Capitolo 14

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Raul's pov:

La luce del sole filtra dalla finestra e come sempre mi maledico per non aver abbassato le persiane prima di infilarmi nel letto. Cambio repentinamente d'umore quando mi accorgo che Diana è sdraiata con il suo braccio che mi circonda il petto e noto le nostre gambe intrecciate. Prima o poi dovrò dirle come questi gesti e momenti mi facciano sentire, perché mi fanno stare proprio bene, cazzo!

Son curioso di sapere quante ore sia riuscito a dormire e, girando la testa verso il muro sulla mia sinistra, scopro che l'orologio appeso segna le 11:43 del mattino. E' ancora relativamente presto, dato che siamo andati a dormire tardissimo, quindi opto per chiudere gli occhi un altro po' e godermi il contatto fisico con la mia amica.

Mi sembra aver richiuso le palpebre da soli due minuti, quando all'improvviso bussano bruscamente alla porta, svegliando sia me che Diana.

"Raul, apri questa cazzo di porta!" Non ci posso credere, è la voce di Pierre! "So che lei è li dentro. Devo assolutamente vederla, fammici parlare!" Continua a urlare.

In un secondo penso a tutta una serie di questioni che devo affrontare in questo momento: primo, c'è Diana che mi sta guardando con gli occhi spalancati e, cazzo, è mezza nuda! Non può assolutamente vederla in questo modo. Secondo: che cosa vuole da lei? E terzo, ma non meno importante: per quale cazzo di motivo ha dovuto svegliarci e per quale motivo non fa altro che gridare?!

"Smettila di urlare!" Gli rispondo incazzato.

"Scusami, ora ci parlo, prima che svegli tutta la residenza" Mi rassicura Diana con un tono assonnato che trovo dolcissimo

Ora non hai tempo per pensare a come ti ecciti la sua voce dolce e assonnata, muoviti!

Si alza dal letto e mi mostra le sue gambe nude e un fondo schiena niente male, mentre si avvicina alla porta.

"No, aspetta Di" La fermo, "mettiti dei pantaloni.. ma soprattutto, non sei obbligata a parlarci per forza" le dico mentre le vado in contro e le sfioro la spalla con la mano.

A mio dispiacere, si infila i miei pantaloni neri e mi risponde che l'unico modo per non svegliare tutti e farlo entrare, ma che vuole che rimanga al suo fianco. Dunque le confermo il mio supporto e apre la porta per lasciarlo entrare.

Nell'Immediato la figura del ragazzo si pone davanti a noi, avvicinandosi frettolosamente a Diana, cercando di stringerla tra le sue braccia. Sento già il sangue ribollire nelle mie vene, cazzo!

"No, aspetta fermo! Che fai?!" Chiede sorpresa Diana, provando a levarsi le sue mani di dosso. "Non mi toccare" le chiede terrorizzata.

"Scusami, scusami, non dovevo trattarti così"

"Senti amico, puoi anche scusarti, ma ti ha chiesto di non toccarla" Gli dico dato che ancora non ha messo giù le mani, mentre mi avvicino di più a lei.

Diana mi accoglie volentieri e fa un passo indietro per avermi ancora più vicino, fino a sfiorare il mio petto con la sua schiena.

"Non abbiamo niente da dirci Pierre, sei stato uno stronzo e non voglio avere niente a che fare con te". Merda, le trema la voce, ci manca solo che la faccia stressare più di quanto non l'abbia già fatto nelle ultime 12h.

"Sei tu quella che si strusciava in pista con un altro!"

"Cazzo Pierre, sei proprio idiota!" Grida Diana con voce spezzata, "non sai un cazzo di quello che è successo, non hai voluto neanche chiedere e mi hai subito accusata. Mi hai addirittura lasciato da sola, mi fai schifo! Quindi le tue scuse puoi anche tenerle per te". Si avvicina ancora di più verso di me e le metto una mano sulla spalla, per darle conforto.

Attacco di panicoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora