CAPITOLO XXII

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Dopo un'abbondante mezzora di traffico intenso, Floriana riesce finalmente ad arrivare a casa.
Apre il portone e sale le scale per arrivare al suo appartamente e, quasi arrivata in cima, si blocca estremamente sorpresa.
-Che ci fai qui?- bisbiglia.
Lo sguardo di Leonardo si addolcisce un pò.

Lo sguardo di Leonardo si addolcisce un pò

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-Ti va se...parliamo un pò?-
Lei annuisce ed apre la porta di casa.
Il silenzio la fa da padrone fino a quando Flo cerca un modo di iniziare la conversazione.
-Vuoi qualcosa? Io mi faccio un thè.-
-Anche per me va bene.-
Mette l'acqua a bollire e qualche minuto dopo sono seduti a gambe incrociate sul letto della ragazza, con i bicchieri fra le mani.
-Come stai?- le chiede.
-Non lo so...-
-Tuo padre?-
-Sempre peggio. Non c'è molto da fare.- dopo qualche istante di silenzio lei riprende a parlare, come bisognosa di confidarsi con lui -Papà avrebbe voluto un maschio, ma sono arrivata io. La seconda volta che la mamma è rimasta in cinta, lui ci ha sperato così tanto...Ed è nata Alessandra. Non ce l'hai mai detto di persona...ma io lo sentivo mentre parlava con mia madre. Lui faceva il finanziere, e così ho deciso di seguire le sue orme per...non lo so...farmi voler bene lo stesso, anche se non ero il figlio che avrebbe voluto crescere a sua immagine e somiglianza. Non è servito a niente, anzi. Lui a cominciato a dirmi che non e un lavoro per donne, con quella sua diamine di visione primitiva per tutto. Ma io ormai mi ero appassionata e non ho voluto lasciare il mio lavoro.- riprende fiato e beve un sorso di thè -Non abbiamo mai avuto il suo affetto. Ma mi sono convinta che lui non ne ha mai avuto per nessuno. Eppure adesso, che sta così...Ci sto male. Sogno che mi chiami e mi dica: ho deciso di curarmi, perché ho capito di voler passare gli ultimi anni della mia vita con le mie figlie. Che mi chieda di stargli vicino. Che mi voglia bene.- una lacrima le riga il volto e Leo le prende una mano, accarezzandola com l'indice.
-Forse abbiamo una cosa in comune. Dopo la passione per il nostro lavoro, intendo.-
Lei lo guarda interrogativa, abbozzando un sorriso.
-Anche io non ho ricevuto affetto dai miei. Non li ho mai conosciuti.-
Floriana rimane di stucco: non lo avrebbe mai pensato.
-Io...non lo sapevo. Mi dispiace tanto...- dice, stringendo la sua mano.
Lui sorride pe tranquillizzarla.
-Tu però stai peggio...io non mi sono mai affezionato a loro, neanche li ricordo. Tu inceve si...ci sei legata. Capisco come puoi sentirti...-
Lei sospira, posando il bicchiere sul comodino e cominciando a giocherellare con la mano del ragazzo.
-Scusa se...non ne ho parlato prima con te. Sto cercando di cambiare ma... a volte non è così semplice. Non sono abituata ad esternare i miei sentimenti.-
-Scusami tu. Non ho capito quanto stavi male e ti ho dato addosso ingiustamente. Anche per questa mattina...scusami.-
Lei sorride con gli occhi un pò rossi.
-Però una cosa la penso sul serio. Quando mi hanno detto che...si insomma...sarei voluto morire anche io...- i suoi occhi si velano di lacrime -Perché anche io non saprei stare senza te.-
Terminata la frase lei si butta fra le sue braccia e lui la stringe continuando a piangere emozionato.
-Scusa. Scusa. Scusa.  Ti amo. Ti amo tanto...-
Si rende conto di quanto le sia mancata ogni singola cosa di lui, a partire dal profumo che ora la avvolge.
-Anche io Flo.-
La ragazza sposta leggermente il viso e senza aspettare altro tempo Leo la bacia, come se non potesse più resistere.
-Mi sei mancata.- le dice fra un bacio e l'altro mentre lei gli accarezza il viso con le mani.
-Sei bellissimo...bellissimo...Ora ti posso guardare di nuovo.-
Si sdraiano sul letto, infilandosi sotto le coperte.
Leo si toglie la camicia un pò bagnata e si accascia sul suo petto, coperto solo dal reggiseno.
Si stringono forte l'uno all'altra e rimangono così, a godersi questi istanti di ritrovata felicità.

QUELLO CHE NON CREDERESTIDove le storie prendono vita. Scoprilo ora