Di punto in bianco mi blocco. Il mondo intorno a me si ferma e i miei occhi restano pietrificati ad osservare la figura del ragazzo sopra di me. Eccolo, puntuale come sempre: l'attacco di panico.
Brividi, tremori e mancanza di ossigeno, con il cuore che batte così velocemente, che mi sembra che stia per uscirmi dal petto.
Il ragazzo di fronte a me non non capisce cosa mi stia accadendo fino a che trovo la forza di levarmelo di dosso e accucciarmi alla sponda del letto, cercando di coprire la mia pelle nuda con il piumone del suo letto. Cerco di respirare, mentre i suoi occhi mi fissano senza capire cosa mi stia accadendo."Diana, che ti succede?" Mi chide Raul spaventato, "Stai tremando, cazzo!" cerca di avvicinarsi e toccarmi de spalle. "Ti prego dimmi come ti posso aiutare!".
Oh no, levami quelle mani di dosso, non potrei sopportare un ulteriore contatto fisico.
"Chiama Eva, ti prego". Gli supplico a voce spezzata, è l'unica cosa che riescono a pronunciare le mie labbra.
Raul esce del tutto dal letto. Non perde altro tempo e si infila la prima t-shirt stropicciata che trova in uno dei suoi cassetti e corre fuori dalla sua stanza della residenza in cui vive insieme ad altri compagni dell'università e va a cercare la mia migliore amica.
La ricerca a quanto pare si rivela più difficile del previsto: ho pensato bene di farmi venire un attacco di panico proprio durante la festa di inizio del semestre del secondo anno di università, Eva è impossibile da trovare.
Dopo una ventina di minuti buoni a girare in boxer e maglietta per la residenza, Raul trova Eva e cerca di spiegarle cosa mi sia successo.
Non è così facile: io e Raul siamo due ragazzi italiani che hanno deciso di studiare in Spagna e lui, contrariamente a me, ha ancora qualche difficoltà ad esprimersi correttamente.
Eva riesce a capire che c'è qualcosa che non va e lo segue preoccupata in camera sua. Appena supera la soglia della porta non riesce ad immaginare a quello che vede.
Le avevo raccontato di questo mio problema, di questi attacchi di panico che mi prendono quando sto in intimità con qualcuno, ma non aveva mai avuto modo di capire effettivamente cosa mi accade quando succede. Si avvicina verso il letto e osserva come, mezza nuda, seduta ai piedi del letto, cerco di calmarmi, cercando di respirare come mi diceva sempre la mia psicologa in Italia di fare.
"Uno, due, tre, quattro" Inspiro, "Uno, due, tre, quattro" Espiro. Cerco di calmarmi in questa maniera dal momento in cui Raul, che adesso si è rivestito del tutto, è andato a cercare la mia amica.
Entrambi mi guardano preoccupati e noto che Eva cerca una qualsiasi maglietta o felpa da farmi indossare. Raul gliela passa e la ragazza mi infila una felpa XL gialla di non so quale squadra di basket a cui lui è particolarmente affezionato.
La mia è una corsa contro il tempo che si è ferma, passato, presente e futuro si uniscono come una tremenda spinta che incombe su di me. Eva mi accarezza, mentre mi guarda con i suoi occhioni neri e mi sussurra delle parole dolci in spagnolo.
Passano altri minuti, che mi son sembrati ore, inizio a respirare regolarmente e mi rendo conto di quanto siano spaventati, non volevo che mi vedessero così, nessuno mai mi ha vista in preda ad un attacco di panico, ma questa volta non son riuscita a nascondermi in tempo.
Raul si avvicina porgendomi un bicchier d'acqua, "Grazie" gli dico cercando di forzare un sorriso.
"Dì non ringraziarmi, piuttosto scusami se ti ho spinta oltre, nonostante sapessi a cosa saremmo potuti andare in contro".
Eva ci osserva parlare e dice "Va bene ragazzi, non ho capito nulla di quello che vi siete appena detti, ma Raul spostati e fammi abbracciare Diana", strappandomi un sorriso.
Trascorsa un'ora dalla fine di quel drammatico momento, lascio andare via Eva, pregandola di andarsi a divertire, ringraziandola per essere venuta correndo ad aiutarmi. Cerco di convincere anche Raul, provando a spingerlo fuori, ma la sua stazza da un metro e 90 centimetri non è di aiuto in confronto al mio metro e 67.
Allontanandosi dalla porta si avvicina di nuovo a letto e si siede dicendomi "Non ci pensare nemmeno Diana, non ho intenzione di lasciarti qui da sola".
"Ma non preoccuparti, non sei neanche il mio ragazzo, vai fuori con gli altri" Dico frettolosamente avvicinandomi a lui "mi sono lasciata trasportare, pensavo che questa volta potevo farcela, ma non è stato così".
Io e Raul ci conosciamo da una vita, veniamo dalla stessa città, stesso quartiere, ma amicizie differenti, dunque non abbiamo mai avuto chissà quale confidenza. Ma il giorno in cui abbiamo scoperto che entrambi eravamo nella stessa università abbiamo iniziato ad avvicinarci. Da subito mi ha ispirato fiducia e, non so come, sia io che lui, siamo riusciti a dirci cose molto personali. Sono anche riuscita a raccontargli di questo mio problema con i ragazzi, che quando inizia un momento più intimo non riesco ad andare oltre e farci sesso, o qualsiasi altra cosa che possa avvicinarsi a questo, se non dei semplici baci. Mi è successo due volte prima che mi accadesse con lui, ma non gli ho mai detto l'episodio scatenante, non ho mai avuto il coraggio e solo due persone lo sanno.
Lascio la festa salutando tutti quelli che conosco, ho fretta di tornare a casa. Raul ha deciso di accompagnarmi perché <<Anche se sono solo 10 minuti, non mi va di lasciarti andare da sola a casa alle 5.30 del mattino e non capisco perché non sei voluta rimanere da me, il posto per dormire c'era>>.
Alzo di nuovo gli occhi al cielo, non sopporto quando le persone insistono, ho preso la mia decisione e c'è un valido motivo per cui non volevo rimanere. Una volta arrivati, velocemente gli lascio un bacio sulla guancia ed entro nel portone di casa mia, senza dargli il tempo di dirmi altro.
Ho bisogno di stare da sola, ho bisogno di riflettere su tutto quello che è successo questa notte.
La verità è che mi trovo molto bene con Raul, ma io non voglio solo qualcosa di superficiale ed io so per certo, date tutte le sue confessioni di quando mi racconta delle sue scappatelle con diverse ragazze, che non vuole nulla di serio.
Decido di farmi una bella doccia calda e mi metto una t-shirt di una taglia più grande come pigiama e tento di dormire un po'.
Grazie a chiunque legga questa storia, è la mia prima esperienza e spero possiate darmi la vostra opinione a riguardo, un bacino😚
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Attacco di panico
RomanceDiana è una ragazza italiana di 19 anni, che decide di trasferirsi in Spagna e vivere il suo grande sogno. Ma il suo peggiore incubo la seguirà, constringendola a rivivere episodi passati della sua vita, trasformando il suo angolo di Paradiso, in I...