CAPITOLO XXI

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Ha passato la notte in bianco, sentendosi uno schifo.
Ha ragione lui: si è comportata malissimo, e con l'unica persona che è riuscita a farla stare bene dopo anni poi.
Ma che le sta succedendo? Era sempra stata così lucida, così perfettamente in grado di dividere il lavoro dalle faccende private.
E invece adesso ha fatto preoccupare tutta la squadra, li ha lasciati da soli a seguire un caso che prima di tutto è suo. Ha fatto soffrire Leo.
Vorrebbe rimanere a casa a piangersi addosso, ma è giusto prendersi le proprie responsabilità. Deve tornare a lavoro.
Così, cercando di non pensarci troppo, si prepara e lasciare la sua tana per tornare nel mondo e raggiunge il Gico.
Appena varcato l'ingresso, l'intera squadra si precipita a salutarla.
-Capitano!-
-Come sta?!-
-Ci ha fatto prendere uno spavento!-
-E vero, scusatemi. Non mi sono comportata bene questi giorni. Ho avuto dei problemi, ma ora sono qui. Riprendiamo a lavorare più carichi di prima.- cerca di mostrarsi sicura di se, nonostante il peso sul petto.
I ragazzi annuisco rasserenati e tornano a lavoro.
Flo ne approfitta per raggiungere l'ufficio di Leonardo e una volta davanti la sua porta aperta lo vede, seduto su una sedia con lo sguardo perso nel vuoto e l'aria triste.
Prende un bel respiro e, nonostante la voglia di scappare per la vergogna che prova di se stessa, muove qualche passo ed entra.
Il ragazzo, avvertendo il rumore dei tacchi, si volta.
I loro occhi si incrociano per qualche secondo, fino a quando Leo torna a fissare la parete.
-Vedo che ci hai fatto il piacere di tornare.- mugugna.
Lei sente gli occhi appannarsi ma riesce a ricacciare indietro le lacrime.
-Leonardo...ti prego, scusami.-
Lui non risponde e così Floriana si prende il suo spazio per parlare.
-È vero sono stata una stupida e un'egoista. Ho pensato solo a quanto stavo male io e non a quanto potessi starci anche tu. Sono fatta male, sono sbagliata. Ma ti prego...non mi lasciare...Non posso stare senza di te...- la voce si increspa sulle ultime parole e qualche lacrima riesce ad uscire.
Il ragazzo si volta, anche lui con il respiro corto.
-Perché non ti sei fidata di me...?- chiede.
-Non lo so. Forse perché nessuno mi ha insegnato come si fa.-
-Tu non lo sai lo strazio che ho provato io.- dice poi, sbottando a piangere anche lui come un bambino.
-Ti chiedo scusa! Ti prego perdonami!- lei vorrebbe avvicinarsi a abbracciarlo, ma lui la respinge con la mano.
-Ti prego vai via.-
-Leo...-
-Vai via!- alza la voce.
Lei annuisce piangendo e dopo averlo guardato per qualche ultimo istante se ne va, chiudendo la porta.
Leo si alza di scatto dalla sedia e con una mano scaraventa a terra tutti i fascicoli sulla sua scrivania, in preda a un attacco d'ira.

***

-Leo.- Raoul bussa alla sua porta.
-Dimmi.- risponde mentre, riacquistata la calma, sistema il suo ufficio.
-Ho trovato la sorella di Panari. È qui.-
Lui si blocca e annuisce pensieroso.
-Bene...Andiamo.-
Raoul gli fa strada e lungo il corridoio incontrano una ragazza molto giovane, dai capelli biondi e gli occhi chiari proprio come quelli di suo fratello.
-Ciao.- si presenta a lei porgendole la mano, che la ragazza afferra un pò titubante.
-Salve...-
-Io sono Leonardo, sono un amico di Salvo.-
-Ginevra.- risponde, continuando a stringere la mano.
-Senti...tu sai di tuo fratello giusto?-
Lei abbassa lo sguardo annuendo.
-Gli avevo detto che sarebbe andata a finire così...Avevo cercato di dissuaderlo...-
Leo gli sfiora un braccio con la mano.
-Lui sta collaborando ora. Gli daremo delle attenuanti. L'importante è pentirsi...poi gli anni di pena passano e tuo fratello tornerà da te.- sorride mentre lei continua a tenere lo sguardo basso.
-Come mai mi avete fatto chiamare? Serve anche una mia testimonianza?-
-No, non preoccuparti. È che...Salvo è molto giù di corda questi giorni e mi ha detto che la persona a cui tiene di più sei tu...-
-Io non lo vedo da mesi. Gli avevo promesso che non ci saremmo visti più se non fosse uscito da quello schifo...- singhiozza la ragazza e Leo mosso a tenerezza le fa portare un bicchiere d'acqua e la tiene sotto il suo braccio.
-Beh...ora ne è uscito. Ti prego...se tu lo incontrassi lui ne sarebbe felicissimo.-
-Lui sa che sono qui?-
-No. È una sorpresa.-
Sembra pensarci un pò e poi si decide.
-Lo faccio solo per farlo stare meglio in questo inferno...-
-In fondo è sempre tuo fratello, no?- sorride.
Lei annuisce un pò rincuorata e insieme si incamminano al piano di sotto dove Leo fa aprire il grande cancello dalla guardia.
-Salvo...- lo chiama e il ragazzo, che era rannicchiato sul letto, si alza.
-Ciao...-
-C'è una persona qui...-
Lui corruga la fronte curioso e in quel momento Ginevra, che era rimasta fuori, varca la porta.
Gli occhi del ragazzo si riempiono di lacrime e in un secondo scoppia a piangere di gioia.
Lei corre ad abbracciarlo e si stringono come non facevano da anni.
-Dio mio, sei qui! Sei qui!- continua a ripetere lui fra un singhiozzo ed un altro.
Leo sorride contento e poi se ne va, lasciandoli al loro momento.

***

Sta tornando a casa ed è tutto oggi che pensa alle parole di Floriana.
Nonostante l'arrabbiatura, lei gli manca da morire.
Stringe le mani sul volante, pensando ai loro momenti insieme.
A quando, tutta scompigliata dopo una notte d'amore, lo aveva raggiunto in cucina indossando solo una sua camicia; gli era saltata sulla schiena e lui l'aveva portata in giro per la stanza.
Sembrava una bambina e sembrava felice.
E se davvero lui la faceva essere così, allora non può prendersi la responsabilità di essere la causa della sua tristezza, forse inguaribile.
Non poteva dirgli di essere orgogliosa, e poi comportarti da orgoglioso.
Senza pensarci due volte imbocca la strada per casa sua e raggiunge la sua porta.
Suona il campanello ma non c'è nessuno, evidentemente sta tornando anche lei a casa e fra poco arriverà.
Così si siede sui gradini delle scale, deciso ad aspettarla.
Anche per sempre, se necessario.

QUELLO CHE NON CREDERESTIDove le storie prendono vita. Scoprilo ora