Capitolo 11

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Diana's Pov.

In preda al panico, cerco nella maniera più rapida possibile di incontrare una soluzione. L'unica cosa che mi viene in mente e di far nascondere Raul nella stanza di Eva o Denis. Ma d'un tratto, nell'instante in cui sto per aprire bocca, mi blocco: il campanello suona e decido di fare un qualcosa che non pensavo di poter fare mai, affrontare le cose per quelle che sono, senza nascondere nulla a nessuno.

Denis non sa se aprire la porta o meno, Raul è in piedi in mezzo al salone e sono tutti e tre a fissarmi senza capire cosa mi possa passare per la testa. Raul tenta un ultimo "Diana, cosa vuoi che faccia?" ed io lo ignoro. Voglio che resti li, fermo.

Apro la porta e di fronte a me c'è Pierre che, con uno sguardo preoccupato di avvicina per baciarmi, ma presto mi scanso e lo invito ad entrare.

"Cosa sta succedendo qui?" Mi chiede il francese spostando lo sguardo tra me e Raul.

"Nulla di cui preoccuparsi, Denis lo ha invitato a pranzo ed è rimasto qui a farci compagnia"

"Perché avrebbe dovuto?" Mi chiede infastidito, guardando solo Raul adesso. E' sempre stato estremamente geloso della amicizia tra me e il metro e 90 qui di fronte. Anche quando ci siamo allontanati, non c'è mai stata occasione per fargli capire che siamo solo amici e, ovviamente, gli ho sempre nascosto le strane senzazioni che provavo quando Raul mi era vicino.

Volevo solo che tutto si sistemasse: la mia amicizia con Raul e la mia pseudorelazione con Pierre.

"Diana stava male e mi sono offerto per aiutarla" Risponde Raul.

"Raul zitto" Dico presto al mio amico. Non voglio che Pierre sappia del vero motivo per cui sono stata male.

"No Raul, dimmi, che cosa hai fatto con la mia ragazza? Si suppone che a quest'ora doveva guardare un film a casa mia, invece scopro che ci sei di mezzo tu"

Raul fa una smorfia non troppo dolce.

"Ero qui, ma non perché la tua ragazza mi volesse" Inizia a dire Raul, rivolgendomi uno sguardo strano. "Mi sono fermato qui perché sono suo amico ed è questo che fanno gli amici. Stai tranquillo francese, che la ragazza è tutta tua". Rimarca queste due ultime parole guardandomi dritto negli occhi, non troppo felice.

Raul fa per andarsene da quella casa ed io, in preda ad una voragine di emozioni miste tra tristezza e arrabbiatura, provocate da questo suo discorso, lo fermo. Ho bisogno di capire che cazzo ci succede oggi. Non voglio che se ne vada.

"Raul fermo!" Dico sorprendendo tutti. "Non te ne andare. Pierre, se vuoi parliamo, ma sinceramente ho voglia di stare con il mio amico. Abbiamo tanto di cui parlare e non capisco questo attacco di gelosia, te l'ho detto e ridetto: siamo solo amici."

"Diana solo te in questa stanza non hai capito quali siano le sue vere intenzioni!"

"Ma che stai dicendo, lascia perdere! Sto uscendo con te, non con lui."

Raul si siede sul divano, guardando il vuoto. Io non capisco perché sto dicendo queste cose a Pierre, quando nemmeno io so effettivamente cosa provo in questa situazione, sia nei suoi confronti, che verso quelli di Raul.

"Tu stai uscendo con me, ma ti fai scopare da lui!" Urla arrabbiato Pierre.

Non riesco a capire realmente la gravità delle sue accuse, finché Raul risponde a tono dicendo: "Questa non la dovevi dire!" Mentre si alza di scatto, andando verso il francese e colpendolo con un pugno sul naso.

Pierre si difende ed iniziano a menarsi tra di loro.

Come siamo arrivati a questo punto?

"Basta fermatevi!" Urlo spazientita.

Raul si ferma, si alza e si sistema la maglia. Denis lo prende e lo porta in camera sua, immagino per lasciarmi il tempo di chiarire con Pierre e calmare la acque.

"Pierre, per favore. Quella tua frase è del tutto infondata. Io non vado a letto proprio con nessuno, neanche con te. Quindi come puoi pensare una cosa simile?"

"L'unica cosa che mi viene da pensare."

"Già lo sai come la penso sul sesso" Dico con tono ferito.

"Lo so piccola, ma vedere che dopo così tanto tempo, di punto in bianco, Raul è a casa tua, io perdo la testa!" Cerca di dirmi mentre si calma.

"Beh, evita di perderla, perché ho intenzione di portare avanti la mia amicizia. Non voglio discutere ancora per questo. Ora ti prego va, ci sentiamo e ci vediamo domani a lezione. Ho bisogno di chiarire alcune cose con il mio amico e non voglio doverti dare altre spiegazioni".

"Va bene piccola, scusami, ma vieni qui e fatti dare un bacio" Si avvicina a me, dandomi un bacio a stampo. Ma la sensazione è strana e non lo faccio durare troppo.

Pierre finalmente se ne è andato e mi affretto a tornare da Raul, più arrabbiato che mai.

"Tutto bene?" Chiedo preoccupata.

"Si Di, solo che quel ragazzo non mi piace a fatto. Come si permette di parlare della tua vita sessuale? Non sa proprio un cazzo!"

"Lo so, ma l'ho messo al suo posto, tu evita di perdere le staffe"

"Diana sono sinceramente preoccupato, non mi piace come si muove, non mi piace, ha un non so che che non riesco a decifrare, fai attenzione. Te lo dico da amico"

Cerco di non far caso allo strano effetto che mi fa sentirgli dire quella parola. Ora voglio solo pensare a far ritornare le cose con Raul come lo erano un tempo e, ripensando ad oggi pomeggio, la fase dopo il mio attacco, direi che stiamo a buon punto.

"Non ti ho ancora ringraziato Raul" Gli dico mentre ci andiamo a sedere in cucina, per mangiarci un po' di gelato.

"Grazie per cosa?" Mi chiede incuriosito mentre si siede sulla sedia a fianco alla mia.

Tiro fuori gelato al pistacchio e al cioccolato fondente, il suo preferito e li verso in due bicchieri.

"Per oggi. Le ragazze non sanno mai come reagire quando sono in preda ad un attacco di panico. Tu oggi, contro ogni aspettativa e volontà, sei stato magnifico. Quindi grazie, grazie davvero". Dico guardandolo dritto negli occhi.

Siamo davvero molto vicini ed osservo come i suoi occhi si sono soffermati a guardarmi le labbra.

Allontanati e distogli lo sguardo. Subito.

Si avvicina poi con la mano verso il mio viso e con il pollice mi pulisce una goccia di gelato.

"Continui ad essere come le bambine piccole quando mangi il gelato ed è una cosa che mi è sempre piaciuta osservare di te". Mi dice sussurrando, lentamente.

"Ah.. Ah si?" Chiedo io schiarendomi quel poco di voce che mi era rimasta, continuando a tenere fisso il mio sguardo su di lui.

Ma quel brevissimo -ed intensissimo- momento di sguardi viene terminato dall'arrivo di Eva che, estremamente felice urla: "Gelatooo" tutta felice e si siede con noi.

"Oh, accidenti!" Sento sussurrare Raul. Mi giro per chiedergli a cosa si riferisse, ma senza rispondermi, urla preoccupato: "Diana, aspetta un secondo: mi hai appena detto che hai degli attacchi di panico anche quando non stai con qualcuno?" Sgranando gli occhi.

Attacco di panicoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora