
-Leo, ma che fai?!- chiede Raoul.
-Non preoccuparti! Continua a stargli dietro!-
Accelera al massimo, rischiando di prendere il volo ad ogni dosso, fino a quando non arriva all'incrocio.
-Ora ti fermo io, stronzo.- bisbiglia.
L'intento era quello di passargli in testa e rallentare fino a costringerlo a fermarsi ma evidentemente i tempi non coincidono, perché Panari urta la sua auto ed entrambi finiscono fuori strada con un tonfo sordo.
-Porca puttana Leo!- si sente chiamare poco dopo dal trasmettitore di Raoul che accosta, scende di corsa dall'auto e si precipita da lui.
-Voi pensate ad arrestare lui.- dice ai finanzieri delle due pattuglie, indicando l'ormai ferraglia di Panari.
-Leo! Mi senti?-
Ma lui, l'ultima cosa che riuscì a sentire è la telefonata di Raoul con l'ambulanza.

***

Apre gli occhi qualche ora dopo, intorpidito e confuso.
-Ma dove sono...- chiede massaggiandosi il collo.
-Si è svegliato finalmente. In ospedale capitano.- risponde una sottilissima voce femminile che poi capisce appartenere ad un'infermiera.
-Stia tranquillo- riprende -Anche se sembra un miracolo non si è fatto niente. Le abbiamo messo solo il collarino per attutire eventuali movimenti bruschi. Può andare a casa quando vuole.-
-Grazie...-
-Qui fuori ci sono i suoi colleghi. Li faccio entrare?-
-Ehm...no, esco io fra qualche minuto. Grazie.-
-Come vuole.- sorride lei per poi uscire.
Si mette seduto per riuscire a muovere le spalle, toccandosi il collo un pò dolorante.
Poi ai piedi del lettino su cui era sdraiato trova il suo cellulare e, vedendo le molte chiamate di Flo, decide di richiamarla subito.
-Leo?! Sei tu?!- risponde la ragazza agitata.
-Hey...- la saluta, ma la voce gli esce un pò strozzata per una fitta al collo.

- la saluta, ma la voce gli esce un pò strozzata per una fitta al collo

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-Oh Dio mio, come stai?-
-Tranquilla. Non so come ma...sto bene. Tra poco esco.-
Scende il silenzio e le sembra stia piangendo dall'altra parte del telefono.
-Hey, non fare così cucciola...Sto bene, sto benissimo sul serio. Ora torno da te e stiamo insieme anche questa sera, ti va?-
-Ho avuto tanta paura Leo.- e come previsto, la sua voce è leggermente incrinata dalle lacrime.
-Non devi...Sul serio, non ho niente. Sono solo svenuto.-
-Non potevo neanche raggiungerti in ospedale perché i ragazzi hanno portato Panari qui.-
-L'hanno preso?!- chiede ravvivato.
-Si.-
-Bravi ragazzi!-
Lei non risponde, di nuovo.
-Flo...ora vengo lì, ok?-
-Ok...-
-Ci vediamo fra un pò.-
Poi si infila la camicia e raccoglie le sue cose, firma per l'uscita e raggiunge alcuni dei ragazzi che lo accolgono rincuorati.

***

-Capitano! Come si sente?!- lo accolgono tutti avvicinandosi a lui appena entrato al Gico.
-Bene, grazie ragazzi. Siete stati bravi!- batte il cinque alla squadra -Floriana dov'è?- chiede poi.
-Nel suo ufficio capitano.-
-Scusatemi un momento. Vado a metterla al corrente.- inventa e poi si allontana.
Apre la porta senza neanche bussare e la vede seduta sul divanetto a fissare il vuoto.
-Flo...-
Lei si alza di scatto, come avesse visto un miraggio.
-Ciao...- la saluta con voce dolce avvicinandosi.
Lei ha ancora gli occhi lucidi e lui la stringe a se con le sue braccia ancorate alla sua schiena.
-Sono qui...non piangere.-
-Ho avuto paura di rimanere da sola. Di nuovo. Tu non puoi rischiare così ogni volta Leo, devi essere prudente. Ho avuto paura di perderti...- dice con le lacrime che riprendono a rigarle il viso.
Lui poggia le mani sulle sue spalle e gli sorride.
-Flo...è il nostro lavoro. Neanche tu ti risparmi mai. Ed io devo fare lo stesso.-
-Lo so. Ma una cosa è che rischio io...una cosa è che rischi tu. Mi sono innamorata lo capisci?!-
Lui sfoggia un sorriso a trentadue denti e poi avvicina la bocca al suo orecchio.
-Mi ami?-
Lei non risponde, ma afferra il suo viso fra le mani e lo bacia per poi stringersi a lui.

QUELLO CHE NON CREDERESTIDove le storie prendono vita. Scoprilo ora