CAPITOLO XX

750 57 7
                                    

Appena arrivato sul luogo dell'incidente si precipita fuori dall'auto, ancora in lacrime.
Raggiunge la volante della polizia correndo, ma viene bloccato appena cerca di avvicinarsi al corpo.
-Mi scusi non si può passare qui.-
-Devo passare! Lasciatemi passare!- cerca di oltrepassare la figura mastodontica del poliziotto che gli si è parato davanti.
-Ma lei chi è?!-
-Capitano Leonardo Azai. Della finanza. Lasciatemi passare!-
A quel punto l'uomo si sposta e Leo oltrepassa la striscia rossa che delimita il luogo dell'incidente.
Si accascia sul corpo, rivolto con la faccia a terra, e sta per toccarlo quando viene bloccato di nuovo.
-Per favore non lo tocchi, la scientifica non ha ancora fatto i rilevamenti.-
Il ragazzo scosso e impotente si alza da terra e chiede spiegazioni al poliziotto.
-La prego, mi spieghi qualcosa. Io non...- la sua voce si rompe mentre riprende fiato, a causa del pianto ininterrotto.
-Capitano...le dinamiche non sono così chiare. Dovremmo svolgere delle indagini più accurate.-
-Cosa avete trovato qui...con lei?-
-I documenti e una scarpa. L'altra sembra essersi persa. Potremmo pensare ad un'aggressione.-
Leo si mette le mani dietro la testa, sconvolto.
-Ma, mi permetta, la conosceva?-
-Si...Si...- si allontana, straziato in preda a una crisi di pianto.
Tutto questo è assurdo.
Solo due giorni prima aveva desiderato fare un figlio con lei e ora è lì, a terra.
Si sente invadere da un senso di solitudine incolmabile.
Il medico legale è arrivato e così, forzando i suoi sentimenti, si costringe ad andargli dietro per capirci qualcosa in più.
L'uomo si inginocchia a terra e comincia a fare le prime misurazioni.
Poi sta per girare il corpo e Leo si sporge per vederla un'ultima volta in viso della ragazza che aveva amato così tanto in così poco tempo.
Il volto è sporco di terra e sangue e ci mette un pò a scorgerne i lineamenti.
-Ma...Aspetti...-
Il poliziotto si volta a guardarlo.
-Di chi erano i documenti?-
-Si chiama Floriana Rizzi.-
-Non è possibile...-
-Come mi scusi?-
-No, non è lei.- dice continuando a guardarla per averne la prova -Non è lei vi dico!-
Il medico fa un cenno al poliziotto che chiede a Leo di avvicinarsi.
Lui si china a terra e osserva bene il volto della ragazza.
-Non è lei.- dice ancora incredulo.
-Beh...sono contento che non sia una sua conoscente. Anche se poverina, chissà cosa è successo a questa ragazza.- sospira il poliziotto, mentre il medico legale riprende il suo lavoro sporco.
Leo si allontana da quel posto, tornando verso la sua macchina.
-Non è lei...- si ripete, ma nonostante questo le lacrime continuano a rigargli il volto per lo spavento.
Tira fuori il telefono e compone di nuovo, per l'ennesima volta, il numero della ragazza. Squilla.

Segreteria telefonica

Oops! Questa immagine non segue le nostre linee guida sui contenuti. Per continuare la pubblicazione, provare a rimuoverlo o caricare un altro.

Segreteria telefonica.
-Cazzo! Cazzo! Ma perché non mi rispondi! Cazzo!- urla ancora scosso.
Appoggia le braccia sul cruscotto della macchina e chiude gli occhi per cercare di riprendere il controllo.
Si ritrova a dire un grazie al cielo, perché nonostante lo spavento Floriana sta bene. O almeno spera.
Appena tornata la lucidità, sale in auto con direzione la stessa di questa mattina: casa di Flo.

***

Arrivato sale le scale del palazzo, fino a raggiungere il suo appartamento.
Con un nodo in gola, dopo qualche istante di esitazione, suona il campanello.
Passano alcuni secondi prima che la porta venga aperta, ma non da Floriana.
-Ciao Leonardo, cosa ci fai qui?-
-Ciao Alessandra...- risponde con il battito accelerato -Cercavo tua sorella.-
-Entra.-
Lui fa come gli viene detto e appena varcata la soglia nota il piccolo Matteo addormentato sul divano.
Leo segue la ragazza lungo un corridoio fino alla porta che conosce bene, quella della sua stanza.
-Flo. C'è una persona per te.- lo annuncia Alessandra, prima di lasciarlo entrare.
Riconosce le sua figura, mentre guarda dalla finestra tenendo la tenda poco scostata.
Poi si gira lasciando trasparire una certa sorpresa.
-Ciao...-
Leo rimane immobile, tirando un sospiro di sollievo: sta bene.
Tuttavia non riesce a fare il primo passo verso di lei e la guarda con distacco.
-Perchè non rispondi al telefono?- chiede secco.
-Vi lascio soli...- interviene Alessandra prima di andare via.
-Non ho guardato il telefono in questi giorni.- replica, e a dimostrazione lo tira fuori da un cassetto, facendoglielo vedere.
-Non hai pensato che potessi preoccuparmi?!-
Lei all'inizio non risponde, poi mormora un -Mi dispiace.-
-Ti dispiace?! Davvero?! Ma lo sai che è stato trovato il corpo di una ragazza con i tuoi documenti addosso e io ho rischiato di morire pensando di averti persa?!-
-I documenti me li hanno rubati. Non ho avuto tempo di fare la denuncia.-
-E perché lo spieghi a me?! Io non sono nessuno no?! Non mi devi nessuna spiegazione! Immagino come sarai stata impegnata.-
-Volevo stare sola.-
-Tu e il tuo schifo di presunzione!-
-Leo...-
-Leo un cazzo. Tu non sai cosa vuol dire credere di aver perso per sempre una persona che ami. Solo per il suo l'egoismo sconfinato.-
-Si che lo so.-
Leo si ricorda improvvisamente del padre di Floriana.
E in effetti lei sta passando la stessa cosa per lui.
-Tu non hai voluto affrontare questa cosa con me.- dice amareggiato puntandosi il petto con l'indice.
La guarda intristito e poi lascia la stanza, tornando in salotto.
-Leo!-
Matteo si è svegliato e gli corre incontro.
-Hey, ciao campione.- gli sorride tirandolo su e cercando di mascherare la tristezza -Come stai?-
-Bene.- risponde con quel faccino da vispetto.
-Senti, io devo proprio andare...Ma un giorno ti prometto che ci vediamo.-
-Va bene.-
-Me la saluti la mamma?-
Lui annuisce e torna sul divano, accendendo la tv.
Leo chiude la porta di casa alle sue spalle, deluso.
Vorrebbe piangere di nuovo, ma forse sono finite anche le lacrime.
Il telefono squilla e il numero di Raoul compare sullo schermo.
-Pronto?- risponde mogio.
-Leo! Ho saputo quello che è successo! Che razza di casino...ti sei spaventato?-
-Va tutto bene Raoul.-
-Sei sicuro...?-
-Si. Anzi, perché non andiamo a farci un giro?-
-Un giro?-
-Si. Tanto avete staccato no?-
-Si...-
-E allora andiamoci a mangiare qualcosa fuori.-
-Come vuoi. Ti raggiungo alla piazza.-
-Ok.-
L'unica cosa che vuole in questo momento e dimenticare questa giornata di merda che sembra gravare sul suo stato d'animo. Sente ancora l'agitazione e la paura fargli tremare il cuore.

QUELLO CHE NON CREDERESTIDove le storie prendono vita. Scoprilo ora